Nel periodo che va dal ’72 al ’79, Francis Ford Coppola creò quattro dei migliori film della sua carriera e che sono entrati immediatamente nella storia come capolavori del cinema. Sono certo che li conoscete, sto parlando de: “il Padrino”, “la conversazione”, “il Padrino: parte II” e Apocalypse Now”.
Sebbene questo “la conversazione” sia quello che gode di fama minore non è certamente da meno. Harry Caul (Gene Hackman) è un ricettatore privato e, nella prima scena, lo vediamo registrare la conversazione tra una donna e uomo per conto di un direttore aziendale, per poi arrivare a ritenere che questi voglia ucciderli. Ritenendoli innocenti, deciderà di non consegnare i nastri con la registrazione al cliente. Non dirò altro.
Perché il film funziona? Anzitutto per la notevole quantità di colpi di scena che ci sorprendono e favoriscono il ritmo di una narrazione che è già impeccabile di per se. Essendo però un opera di quasi cinquant’anni fa, vive di molti dialoghi e di scene lunghe anche se non lente. Un modo di fare cinema che si è perso e a cui magri non siamo abituati ma che se visto oggettivamente è indubbiamente realistico, richiede solo un po di attenzione. Sforzo che però alla fine ci verrà soddisfatto naturalmente, perché con “la conversazione”, Coppola non solo ci racconta una storia di spionaggio, ma principalmente la paranoia e le vicissitudini di un protagonista ossessionato dalla privacy. La forza di questo film è che seguiamo Harry non solo nelle sue scelte ma anche nella sua mente e questo è merito di una caratterizzazione del personaggio che rasenta la perfezione, aiutata anche da un interpretazione superba. E’ inoltre interessante il come la messa in scena, tra fotografia, scenografia e la regia di Coppola, ci mostrino l’ambiente e il modo in cui vive e lavora un ricettatore: le sequenze in cui Harry e la sua troupe registrano, il lavoro sui nastri, la fiera per ricettatori ecc… sono molto vocative per lasciarci entrare in quell’atmosfera e in quel mondo. Gli eventi clou della storia poi, sono tenuti in equilibrio e nei tempi giusti così che il film tenga sempre alta l’asticella dell’attenzione dello spettatore, con il ritmo che esplode nelle fasi finali tanto da trasformarsi in un thriller. Il punto è che è una trama che non può essere raccontata, quindi devo rimanere molto misterioso e farvi invogliare senza dirvi cosa succede, sappiate solo che non c’è una singola informazione nella storia che non sia importante per capire le azioni del protagonista, o che non sia utile allo sviluppo successivo della narrazione, vedesi ad esempio la premura di Harry a non invocare mai Dio e ad irritarsi quando lo fanno altri.
Tra gli interpreti troviamo anche un giovane Harrison Ford a fare la parte del vicedirettore dell’azienda, così come John Cazale (Fredo, nella saga del Padrino), Robert Duvall (Tom Hagen, nella saga del Padrino) e la mitica Teri Garr che lo stesso anno sarà Inga nel fenomenale Frankenstein Junior di Mel Brooks. In conclusione è una storia colma di dettagli e maniacale nella cura della narrazione, talmente raccontata bene da rimanerci dentro e toccarci l’anima con quel finale assurdo dove il protagonista suona il sassofono.
Veramente un’ottima recensione! Mi fa piacere sentire qualcuno parlare di questo film, come hai ben detto tu all’inizio, purtroppo è una pellicola che non ha la stessa fama delle altre opere di Coppola, ma è comunque un film incredibile che bisogna assolutamente recuperare. Ottimo lavoro!
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Grazie mille, mi fa molto piacere. Hai ragione, registi come Coppola sono pieni di film meravigliosi che per qualche motivo non vengono presi in considerazione dal vasto pubblico. Il Padrino è piaciuto a tutti, perché non vedere altre sue opere allora?
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Esatto! Io ho deciso di vedere tutta la filmografia di Coppola appunto dopo aver finito di vedere la sua trilogia su Il Padrino. Lui è un regista veramente in gamba e sono sicuro che come artista potrebbe dare ancora qualcosa.
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Sicuramente, non potrebbe. Hai fatto una grandissima scelta te lo assicuro 😉
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