“Gli uccelli” (1963) di Alfred Hitchcock

Di tutti i film del gran maestro Hitchcock, “Gli uccelli” è quello che fece il maggior successo al botteghino. Un’impresa mastodontica da tutti i punti di vista, anche di costo, e con un enorme impiego delle migliori tecnologie dell’epoca. Il tutto per riuscire a rendere realistica la presenza di corvi, gabbiani e cornacchie, gli antagonisti principali del film.

Nonostante tutto, è forse il film di Hitchcock che nel corso del tempo ha perso più degli altri la sua valenza artistica. Il motivo sono gli effetti speciali. Nel film, i protagonisti sono perseguitati e braccati da stormi di uccelli, dove, nelle scene horror e thriller, questi sono stati, nella maggior parte dei casi, aggiunti su pellicola tramite artifizi del mestiere piuttosto invecchiati, in quanto la computer grafica doveva ancora essere inventata. Nonostante però l’effetto speciale si noti e quindi il realismo si perda, l’effetto in qualche modo riesce, tant’è molte volte le sequenze di attacco degli uccelli hanno comunque una grandiosa forza visiva.

La storia è quella di Melanie, ricca ragazza di San Francisco, di Mitchell, avvocato che risiede nella cittadina di Bodega Bay, della sua gelosa madre Lydia e della sua piccola sorellina Cathy. Un poco alla volta, il comportamento degli uccelli del posto sarà sempre più strano finché non cominceranno ad attaccare in stormi tutti i cittadini seminando il panico.

Ma allora dove sta la forza di questo film, se come dicevo, nel passare degli anni questo ha perso la sua magia? Perché ha una struttura ben salda e definita, un originalità inimmaginabile che è andata ad influenzare tutti i film catastrofici fino ad oggi e perché certe sequenze di tensione sono terrificanti ancora oggi. Io sono della politica che se quel che vedo emoziona, allora va bene!

Partiamo dalla struttura. Per la prima ora non vediamo quasi nessuna sequenza thriller. Gli uccelli sono inizialmente innocui ma piano piano li vediamo organizzarsi, come se pianificassero i loro attacchi, e saranno sempre di più nei pensieri dei personaggi che cominceranno a notare nei volatili sempre più strani comportamenti. Principalmente comunque, la prima parte di film si limita a presentare i personaggi, la loro psiche e dà inizio al rapporto sentimentale tra Melanie e Mitchell nonché a far si che lo spettatore empatizzi ben bene e a lungo con i personaggi. Nella seconda parte, ora che lo spettatore è affezionato a Melanie e compagni, cominciano gli attacchi degli uccelli, che oltre a suscitare terrore arrivano anche ad uccidere brutalmente. La scena in cui Lydia scopre il cadavere di un contadino con gli occhi cavati, è una delle più spaventose che mi sia capitato di vedere, grazie anche all’improvviso avvicinamento dell’inquadratura al primo piano del cadavere. C’è poi una sequenza in un bar, di circa un quarto d’ora, dove la gente di paese discute del problema tra scetticismo e ubriaconi che annunciano la fine del mondo. L’ironia e la commedia in questa lunga scena fanno riprendere il fiato allo spettatore per l’atto finale. Gli uccelli attaccano all’improvviso nella seconda scena, di nuovo a detta mia, più bella del film. A seguito di un attacco ad un ignaro benzinaio, la benzina comincia ad inondare la strada fino a che un cittadino sprovveduto non getterà un fiammifero a terrà facendo causare, prima un’esplosione e poi un percorso di fiamme che risale fino al distributore di benzina per un secondo grande scoppio. Da qui in poi, il film è padre di tutti i film catastrofici della nostra epoca, sia per la situazione disastrosa che per protagonisti archetipi e riutilizzati in opere di questo genere: un bambino/a, una persona anziana, una coppia di innamorati. Il finale poi fu tanto odiato per non essere conclusivo. I protagonisti, consapevoli che simili disastri stanno accadendo in tutta America, lasciano Bodega Bay circondati da migliaia di uccelli che osservano silenziosi. La sensazione di mancanza di speranza per protagonisti con cui si ha empatizzato per due ore di film è terrificante.

In conclusione, la costruzione della storia è magnifica, lenta e rischiosa nella prima parte tanto che anche la critica dell’epoca non la giudicò proprio positivamente, ed esponenzialmente potente nella seconda. Il risultato è un film che funziona ancora oggi ed emoziona con almeno due o tre scene indimenticabili. Vi lascio il trailer promozionale dell’epoca dove un ironico Hitchcock presenta il film rivolgendosi direttamente al pubblico. Buona visione!

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