Recensione “Qualcosa nel Buio” di Michael Bray

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Titolo: Qualcosa nel buio

Autore: Michael Bray

Genere: Horror – Thriller

Editore: Babelcube Inc.

Data pubblicazione: 27 Gennaio 2018

Voto: 4.5/5

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Sinossi

In seguito ad un blackout, Billy manda la moglie e i figli a passare la notte dai suoceri nell’attesa che la Trans Energy mandi un tecnico a riparare l’impianto elettrico della loro casa isolata nella campagna.Col crepuscolo  giunge il tecnico, un gigante di nome Grant. Billy fa entrare l’uomo in casa sua, ma scoprirà che non si tratta affatto di una persona normale. Senza energia elettrica e tagliato fuori dal resto del mondo Billy è costretto ad affrontare le torture mentali e fisiche a cui lo sottopone il sempre più instabile e pericoloso tecnico, ed è costretto a spingersi oltre i suoi limiti più estremi per tentare di sopravvivere.

Recensione

“Qualcosa nel buio” é un viaggio all’insegna dell’ansia e dell’orrore all’interno di una storia irreale, inverosimile, eppure non così scontatamente impossibile. Si sa che al mondo esistono molte persone speciali che hanno bisogno di cure e di costante ausilio e controllo da parte di persone qualificate che possano star accanto a loro e ai familiari che ne sono i tutori. L’idea che uno di questi individui, magari aggressivo nei confronti del prossimo e altamente instabile ma al contempo in grado di celare la sua pazzia dietro una maschera di normalità e sorrisi ben costruiti si intrufoli in casa nostra e metta a repentaglio la nostra vita di solito non ci tocca, ma leggendo questo libro, mentre scorrevo con lo sguardo sulle frasi in modo avido e ingordo, per sapere il prima possibile cosa sarebbe accaduto, mi sono voltata più volte verso la porta finestra di casa mia, sentendo qualcosa formicolarmi lungo la spina dorsale. A generare questa strana sensazione non sono state una colonia di formiche provenienti da chissà dove, ma la scrittura magistrale e il pathos che mi ha saputo trasmettere questo breve racconto. Sono sempre stata del parere di che in un romanzo non conta la lunghezza, ma il contenuto; in un libro di trenta pagine può esserci il paradiso racchiuso fra le pagine mentre in un volume di più di cinquecento pagine e passa magari trasuda noia e avvenimenti tirati troppo per le lunghe. “Qualcosa nel buio” é un brillantissimo esempio di ciò, in quanto in poche scene, con pochi personaggi e la stessa ambientazione può veramente stregare il lettore, oltre che farlo sentire insicuro nel calore della sua abitazione. Billy sta cercando con non poca difficoltà di rattoppare il matrimonio dopo un duplice tradimento, anche per permettere al figlioletto di tre anni di vivere una vita serena ancora per qualche anno, fondamentale per la crescita. Quando le luci della casa saltano per l’ennesima volta, mentre, guarda caso, sta cercando di evitare un’altra litigata faticosa con la consorte, sotto la sua spinta Billy chiama un’azienda elettrica per risolvere il problema, mandando però a casa della madre la moglie e il piccolo Tyler perché si sta facendo buio e la casa è fredda, non è sicuro. Ecco, c’è qualcuno alla porta! Billy corre ad aprire e si trova davanti un colosso di uomo che, appena dopo aver messo piede in casa, inizia a comportarsi in modo strano mantenendo comunque un tono di voce gentile e posato, che discorda con ciò che gli esce dalla bocca: ” «Scommetto che quei Cigolatori e Bavaluna non vi danno fastidio da queste parti, non è vero?»”

Per non parlare del fatto che si mette a girare per casa come se fosse la cosa più normale del mondo e intima a Billy di comportarsi bene o se la prenderà con la sua famiglia. Uccide il migliore amico del padrone di casa, campione di arti marziali, venuto a dargli una mano, e continua a farneticare su strane creature dai nomi inventati. Il povero Billy non sa cosa fare per uscire da quella situazione pericolosa e anormale, e nemmeno voi saprete cosa consigliargli perché sarete avvolti dalle spire dell’angoscia. La fine poi è un tocco incredibilmente sconvolgente e da me apprezzatissimo, inaspettato, che mi ha lasciato a bocca aperta e mi ha fatto distendere le labbra in un sorriso amaro, ammirata dall’inventiva dell’autore che ho già adorato in “Carne”.

Questo libro sa tenerti in pugno per quasi tutto il corso della lettura perché, ovviamente, la situazione al cardiopalma non può essere spiattellata subito a inizio testo, sarebbe un peccato. Bisogna arrivarci per gradi, e così fa Michael Bray. Che dire, consiglio questo volumetto a chiunque ami i racconti horror, ma anche thriller e venati da tratti argentati di fantascienza. Buona lettura a tutti!

Voto: 4.5/5

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