Billy Summers è un sicario, il migliore sulla piazza, ma ha una sua etica: accetta l’incarico solo se il bersaglio è un uomo davvero spregevole. Ora ha deciso di uscire dal giro, ma prima deve portare a termine un’ultima missione. Veterano decorato della guerra in Iraq, Billy è tra i più abili cecchini al mondo: non ha mai sbagliato un colpo, non si è mai fatto beccare – una specie di Houdini quanto si tratta di svanire nel nulla a lavoro compiuto. Cosa potrebbe andare storto? Stavolta, praticamente tutto.
Titolo: Billy Summers
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Thriller
Data pubblicazione: 26 Ottobre 2021
Voto: 3.5/5
Cartaceo -> 21,90€ | Ebook -> 10,99€
Recensione
Il bello di zio Stephen è che, indipendentemente dal genere che scriva, dal formato – romanzo, racconto, sceneggiatura – e dai personaggi che mette in azione, il più delle volte riesce a sfornare un capolavoro. Certo, i suoi scivoloni li ha fatti anche lui, perchè dopotutto è umano – forse -, ma ogni volta che mi cimento in una sua lettura, se la trama non mi risulta un granché so sempre che potrò rifarmi con il suo stile narrativo inconfondibile, del quale sono addicted ormai dalla veneranda età di dodici anni.
Il Re riesce a far appassionare anche a mattoni kilometrici come It, l’insuperabile storia horror del pagliaccio assassino che oggi conoscono anche i bambini, visto il successo del remake diviso in due atti che tanto ha appassionato il pubblico, oppure i meno conosciuti L’ombra dello scorpione o The dome, ancora tutta la saga meravigliosa de La torre nera.
Billy Summers, suo thriller piuttosto recente, di certo non eguaglia la lunghezza delle opere prima citate, ma di certo ha pure questo una discreta mole. Quando i miei me lo regalarono ero troppo presa dalla tesi magistrale per potermi mettere a leggere, e sono felicissima di poter affermare che è stato il primo romanzo con il quale ho ripreso con la letteratura dopo il brutto momento di immobilità dovuto a Italianistica, che mi aveva gelato in un bruttissimo e sterile periodo di sporadiche letture fatte di notte, con il sonno che mi premeva sulle palpebre e il senso di colpa per dedicarmi a qualcosa che non fosse rileggere per la trecentesima volta l’elaborato di 270 pagine sull’esilio letterario degli autori romeni post Seconda guerra mondiale.
Billy Summers è uno di quei romanzi che ruotano tutti attorno a un personaggio, che ricavano la loro forza dalla potenza personale e stratificata di cui vanta il protagonista che, in questo caso, altri non è che il Billy Summers del titolo. Ma chi è costui?
Billy è un ex militare, infallibile con il cecchino. Una volta terminata la campagna in Iraq, solo e senza scopo, ha trasformato il dolore per il suo passato e le capacità da soldato nel suo nuovo lavoro: assassino di professione, ingaggiato soltanto da chi si può permettere i suoi servigi. Ha delle regole, tuttavia, per decidere se accettare o meno un incarico. Billy, infatti, senza stare ad andare per il sottile questionando sul suo lavoro ben poco ortodosso, ha una morale. Non uccide che uomini cattivi, ossia tizi che hanno compiuto malvagità ai danni dei più deboli – stupratori, pedofili, omicidi etc. E’ molto apprezzato nel suo campo grazie all’immagine che dà di sè, quella di sciocco cecchino bravo solo ad ammazzare ma ignorante e incolto – cosa che, invece, Billy non è, però gli torna comodo farlo credere. Solo che è stanco di uccidere. E’ arrivato al giro di boa: vuole ritirarsi. Prima di togliere le tende e ripudiare la vita da malvivente per trovare finalmente un po’ di pace, viene chiamato per il suo ultimo incarico: deve freddare un uomo cattivo, di questo si è appurato prima di mettersi a disposizione di Nick Majarian, suo vecchio collaboratore e pezzo grosso nell’ambito della criminalità. Billy ha messo bene in chiaro con il conoscente che ‘sta volta farà un lavoro pulito e poi si leverà di mezzo, e Nick non ha niente in contrario. Se non che la missione, questa volta, richiederà un po’ più di tempo del previsto. Infatti, il tizio che Billy deve accoppare è ancora nelle spire della burocrazia, perchè molto probabilmente finirà alla pena capitale e ha chi lo protegge e vuole preservarlo da questa brutta fine, guadagnandogli magari solo un ergastolo.
Mentre aspetta che l’obiettivo arrivi a destinazione, Billy dovrà aspettare anche sei mesi, se non di più. Dovrà mischiarsi tra gli abitanti della cittadina addormentata nella quale si terrà il giudizio, conoscendo persone, facendosi bene amare e non destando sospetti. Solo che sei mesi sono lunghi, e per un tipo particolare come Billy, duro e rigido ma dal cuore tenero, sarà complicato trascorrerli senza avvicinarsi troppo ai vicini di casa e ai colleghi. Infatti, andando avanti con l’età, Billy ha difficoltà a mantenersi freddo e insensibile e, ormai da tempo, lunghe crepe gli serpeggiano sul corpo, lasciando entrare quei sentimenti dai quali si è a lungo tenuto alla larga.
Tenere in piedi la sua identità fittizia non è complicato, però, anzi. Billy interpreta infatti uno scrittore in cerca dell’ispirazione per stendere il suo ultimo romanzo. Per rendere il tutto un po’ più credibile e vero, gli viene consigliato di scrivere sul serio qualcosina, così il nostro eroe prende a buttar giù bozze e appunti riguardo una storia molto speciale: la sua. Infatti, il protagonista vanta un passato agghiacciante, che lo ha condotto a diventare quello che è adesso. Un destino gramo che non lo ha risparmiato alle più atroci sofferenze, sia da civile che da soldato.
Riuscirà Billy ha portare a termine il suo incarico e a potersi per sempre ritirare? E, già che ci siamo, a finire di scrivere il suo romanzo, attività che lo intriga sempre più? E’ vero che gli ultimi colpi sono sempre i più complicati da portare a termine, e nemmeno per Billy sembrano esserci eccezioni. Qualcosa, infatti, sembra bollire in pentola, in un’atmosfera nella quale tutti possono trasformarsi in potenziali nemici e voltargli le spalle e la sua tempra di assassino professionista, giorno dopo giorno, pare infiacchirsi.
Questo non è che uno scampolo della trama di Billy Summers. Infatti, lasciandomi interdetta dopo circa duecento pagine di lettura, la faccenda dell’omicidio si conclude avanzando circa altre 300 pagine e passa scritte fitte. Avevo subito capito che la storia non era tutta lì, ma non mi sarei aspettata che la parte bella giungesse solo a più di un terzo del libro. E’ oltre, infatti, che fa la sua comparsa il personaggio di Alice, una ragazza a cui Billy salva la vita per il rotto della cuffia dopo che è stata violentata e abbandonata sul ciglio di una strada. Ma di lei non voglio dire altro, perchè il suo arco narrativo con Billy dà vita alla parte migliore dell’opera e non potrei lasciarmi scappare nulla senza cadere nell’area spoiler.
Il romanzo è complicato, per certi versi, e in alcuni punti la mia attenzione calava. Questo devo ammetterlo, soprattutto in determinate occasioni sentivo proprio di essere respinta fuori dal libro. Soprattutto è accaduto nelle parti più specialistiche, quelle in cui si parla di otturatori, fucili e codice penale. Sappiamo come è fatto zio Stephen, tutto ciò che tratta vuole passarlo al setaccio, e quindi si spende anche in giri di parole eccessivamente lunghi per comunicarci per filo e per segno come funziona un cecchino, quale è il sistema di votazioni in vigore in America al giorno d’oggi e tanti altri dettagli superflui al racconto. Fa sempre piacere imparare, solo che in un romanzo thriller l’attenzione deve sempre rimanere serrata e all’attivo, per non rischiare di estromettere il pubblico dal flusso degli eventi e spingerlo a leggere sempre di più
A parte questo, il ritmo è quasi sempre costante e la storia accattivante. Un po’ lenta, forse, ma ciò è necessario per condurre all’esplosione di violenza della seconda parte dell’opera, a creare quell’effetto del tipo: “No, non posso smettere, un altro capitolo” che vi accompagnerà fino alla conclusione.
Il romanzo parla di molte cose: guerra, sensi di colpa, redenzione, morale e così via, tutte tematiche piuttosto di spessore trattate alla perfezione da King. Grazie alla tecnica della cornice, queste si spalmano nel manoscritto a macchia d’olio, impregnando le pagine e disseminando messaggi qua e là che colpiscono il lettore dritto in fronte e lo portano a riflettere. Il racconto del passato di Billy, che si distingue dalla storia principale per il diverso formato con il quale è riportato, è appassionante tanto quanto la trama principale, anche se molto triste. Si alterna al presente del cecchino con maestria, infarcendo il manoscritto di violenta critica contro la guerra in Iraq, la politica di Trump e i conflitti in generale. E’ vero, Billy costituisce un po’ il cliché del soldato super dotato e, nei capitoli dedicati all’Iraq, si respira un po’ l’aria stantia della storia del veterano di guerra. Tuttavia, non è così grave. Se il romanzo avesse trattato solo di quello, allora sarebbe anche potuto risultare pesante, ma il tassello della guerra è solo uno dei molti che si incastrano fra loro nelle pagine del libro. Sono parti un tantino retoriche, ma si amalgamano bene al resto.
Se la prima parte del romanzo è più statica e lenta, dall’arrivo di Alice in poi tutto si ringalluzzisce. Come Billy, anche la storia pare riprendere a vivere, velocizzandosi e appassionando maggiormente il pubblico. Infatti, da qui in poi entrano in ballo faccende scottanti, tradimenti e piani da attuare con la massima precisione, per riuscire a sopravvivere. Billy e Alice saranno impegnati in un viaggio on the road per l’America alla ricerca della vendetta e della giustizia, ma non dirò altro. Solo, se faticate un po’ all’inizio, tenete a mente che il romanzo si risolleva discretamente da un certo punto in poi, e tutte le informazioni incamerate in principio serviranno solo a farcelo godere di più.
Tra Billy e Alice si forma un rapporto meraviglioso, non si capisce bene se padre-figlia o amante e amante, ma che non può fare a meno di emozionare. Sono persone diversissime ma, al contempo, perfette l’una per l’altra, e seguire le loro avventure diventa il motore principale che porta avanti la narrazione fino al finale che, da telefonato quale poteva sembrare, si rivela mozzafiato in quanto ribalta del tutto le carte in tavola. La trovata conclusiva fa davvero un certo effetto, forse costituendo una delle cose migliori dell’intera opera.
Dunque, Billy Summers è un romanzo che non disdegna i cliché, la lentezza narrativa e uno stile, almeno per certi versi, piuttosto piano. E’ una storia di riscatto che vi darà profondi spunti di riflessione e, se amate il genere, entrerà a far parte facilmente dei vostri romanzi preferiti. Se invece, come me, siete più degli amanti del King Re dell’horror, forse sulle prime storcerete il naso di fronte a un romanzo thriller di queste dimensioni e dall’andatura così paziente. Tuttavia, non vi pentirete di averlo letto, perchè comunque intrattiene e, per lo meno, anche se sulle prime non ci se ne accorge, rapisce e trasporta in un mondo altro. Arriverete alla fine affezionandovi a Billy senza rendervene conto, e a sentire la mancanza di un libro che, dopotutto, non giudicavate così brillante.
Voto: 3,5/5