Diario di guerra. Secondo Moroni. Jesi, 27/03/1918-fronte russo, 20/02/1942 a cura di Cristiano Coppa

1942. Seconda guerra mondiale. In Ucraina viene trovato un diario che percorre migliaia di chilometri e arriva in Italia. Il manoscritto è logorato dall’acqua e macchiato dal fango; dietro la copertina c’è una firma: Moroni Secondo. È il nome di un caporale di ventitré anni che racconta, con eleganza di stile, il suo viaggio verso il fronte. L’autore porta con sé il lettore nel gelo di un terribile inverno, gli fa provare i morsi della fame, la nostalgia della famiglia, l’amore per la fidanzata lontana, la forza della fede e della preghiera, lo fa lottare per i diritti dei soldati, gli mostra la devastazione e il dolore causati dal conflitto, gli fa cambiare prospettiva nei confronti della guerra e dei “nemici”, lo fa sperare in un mondo più umano: “Speriamo che giunga un domani conclusivo, questa è la mia preoccupazione. Ma di tutto pazienza, questa è la nostra guerra, quanti stanno peggio di noi? Del caos che ha coinvolto il mondo in questa lotta tremenda, quando si può, se ne parla tra noi e lo si vive come meglio si può”.

Titolo: Diario di guerra. Secondo Moroni. Jesi, 27/03/1918-fronte russo, 20/02/1942
A cura di: Cristiano Coppa
Editore:  Prospettiva Editrice 
Genere: Diario
Data pubblicazione: 27 Marzo 2020
Voto: 5/5

Classificazione: 5 su 5.

Cartaceo -> 14€


Recensione

“Diario di guerra” di Secondo Moroni, a cura di Cristiano Coppa, è una finestra su un’epoca a noi per nulla lontana. Nonostante il libro sia intitolato “Diario di guerra”, in realtà parla principalmente dei sentimenti di Secondo, della sua quotidianità lontana da casa.

La sensazione costante che ho provato nel leggere questo diario è stata “perché lo sto leggendo solo ora?”. Quello che è poi diventato un pensiero continuo è il perché non mi sia stata data la possibilità di leggerlo ai tempi delle superiori. Conoscere la storia tramite i libri di scuola è sicuramente fondamentale, ma i giovani finiscono per vedere la storia attraverso un panno che offusca la realtà. Leggere un diario di questo genere può invece far capire, come a fare la guerra in prima persona, non fossero i politici di turno o i grandi nomi che leggiamo sui libri di storia, ma a farla sono stati giovani come Secondo Moroni. Giovani come i nostri ragazzi che ora si trovano tra i banchi di scuola, i loro fratelli o fidanzati, o addirittura loro in prima persona. Giovani con sogni, con un avvenire pronto a conquistarli, ad arricchirli o a deluderli. Giovani che con la loro vita hanno scritto la storia.

Trattandosi di una storia vera e non di un romanzo o di una storia a tratti romanzata, i tempi narrativi non sono sicuramente quelli a cui i lettori odierni sono abituati. Ma come tale era inevitabile e giusto.

È facile leggere la quotidianità, le speranze e i pensieri di un giovane di cui sappiamo quale sia stato il destino? Per nulla, non lo è. Ma di Secondo Moroni è rimasto questo ricordo ai posteri. Di molti, troppi altri ragazzi non è rimasto nulla. In molti casi, come in quello della mia famiglia, dopo più di 70 anni non si è mai andato oltre il “Disperso”.

Con questo ultimo pensiero mi sento di salutare i miei lettori: leggete il Diario di Secondo Moroni, regalatelo ai vostri amici, alla biblioteca di paese, ai vostri figli. Fate sì, che il dono che un tale scritto rappresenta raggiunga più persone possibili.

Voto 5/5

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