Astuta donna d’affari o femmina vanitosa? le discussioni sulla Locandiera, la più famosa delle commedie di Goldoni, iniziano con la sua prima rappresentazione nel 1752. È la storia di Mirandolina, bella proprietaria di una locanda alle prese con le proposte amorose di conti e marchesi e con la misoginia del Cavaliere di Ripafratta. Mirandolina alla fine riuscirà a far innamorare il Cavaliere, vincendo la sfida con se stessa: salvo poi decidere di sposare Fabrizio, il suo servitore, confermando così il proprio carattere di donna coi piedi piantati per terra. Banco di prova delle più grandi attrici dell’Otto e Novecento, da Adelaide Ristori a Eleonora Duse, la locandiera continua a stupirci per la novità dell’intreccio e la felicità con cui Goldoni ha dipinto i suoi personaggi.
Titolo: La Locandiera
Autore: Carlo Goldoni
Editore: Rizzoli
Genere: Commedia
Voto: 5/5
Cartaceo ->9€ | Ebook -> 0,99€
Recensione
Hey readers,
oggi vi porto un testo teatrale, un tipico “testo da scuola” che mi ha colpita infinitamente.
“La locandiera” è una commedia in tre atti scritta da Carlo Goldoni nella prima metà del mese di dicembre del 1752. Venne rappresentata per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia, con Maddalena Marliani-Raffi, detta Corallina, nel ruolo della protagonista ed è di gran lunga la più fortunata commedia del commediografo veneziano. La storia si incentra sulle vicende di Mirandolina, un’attraente e astuta giovane donna che possiede a Firenze una locanda ereditata dal padre e la amministra con l’aiuto del cameriere Fabrizio. Messa per la prima volta in scena sul palcoscenico del Teatro Sant’Angelo a Venezia nel 1753, “La locandiera” piacque subito molto, anche se forse non riuscì ad affascinare del tutto il pubblico del tempo. Originale, spiazzante, giocata su una storia d’amore che non si sviluppa secondo gli schemi consueti, ma anzi li rovescia in un gioco di imprevisti, “La locandiera” era probabilmente troppo “moderna”, troppo audace per la sua epoca. Più che una vicenda sentimentale, il commediografo veneziano aveva infatti scritto una storia sull’egoismo e sulla forza di carattere, magnificamente rappresentati nella seducente e sicura Mirandolina, civetta e donna d’affari, indimenticabile e luminoso esempio di un eterno femminino davanti al quale devono crollare tutte le difese degli uomini, anche e soprattutto di quelli che fanno sfoggio di un’esasperata misoginia. Postfazione di Giorgio Strehler.
Questo testo è sicuramente un caposaldo della letteratura teatrale italiana. Pur essendo stato scritto nel 1752 ha delle caratteristiche che possiamo considerare d’avanguardia e femminista. Il personaggio di Mirandolina è una protagonista forte e intraprendente, si fa furba davanti a una serie di uomini che cercano di approfittarsi di lei e “rubare” la sua autonomia. Pur non essendo emancipata come le donne degli anni 2000, in lei si inizia ad intravedere la lotta per la libertà e la possibilità di scegliere per il proprio futuro.
Devo dire che mi sono innamorata di questa commedia per la sua ironia. I personaggi sono per primi caratterizzata ampliando i loro aspetti teatrali e caricaturali tanto da renderli (ehm,.. come posso dire…) delle esagerazioni di una possibile realtà tutt’altro che lontana dai giorni nostri.
Dal punto di vista storico, in sole 90 pagine, Goldoni riesce a darci un piccolo scorcio sulla realtà del tempo. Ad esempio la figura del Marchese economicamente in caduta libera e del Conte che ha acquistato la propria contea pagando rispecchiano ampiamente i fatti che realmente accadevano nel periodo contemporaneo all’autore.
Mi sento di consigliarvi questa lettura per la sua piacevolezza: non mi sarei mai aspettata di apprezzare così tanto questo libro, ma in un pieno e travolgente blocco del lettore si è rivelata una vera e propria salvezza per me, quindi che dire… lasciatevi salvare!
Ho fatto un viaggio nel tempo con questo post. In un attimo sono tornata una studentessa delle superiori, appassionata di letteratura, che nel pomeriggio con le amiche provava le battute di quest’opera…
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Molte anche le trasposizioni di quest’opera. Ad esempio mi ricordo il film con Claudia Mori nel ruolo di Mirandolina e Celentano in quello del Cavalier di Ripafratta. C’era anche una versione a fumetto con Paperone che faceva il cavaliere e quella papera innamorata di lui ( non ricordo il nome) che faceva la locandiera: gli atteggiamenti dei due erano però invertiti in questo caso, perché lei era innamorata e lui no…
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