Intervista al Soprano Marily Santoro: “La Donna Verdiana è una donna volitiva, ribelle ma altrettanto nobile e rispettosa del senso del dovere”

Marily Santoro inizia giovanissima lo studio della Musica diplomandosi sotto la guida di Liliana Marzano e perfezionandosi successivamente con Raina Kabaivanska. Debutta Il ruolo di Violetta ne la Traviata di G.Verdi presso il Teatro Carlo Goldoni di Livorno e da lí altri importanti debutti tra cui Norma ruolo di titolo al Teatro Nazionale dell’Opera di Sofia in Bulgaria, Leonora né “Il Trovatore” di G.Verdi presso il teatro G.Verdi di Trieste, Monica né “La Medium” di Giancarlo Menotti a Modena e Spoleto, Juliette nel “Romeo et Juliette” di Gounod a Sao Paulo in Brasile.


Salve Marily, grazie per aver accettato di essere intervistata da muatyland: iniziamo chiedendole: come e quando si è avvicinata allo studio della Musica?

Sin da piccola, ho cominciato a suonare ad orecchio avevo solo 4 anni, precocissima!


Quando è arrivato l’amore per l’Opera? Quando invece ha capito che avrebbe voluto farne un lavoro?

Ero in conservatorio e studiavo pianoforte, per caso la mia insegnante di solfeggio, sentendomi cantare mi ha in pratica obbligata a fare l’esame per Canto. Ci ho provato, sono entrata seconda in graduatoria, alla prima lezione ho capito che era la mia strada, non ci ho ragionato poi più di tanto.


Lei si è diplomata al Conservatorio F. Cilea a Reggio Calabria e attualmente studia con il soprano Raina Kabaivanska a Modena. Può parlarci del suo percorso di studio?

Il mio percorso di studio è stato molto variegato, la Kabaivanska ha messo in ordine tutto, è e rimane il mio punto di riferimento, oltre l’Artista immensa che ammiro di più.


Quando si approccia ad un nuovo spartito, come organizza lo studio dal punto di vista drammaturgico, interpretativo e musicale? Come crede che questi fattori debbano influenzarsi ed interagire tra loro per una migliore esecuzione?

Leggo subito lo spartito, analizzo obbiettivamente i miei punti di forza e i punti da risolvere, comincio a studiare il ruolo e contemporaneamente lavoro sul personaggio, lo lascio parlare dentro di me. Mi affido molto al mio intuito e poi mi confronto con chi di dovere.


Il suo ruolo preferito e perché?

Non ho un ruolo preferito, ogni ruolo che arriva, porta con sé un messaggio, sia per me che per il  pubblico. Ogni personaggio cresce con l’artista sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista interpretativo. Sono comunque molto legata emotivamente al personaggio di Leonora de “Il Trovatore”.


Quale ruolo invece le piacerebbe affrontare in un prossimo futuro?

Il mio sogno in questo momento è Liu’. Amo molto questo personaggio e spero dal profondo del cuore di poterlo debuttare il prima possibile.


Ha un autore che sente più affine a se?

Il mio percorso artistico nasce sotto il segno di Giuseppe Verdi. Mi piace l’eleganza e la nobiltà che traspare moltissimo nel repertorio Verdiano. La Donna Verdiana è una donna volitiva, ribelle ma altrettanto nobile e rispettosa del senso del dovere. Mi ci ritrovo in pieno.


Come descriverebbe la sua vocalità?

Una vocalità lirica che per indole sa trovare anche accenti drammatici, come immagine potrei davvero usare il paesaggio della mia terra d’origine, la Calabria ed il suo mare, a volte calmo a volte tempestoso.


Qual è stata la più bella esperienza professionale che ha vissuto nella sua arte da raccontare ai nostri lettori, e perché proprio quella?

In realtà la mia più bella esperienza professionale è stata paradossalmente in un luogo per nulla “Professionale” ma ricco di grandi significati umani e spirituali. Esattamente l’anno scorso sono stata invitata a fare una forte esperienza di volontariato a Lourdes, per tutti ero Mariangela, scegliendo di vivere questo momento in completo anonimato. Sta di fatto che mi hanno riconosciuta e mi han chiesto di cantare un brano per un avvenimento particolare che  è la storica processione del Flambeau dove in media ogni giorno partecipano più di 3000 persone, molti dei quali malati ed in carrozzina. Ho scelto di cantare l’Ave Maria tratta dall’Otello di G.Verdi. Una esperienza del genere ti cambia dentro, o meglio ha cambiato profondamente il mio modo di vivere questo mestiere che ha in primis la missione di arrivare al pubblico, dire una verità, quella che guarisce, che fa riflettere, che porta ad evolversi. Ecco perché il cantante deve essere molto esigente con se stesso. Ha davvero in mano un tesoro in un vaso di creta!


Quali appuntamenti occuperanno il suo calendario prossimamente, può darci qualche anticipazione?

Due debutti importantissimi, il primo sarà il 5 settembre “Messa da Requiem” di Ruggero Leoncavallo. Una prima mondiale assoluta per l’anniversario della morte di Big Luciano presso il Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena e successivamente volerò in terra nipponica per un alto grande debutto, sarò infatti Ciò Ciò San in “Madama Butterfly” di G.Puccini per il Japan Opera Festival a Nagoya. Sono molto emozionata!!!


Quali aspettative ha per il futuro? Un sogno nel cassetto?

Continuare a cantare e far davvero felice tanta gente! Nulla di più!

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