Dodici storie. Un immaginario comune che è contemporaneamente fantastico e cupo. Attimi di trepidante attesa che si alternano a momenti di angoscia, stati d’animo penosi, paesaggi meravigliosi e impossibili. Ci sono omicidi e aggressioni. Qualcuno muore e qualcun altro si salva. Capita di assistere ad avvenimenti inspiegabili o prodigiosi. E accade che i personaggi compiano scelte più o meno condivisibili, proprio come nella vita, interrogandosi su quanto sia possibile scendere a compromessi con una realtà, ben diversa da quella a cui sono abituati, senza impazzire o lasciarsi soggiogare.
Titolo: Eterno autunno: Dodici incubi di carta
Autore: Luca Angelo Spallone
Editore: Robin
Genere: Raccolta di racconti
Data di pubblicazione: 20 Gennaio 2021
Voto: 5/5
Cartaceo -> 18€
Recensione
Se mai dovessi leggere lo stesso genere per il resto della mia vita, sicuramente sarebbe l’horror.
E se avessi anche il diritto di decidere in quale forma gustarmelo, sicuramente direi: raccolta di racconti, per tutta la vita.
Quindi, l’opera di Luca Angelo Spallone non poteva che stregarmi.
Una raccolta di storie legate dal fil rouge del brivido, che attingono a piene mani al pozzo dei terrori più profondi dell’essere umano. Stiamo parlando di paure viscerali, radicate a fondo in ognuno di noi, da quelle più materiali ai timori che dominano la dimensione psicologica. L’orrore prende la figura di ragni, vermi e bestie feroci che si aggirano per le nevi, ma anche di dissociazioni della personalità, follia pronta a scatenarsi da un momento all’altro e inquietanti dimensioni alternative dagli aspri colori dell’incubo.
Ogni racconto ha il suo perché, la sua carica espressiva che sfocia poi nei brividi che vi percorreranno la schiena a cascata. Questo perché, anche una volta terminata la lettura, la sensazione che generano le parole sapientemente abbinate in queste pagine rimane appesa al collo e soffoca. Ti si attacca alla schiena, alle spalle e lungo la spina dorsale, gelando. Questi effetti si possono raggiungere solamente grazie alla mescolanza di un ottimo stile di scrittura e delle tematiche spaventose e perverse, in grado di scatenare la reazione di chiunque non abbia i nervi d’acciaio.
Credetemi quando dico che, per un motivo o per un altro, le emozioni create dalla trama vi rimarranno incuneate nella mente.
Ritengo che, per sviluppare delle vicende così originali e inquietanti, l’autore debba possedere un’immaginazione sterminata. E Luca Angelo Spallone ce l’ha senza dubbio! Una immane fantasia che, in questo caso, plasma con le dita affusolate ed oscure della tenebra. Va alla grande, mixando gli elementi giusti nel modo giusto.
I racconti che ho preferito… Beh, è un problema elencarne soltanto alcuni. Questo perchè sono tutti belli, sinceramente parlando.
L’ultimo, ad esempio, quello da cui prende il titolo l’intera raccolta, è un’avventura allucinante ai limiti dell’impossibile. Andrea e sua moglie si trasferiscono nella loro nuova casa e tutto dovrebbe procedere per il meglio. Soltanto che lei percepisce qualcosa che non va, nell’appartamento. Qualcosa di sinistro e… sbagliato. Andrea non le dà peso ed ecco che le cose cominciano a precipitare. La sua amata scompare nel nulla e, per ritrovarla, Andrea dovrà sprofondare negli abissi infernali di una quotidianità perversa, sfidando il demone che ha trascinato sua moglie in una dimensione allucinante della realtà di tutti i giorni.
E che dire dell’ultima storia? Fantastica.
Giulia, dopo un malessere momentaneo e uno strano parto, diventa la “madre” di un esserino a otto zampe. Dopo la paura iniziale, instaura con il ragno uno strano rapporto, un legame intenso e particolarmente stretto che non può non generare inquietudine nel lettore. Soprattutto quando lei, per difendere l’essere, inizia a comportarsi in modo aggressivo e… strano. Non voglio dirvi altro perché questo racconto va assolutamente letto, gustato e impresso a fuoco nelle viscere.
Per concludere, chiunque ami il terrore e i brividi non può lasciarsi scappare questo libro.
Risponde con estrema precisione alla mia definizione di libro perfetto. Stile scorrevole, limpido e non complicato. Le storie hanno un contenuto allucinante e innovativo e il modo in cui sono espresse riesce a far accapponare la pelle perchè, dalla semplicità e la purezza iniziali, si tramuta in una cronaca di orrore e follia senza pari.
I racconti non sono nè troppo brevi nè troppo lunghi. La loro lunghezza è funzionale a quel che vuole comunicare l’autore, nè una parola di più nè una parola di meno.
Quindi, che aspettate? Correte a prendervi un bello spavento!
Voto: 5/5