Sta per arrivare in Italia la quinta stagione della serie che dal 2013 è sempre stata in vetta alla classifica. Rick e Morty piace a tanti, molti lo amano, e molti di quelli che lo amano ne sono follemente ossessionati. Ma come può una serie TV, per giunta animata, avere questo enorme successo? I motivi sono infiniti, e no, non è un modo di dire, sono infiniti veramente.
L’idea per la serie nasce nel 2006 quando uno dei creatori, Dan Harmon, fece un episodio parodico di “Ritorno al Futuro”, con i personaggi di Doc e Marty che tendevano ad avvicinarsi per caratterizzazione a quelli che poi sarebbero diventati Rick e Morty. L’entrata in collaborazione con Justin Roiland (l’altro ideatore della serie), fece sì che il progetto venne portato avanti, sviluppando così anche i personaggi di Beth, Jerry e Summer. Adesso, a quindici anni da quel momento, Rick e Morty è diventata una serie di culto incredibilmente affascinante per il suo stile narrativo, per le tematiche affrontate e per la sregolatezza con cui si approccia ad esse, ma prima di arrivare alla sua poetica, è giusto fare un po di trama.
Come standard di tutte le serie animate comiche americane, le vicende si focalizzano su una famiglia medio borghese, gli Smith. Abbiamo Beth, madre a tratti alcolizzata, che ama e non ama suo marito, che educa i figli con maturità di una madre moderna e che è estremamente bisognosa dell’amore di suo padre e di dimostrargli di essere alla sua altezza. Abbiamo poi suo marito Jerry. L’idiozia che lo caratterizza è al limite dell’assurdo, svariando tra il fraintendere in continuazione e l’avere migliaia di piccoli difetti che lo rendono, patetico, ignaro delle situazioni, disattento, ignorante, poco capace in qualsiasi attività fisica o mentale, codardo e impacciato. L’estremizzazione massima dell’inetto della letteratura italiana dei primi del novecento. C’è poi Summer. Adolescente problematica classica ma senza il pudore dello stereotipo femminile, interessata a fare feste, essere popolare a scuola, infastidita dal non essere la prescelta dal nonno Rick, ma sempre più trasformata da un lato cinico acquisito nel corso del tempo. Veniamo infine ai protagonisti, Rick e Morty. Dopo essere stato lontano per anni, Rick si presenta alla porta della famiglia Smith ed entra a farne parte. Ritenuto e autoconsiderato uomo più intelligente dell’universo nonché scienziato più abile, Rick Sanchez è il cinismo fatto persona. Consapevole dell’esistenza di più universi e più dimensioni spazio-temporali e che dimostrano che per ogni cosa esistente, oggetto o persona che sia, ci sono (per la legge dei grandi numeri) infinite versioni alternative di esse (infiniti Rick, infiniti Morty, infiniti Summer, Beth e Jerry) non può esser altro che una persona totalmente distaccata dalla morale e dall’etica e quasi priva di sentimenti. Nulla per Rick ha valore in quanto l’esistenza non ha significato, tanto troppo è vasto e complesso l’universo stesso. Una teoria filosofica che si rifà a Nietzsche e ad altre scuole di pensiero. Rick è per l’appunto inventore della spara-porte, dispositivo che apre portali per qualsiasi dimensione e che giustificano il suo essere. E c’è infine Morty, adolescente con interessi e problemi degni della sua età, pieno di morale e vagamente acculturato, è quello che per primo accompagna Rick nelle sue folli avventure nel multiverso attraverso la spara-porte ed è quello che più subisce il suo cinismo, quello che per primo entra a contatto con la realtà che Rick gli sbatte in faccia, fino a venirne cambiato. Morty imparerà a sue spese che in un universo tanto vasto, non c’è morale che tenga. Insieme a Summer è il personaggio che più è cambiato nel corso della serie tanto da aver quasi ridotto al nulla la paura, la timidezza e le insicurezze che lo caratterizzavano nelle prime stagioni. Adesso è protagonista di sequenze dove si mostra cazzuto e immensamente più saggio.
Quando quindi dichiaro Rick e Morty serie animata senza limiti, è perché le sue puntate sono totalmente slegate da qualsiasi principio logico a cui siamo abituati. Il pretesto che esistano infiniti mondi, realtà e situazioni comporta che la serie non abbia limiti narrativi di alcun tipo, riuscendo ad essere drammatica satirica, parodica, surreale, comica, grottesca, e beh… infinite altre cose, anche contemporaneamente. Ogni singola puntata non può per sua natura che non essere originale. L’aver a disposizione infinite realtà e mondi alternativi è la soluzione al non avere nessun limite creativo. Ecco perche abbiamo avuto la possibilità di avere cetriolo-rick, rapporti sessuali con pianeti, i mr. Miguardi, poltrone senzienti che stanno sedute su umani e ordinano telefoni attraverso delle pizze. Il punto di forza maggiore è che tutta questa assurdità fa ridere. Il senso dell’umorismo di Rick e Morty è l’elemento che accomuna critica e pubblico e che oltre tutto il resto fa apprezzare la serie. È un umorismo cinico, intelligente, sconvolgente e riflessivo senza però mancare di essere demenziale e comune. Ogni regola è ribaltata, il mondo di Rick e Morty ha dettato le sue e una volta imparate vi sembrerà di scavare sempre più affondo nei significati, nella poetica e in quel cinismo trascinante. La caratterizzazione dei personaggi è maniacale e stratificata, le scene sono piene di easter egg e collegamenti ad altre puntate che donano un’ulteriore chiave di lettura alla puntata stessa. Una teoria è che noi spettatori non seguiamo sempre le vicende di due singoli specifici Rick e Morty, ma probabilmente, essendo i due esistenti in infinite realtà, stiamo assistendo alle storie scollegate (a volte si a volte no) di vari e differenti Rick e Morty. Non allarmatevi, le puntate non seguono un arco narrativo ben preciso, non c’è molto da capire in Rick e Morty, tutto è molto semplice e niente nella trama o nei significati è difficile da capire.
Nella serie, non soltanto i cinque membri della famiglia sono personaggi indimenticabili: c’è ad esempio “persuccello” parodia di Batman e in parte anche del Birdman di Inarritu, mr. Buchettoperpopo, i già citati Miguardi o il Morty malvagio, ovvero quello che sembra l’antagonista principale di tutta la serie e di cui c’è ancora tanto da scoprire. Indimenticabili sono anche vari oggetti o cose di uso comune nella serie: l’astronave di Rick, il plumbus o la televisione inter-dimensionale che mostra programmi televisivi da tutte le dimensioni, tra cui pubblicità su cereali molto particolari e show di combattimento tra automobili e umani.
Come già detto, la vastità e il potenziale narrativo di Rick e Morty sono illimitate, talmente folli che non sarebbe strano che qualsiasi cosa, ma qualsiasi veramente, possa succedere affinché la storia prosegua per chissà quante migliaia di puntate, il tutto senza mai smettere di essere originale. Dal momento che si entra nelle sue logiche dopo almeno un paio di stagioni, la nostra sospensione di incredulità, ovvero la capacità di accettare qualsiasi evento perché le regole di quel mondo ci permettono di farlo, è impossibile da frenare. La cosa che più mi affascina ed essere riusciti ad istruire gli spettatori purché possano aspettarsi ogni cosa ma stupendoli comunque ogni volta. È la creatività nella forma più estrema. Mi azzardo a dire che sia una delle maggiori opere di intrattenimento mai fatte sia per immaginazione che ingegno. Io mi inchino di fronte a Rick e Morty e vi lascio una piccolissima clip per farvi un idea del tipo di umorismo che presenta. Buona visione!