Memento è stato il secondo film di Nolan. Nome famosissimo anche ai meno cinefili che gode dello status di autore conosciuto da tutti, abile, ma a detta mia sopravvalutato. Comunque Memento raggiunse un originalità che ha senza dubbio influenzato gli anni successivi e che portava sullo schermo una storia che, oltre ad esserlo, viene anche raccontata in modo inusuale attraverso la quale il regista creerà le basi per formare il suo stile.
La particolarità di Nolan è infatti quella di basare il film su una certa idea, sempre molto efficacie ma che arrivi ad essere confusionaria, ovvero che faccia provare allo spettatore al stessa confusione del protagonista. Questo riesce bene in Memento, lo vediamo accadere in Inception o nell’ultimissimo Tenet, ma queste sensazioni di frenesia e confusione spesso sono eccessive e rischiano di far perdere chiarezza nella mente del pubblico che rimane colpito dalla spettacolarità e dalla dinamicità della visione, ma confuso sul piano logico. Naturalmente ciò cambia di spettatore in spettatore, ma comunque fa si che l’opera sia complessa perché contorta, e non perché profonda. Lynch ad esempio, è un regista a cui piace dare una vaga idea allo spettatore di ciò a cui sta assistendo, ma senza mai dargli una vera spiegazione. Al massimo indizi che possano permettergli di crearsi una propria interpretazione. Ma c’è differenza tra confusione narrativa data da un intreccio articolato, ad avere come risultato finale una spiegazione libera e multi-interpretativa. Tutta questa premessa per dire che in realtà Memento fa parte della seconda categoria ed è uno dei più riusciti film di Nolan.
Un Guy Pierce perfetto nella parte, interpreta Lenny, ex investigatore di frodi assicurative che a seguito dello stupro e della morte della moglie da parte di un certo John G, ha subito la nascita di un disturbo che non gli permette di avere memoria a breve termine, la quale si azzera ogni circa 15 minuti. Nel cast figurano anche Carrie-Anne-Moss e Joe Pantoliano, rispettivamente Trinity e Cypher di Matrix, tutti e due bravissimi e con il volto giusto. A Lenny rimane soltanto la memoria che aveva fino al momento prima dell’incidente e determinato a vendicarla, è alla costante ricerca del suo omicida. L’unico modo che ha per indagare, essendo la sua memoria instabile è quello di appuntarsi ogni informazione, tatuarsi addosso le più importanti e scattare foto di cose, persone e luoghi utili. Incredibilmente, la storia ci viene raccontata al contrario, dall’uccisione di John G a ritroso, ma anche tramite flashback del protagonista e da sequenze in bianco e nero, che sarebbero cronologicamente ambientate ancora prima di tutto il resto. Confusionario vero? Si, ma lo scopo di Nolan era proprio quello di mostrare allo spettatore, e tirarlo dentro di conseguenza, alla memoria del protagonista, dove tutto si mischia si azzera, riparte da capo, si ripete, perciò, la confusione del montaggio è giustificata e appropriata e sfocia in un finale non poi così tanto esplicativo. Ad inizio film, Lenny ha veramente ucciso la persona che stuprato ed ucciso sua moglie? Non ne è sicuro nemmeno lui. Quindi la confusione, che da lui si riflette in noi, è plausibile. Un film perciò che fotografa alla grande una mente precaria e discontinua e che offre un finale, per via di certe immagini che ci vengono mostrate, che ci accende la lampadina e che ci porta a più di un’interpretazione.
Tornando al discorso iniziale, una storia confusa ma che se osservata con un minimo di attenzione ci stupisce per la dinamicità e ci aguzza l’ingegno. Per tutto il film ci ritroveremo a pensare a come ordinare coerentemente la storia esattamente come tenta di fare Lenny. Memento è di conseguenza forse l’esempio migliore di film che immedesima lo spettatore non solo nella narrazione, ma proprio nel protagonista. Così come la mente di Lenny si azzera ogni 15 minuti, Nolan suddivide la storia in parti cicliche ognuna di 15 minuti, come piccole bolle di memoria tutte separate che essendo brevi e dinamiche donano alla narrazione un ritmo veloce e che mai annoia. Quindi un film senza dubbio meraviglioso per quello che riesce a farci vivere e, anche se complesso, di una complessità relativa in quanto la storia e tutte le sue sfaccettature, non le ha capite nemmeno il protagonista. Il che può far ridere o essere comunque considerata una pecca, ma sicuramente è voluto dal regista. E bravo Nolan!