Recensione “Come Zingari Nel Deserto” di Lori Carmine

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Titolo: Come zingari nel deserto

Autore: Lori Carmine

Editore: Indipendente

Genere: Rosa

Data pubblicazione: 10 Aprile 2018

Voto: 4,5/5

Cartaceo -> 13,10€ | Ebook -> 6€


Sinossi

Quanto coraggio per seguire il proprio istinto e prendere la vita per quello che è. Quanta forza per lasciare andare il peso di una perdita. A volte la cura perfetta si trova nei luoghi più inaspettati. Roma. Un giovane artista arrogante con il mondo ai suoi piedi. Un infermiere nascosto dietro ad un muro. Pittura, rose rosse, vento caldo, terre sconosciute. Diego e Andrea sono un inno alla vita

Recensione

Quando ho iniziato a leggere “Come Zingari nel Deserto” devo ammetterlo, non mi entusiasmava più di tanto. Il romantico non è il mio genere, inoltre la trama sembrava ricalcare i tipici cliché che riempiono le pagine dei libri rosa; Andrea, medico impegnato e all’apparenza timido con un cuore grande come una casa subisce il fascino di Diego, uno scorbutico artista dalla fama di libertino ma che, stavolta, sembra aver perso la testa per quegli occhi azzurri come il cielo terso. I due si conoscono ad una mostra del pittore ed è odio a prima vista all’inizio; Diego trova il comportamento di Andrea da vero militare, rigido, mentre il ragazzo resta indignato dal comportamento sfacciato e non troppo lusinghiero del novello Picasso. Ma, come si sa, l’attrazione è dietro l’angolo e i due cominciano a sentire qualcosa agitarsi nel profondo dello stomaco, o forse del cuore, non lo sanno, sono troppo impegnati ad innamorarsi. Ed è qui, una volta che si è iniziato ad apprezzare la prassi narrativa dell’autrice e che è scoppiata la scintilla, che inizia il bello. Due persone che non potrebbero essere più diverse tra loro intraprendono una strada che porta a scoprire lati nascosti di loro stessi, oppure a rivelarne altri celati troppo a lungo; Diego, l’artista ribelle e tormentato, non sa cosa è l’amore, non l’ha mai provato veramente e quando non riesce a non pensare al viso dell’altro, ai suoi misteriosi tatuaggi, al suo modo di fare ingenuo ma anche istintivo e passionale ha paura. Non riesce a capacitarsi del perchè il suo petto rimbombi in quel modo, non comprende quello che sente rivoltarsi dentro, odia vedersi cambiare e al principio non lo accetta, come se avesse una reputazione da difendere, come se avesse paura di ciò che potrebbe accadere. Andrea è un animo sofferente chiuso in un guscio di lavoro che gli dona tante gratificazioni e al contempo tanto dolore; è sempre circondato da volti sorridenti di bimbi che lo adorano, visi troppo giovani per essere rinchiusi là dentro, lontani dalla luce del sole, troppo vicini invece a una signora vestita di scuro che, inevitabilmente, se li porta via senza lasciarglieli nemmeno salutare. E lui questo non riesce a sopportarlo. Ogni volta che uno di quei piccoli boccioli di uomo abbandona i suoi cari e chiude gli occhi senza aver potuto osservare da vicino la vita, il giovane medico viene trafitto da gelide lame di tristezza,  sofferenza per quelle fragili esistenze spezzate, senso di colpa per non aver potuto fare di più. Sua roccia e conforto da sempre è Paolo, suo grandissimo amico, con cui condivide la casa e i cui modi da prima donna lo riescono sempre a far ridere. Una volta ricevuta la richiesta da parte di Diego di posare per lui viene scosso da emozioni contrastanti, da un lato vuole farlo, dall’altro si sente troppo esposto. E come è incerto nel far da modello lo è anche nella vita sentimentale: troppo buono per dare un dispiacere al tipo che si stava accingendo a conoscere meglio, suo collega a lavoro, troppo convinto di non potersi innamorare di una persona come Diego. Eppure, senza che lui possa far nulla per evitarlo, l’impossibile succede. Diego sarà il primo oltre Paolo, che era tristemente presente, a venire a conoscenza dell’evento straziante che aveva piegato Andrea e la sua vita in un passato seppellito con cura ma che continua a riemergere implacabile; un dolore talmente grande da lasciare il segno non solo metaforicamente, incarnato in uno scorpione scuro tatuato sul suo basso addome. E’ un avvenimento personale che fa provare un atroce supplizio soltanto al ricordo e una volta che sentiamo il ragazzo, in un soffio, rivelarlo all’artista che lo cinge fra le braccia sappiamo che tra loro si è creato qualcosa di indissolubile. Un legame che unisce persone che, rispecchiandosi negli occhi di chi amano, si concedono all’altro nelle loro più delicate intimità, siano queste fisiche o psicologiche; parlando di cose che ci stanno a cuore, che abbiamo paura a lasciar andare, a far uscire allo scoperto, doniamo una piccola ma importante parte di noi a colui del quale ci fidiamo ciecamente e queste frasi sconnesse sono la più grande dichiarazione d’amore che ci possa essere. Chi ci stringe fra le lacrime rassicurandoci che va tutto bene, chi ci accarezza il viso con tenerezza, comprendendoci con un solo sguardo, diviene subito un tassello immancabile della nostra vita, un fondamentale incastro di cui non potremo fare a meno, la cui vista ci regalerà gioia e le cui attenzioni ci scalderanno il cuore, se Dio lo vorrà. Questo libro mi ha fatto piangere elargendomi brividi contrastanti; nel panico ogni volta che i due litigavano o si ferivano, in visibilio e con i lucciconi ogni volta che si avvicinavano e scoprivano a vicenda fino ad un finale da lacrime a fontana. Quello che all’inizio mi sembrava un normale romanzo rosa si è trasformato man a mano in molto di più, un involucro di occhi sgranati e batticuori, un’analisi dettagliata dei personaggi scandagliati nei più reconditi anfratti della loro umanità, un incarto di insegnamenti da tenere bene a mente e non dimenticare mai. Una volta che si è assorbiti dalla scrittura particolare, che segue passo passo le azioni dei due, non si riescono a staccare gli occhi dal libro e ci innamoriamo anche noi di Andrea e Diego, ci innamoriamo del loro amore. Perchè davanti alla dimostrazione di un sentimento così forte da sconvolgere completamente due vite e al contempo tanto puro da permettere di renderle migliori e colme di felicità non si può fare altrimenti.

Voto: 4.5/5

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