Recensione “Giorni senza tempo” di  Cristina Pacinotti 

Durante il lockdown, mentre la pandemia avanza, la protagonista di questo memoir fruga tra scatole di ricordi, lettere, fogli di appunti e album di vecchie foto: tappe della sua storia personale che si fanno flusso di reminiscenze e riflettono la generale mutazione storica. Rievocando la propria verità emotiva di “cercatrice di felicità”, la percezione dell’umana fragilità, evidenziata dalla diffusione del Covid-19, va di pari passo con la riflessione sulla necessità della transizione ecologica e di un nuovo rapporto con la natura.

Titolo: Giorni senza tempo
Autore: Cristina Pacinotti
Editore: Calibano
Genere: Biografie
Data pubblicazione: 26 Aprile 2021
Voto: 5/5

Classificazione: 5 su 5.

Cartaceo -> 19€

Recensione

Allora, innanzitutto questo romanzo è bellissimo.
E, poi, devo aggiungere che questo romanzo è bellissimo.
Come, non ve l’ho detto? Questo romanzo è bellissimo.

Ok, credo che il concetto sia passato, ma ora torniamo seri. Giorni senza tempo è una vera e propria epopea nel ricordo, nelle memorie di una persona straordinaria dalle idee incredibili e dalla vitalità disarmante, che mi ha lasciato senza parole.


L’autrice costruisce un viaggio meraviglioso e incredibilmente interessante che parte dalla riesumazione di foto, lettere e biglietti, saltando in luoghi e tempi differenti seguendo la logica della narrazione, raccontando gli avvenimenti importanti della sua vita. Tutto ciò, però, rapportato a quel che sta accadendo al giorno d’oggi, al Covid-19 e al lockdown forzato che ci ha costretto nelle nostre case per ore interminabili, senza poter mettere il naso fuori casa e respirare un po’ d’aria buona. Mesi passati ad arrovellarci il cervello nel tentativo di trovare qualcosa che ci possa intrattenere, un’attività che distragga dalla monotonia dei giorni tutti uguali, tutti lenti, tutti stanchi, che si trascinano fino al calar del sole con andatura pigra ed estenuante.

Tutto comincia con la nascita dell’autrice, le feste dei suoi cari e l’amore che la famiglia riversa su di lei. Cresce a Pisa, città che ho nel cuore visto che vi ho frequentato l’università, e subito dimostra un carattere forte e deciso. Non le piacciono l’ipocrisia e la mentalità borghese, partecipa a cortei per protestare contro le ingiustizie e si rasa i capelli per determinare la sua identità, con grande dispiacere della madre. Ma Pisa è troppo piccola per lei, l’Italia intera non le basta. Ha una mentalità da viaggiatrice e, nel corso della sua vita, l’autrice visiterà molte città meravigliose. Parigi le rimane nel cuore, vi abiterà anche per qualche anno, facendo nuove amicizie ed esplorando se stessa e ciò che la circonda. E’ un’attivista che si batte per quel che è giusto, un’agente immobiliare, un’avventuriera alla ricerca di emozioni sempre nuove. Dunque visiterà i posti più disparati del globo, dall’India a Berlino, imbattendosi in persone interessanti e sperimentando tutto quel che la vita le offre. Droghe, amore, eccitazione, scoperta si uniscono in un unico vortice colorato di emozioni e sentimenti che l’autrice, con la sua tecnica narrativa, riesce a far penetrare sotto pelle. L’impulso a leggere, ad andare avanti nello scoprire la sua storia spinge a divorare i capitoli uno dopo l’altro.

Ho trovato molto toccante il rapporto dell’autrice con il padre e l’amore che prova per i suoi bambini. Ho adorato il suo modo di raccontare la pandemia, mischiandola ad eventi di vita passata che si richiamano alla mente mediante una frase, una foto, un ricordo. La sua ideologia, alla cui base sta l’importanza del recupero di un rapporto vero con la natura, la sposo pienamente. A volte non siamo consapevoli della fortuna che abbiamo, al fatto che ci siano concesse dalla natura meraviglie delicate e da proteggere. Tuttavia, questo concetto è semi sconosciuto all’uomo medio, che non si preoccupa di abbandonare mascherine per terra o gettare guanti di plastica in un prato, dopo che ha finito di usarli. Indolenti e indifferenti rispetto al suo stesso destino, l’umanità dovrebbe frenare e fermarsi un attimo a riflettere su quanto ci è stato concesso e su quanto lo stiamo rovinando.

Detto questo, il romanzo è veramente affascinante nella tecnica utilizzata per narrare la storia, nei fatti riportati e nelle vicende che ci vengono narrate. La scrittura è sopraffina raffinata o concreta in base alla situazione. Riesce a coprire il più ampio spettro di stile narrativo, con il risultato di essere incredibilmente coinvolgente. La riflessione sul Covid-19 è limpida e fresca e ognuno di noi potrebbe cogliervi rispecchiati i propri pensieri, le proprie ansie e frustrazioni. Il messaggio che manda l’autrice, in queste stupende pagine, arriva forte e chiaro e dovrebbe condurci ad un esame di coscienza.

Veramente, veramente un libro bellissimo, che racconta una storia e ha la pregnanza socio-politica di un saggio.

Voto: 5/5

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