Recensione “Le Gattoparde” di Stefania Aphel Barzini

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illa Piccolo, la straordinaria residenza di campagna dell’aristocratica famiglia Piccolo, arroccata in cima alle colline di Capo d’Orlando e immersa in uno splendido parco di oltre venti ettari, fu il luogo in cui la baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò si ritirò quando il marito Giuseppe Piccolo di Calanovella fuggì a Sanremo con una ballerina. Lì visse con i suoi tre figli, Lucio, Casimiro e Agata Giovanna, che vi abitarono fino alla morte. Agata, ultima superstite e vestale della villa, ci racconta la storia della sua vita, della sua famiglia, della sua epoca. Lei, testimone di un mondo che fu, decide di ricostruire questa trama esclusivamente attraverso le vicende delle donne che l’hanno tessuta. Quando il sipario si apre su Agata siamo nella seconda metà del Novecento, ma la sua memoria ci conduce fino alla Sicilia postunitaria, a un momento cruciale della storia di quella terra e del nostro Paese. Tutte le certezze vacillano per l’aristocrazia terriera e le donne Piccolo, come altre loro simili, devono affrontare il cambiamento. Le vediamo lottare per tenere insieme ciò che resta del proprio mondo, resistendo al dissolversi dell’universo che conoscono. Mentre gli uomini di casa, i Gattopardi, assecondano il declino senza porvi argine e con rassegnazione. Le vediamo stagliarsi sullo sfondo di una vita domestica e di società fatta di riti e di fasti, di passioni e di compromessi. Ma anche di lutti e tragedie dettate dalla storia – il terremoto di Messina e le bombe su Palermo – e da episodi di violenza efferata. E ci immergiamo nell’atmosfera trasognata dell’oasi di Villa Piccolo, in cui Teresa crea un bizzarro cenacolo di arte, cultura e letteratura, dove Giuseppe Tomasi di Lampedusa, suo nipote, concepirà la sua opera eterna e passeranno in visita, tra gli altri, Montale, Cederna, Pasolini, Sciascia e Consolo, attratti dalla compagnia, così come dal cibo prezioso che Agata porta in tavola.

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Titolo: Le Gattoparde
Autore: Stefania Aphel Barzini
Editore: Giunti
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 29 Giugno 2023
Voto: 3.75/5

Classificazione: 3.5 su 5.
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Recensione

Ben tornati a tutti lettori, oggi torno a scrivere per parlarvi di una saga familiare siciliana. “Le Gattoparde” di Stegani Aphel Barzini edita Giunti Editore.

Le Gattoparde sono le donne dell’aristocrazia siciliana, figlie, sorelle e mogli di nobili. Sono le protagoniste del romanzo di Stefania Aphel Barzini, che racconta la loro storia da una prospettiva tutta al femminile. In una società patriarcale e maschilista come quella siciliana, il ruolo delle donne era quello di mogli e madri. Non potevano far altro che assecondare i capricci dei mariti o dei fratelli. Ma le Gattoparde non si sono accontentate di vivere nell’ombra. Hanno lottato per il loro posto nel mondo, per la loro libertà e per il loro amore.

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La storia è narrata da Agata Giovanna Piccolo di Calanovella, che, ormai anziana e malata, decide di andare indietro nel tempo e raccontare la storia della famiglia della madre. Il romanzo ha inizio nell’Italia post unitaria e finisce negli anni settanta del Novecento. La prima donna che viene raccontata è Giovanna, la nonna materna di Agata, che lei non ha mai conosciuto ma che ha imparato a conoscere attraverso le storie narrate dalle sue zie. Giovanna è una donna forte e indipendente, che non si lascia sottomettere dal marito. È lei che educa le sue figlie a non accettare il loro destino di donne sottomesse.

Dall’unione tra Giovanna e Lucio Mastrogiovanni Tasca Lanza nascono otto figli, ma due di loro, Lucio e Pia, moriranno bambini. Le restanti sei figlie sono Beatrice, Teresa, Lina, Alessandro, Giulia e Maria. Ognuna di loro ha vissuto un’esistenza diversa, ma tutte hanno lottato per la loro libertà e per il loro amore. Giulia, sposata con il conte Romualdo Trigona, è una donna forte e dignitosa. Nonostante il matrimonio sia andato in frantumi a causa dei continui tradimenti del marito, Giulia non accetta di essere messa alla gogna e di fare la parte della donna tradita. Tira fuori le unghie quando si tratta di difendere se stessa e le sue figlie. Una sera, a un ricevimento, Giulia si innamora di Vincenzo Paternò del Cugno. La loro è una storia d’amore malata, un amore possessivo che culminerà in una tragedia che scosse Palermo e l’Italia.

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Beatrice è la maggiore delle sorelle. È una donna forte e determinata, e probabilmente la più forte caratterialmente di tutte. È madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo. Per il suo unico figlio ha un attaccamento viscerale e morboso, che la porterà a controllarlo e a soffocarlo. Lina è la sorella più fortunata. Ha trovato un uomo che la ama e con lui ha un figlio, Giuseppe. Purtroppo, marito e moglie moriranno sepolti dalle macerie del terremoto di Messina.

Teresa è la mamma di Agata e a causa del disfacimento del patrimonio di famiglia da parte del marito e del fratello, decide di lasciare Palermo e di trasferirsi con i figli a villa Piccolo a Capo d’Orlando. Qui, lontani dalla vita cittadina, Teresa e i suoi figli ritrovano se stessi e il vero significato della vita. Maria è l’unica sorella che non si è mai sposata. È una donna profondamente infelice e malinconica. La sua vita oscilla tra disperazione e tentativi di suicidio. La morte delle due sorelle l’ha profondamente scossa, e l’esito finale della sua vita non è sicuramente felice.

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Agata è l’ultima testimone della sua famiglia. È colei che darà voce alle zie che voce non ne hanno. Attraverso di lei, le zie urlano la loro presenza e rivendicano con orgoglio il loro posto al sole. Gli uomini in questo libro sono deboli e incapaci. Comandano semplicemente perché lo stabilisce la società, ma in realtà sono solo marionette. Dissipano il loro patrimonio non rendendosi conto che niente è illimitato e che prima o poi tutto dovrà finire. La storia dei gattopardi è una storia decadente. Tutto ciò che è stato non potrà più ritornare. Tuttavia, possiamo dire che le gattoparde alla fine sono risorte dalle loro ceneri.

Il romanzo di Stefania Barzini, “Le Gattoparde”, è un affresco vivido e coinvolgente della Sicilia di un’epoca passata. La Barzini descrive una terra ricca di tradizioni e di contraddizioni, dove l’uomo è il padrone e la donna deve esserne devota. La trama del romanzo è inizialmente molto interessante, ma poi perde di mordente nel corso della narrazione. La Barzini si concentra troppo sui dettagli della vita quotidiana della famiglia, trascurando lo sviluppo della storia. Il titolo del romanzo, “Le Gattoparde”, e la sua tematica, la fine di un’epoca, suggeriscono un potenziale che non è stato sfruttato a pieno dall’autrice. Il romanzo avrebbe potuto essere una saga in più volumi, uno dedicato a ogni famiglia o componente della famiglia, tanto è il materiale a disposizione.

Voto 3.75/5

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    molto interessante
    poi le saghe familiari nei libri si fanno sempre leggere bene; peccato che con il mezzo cinematografico (lungometraggio o seriale che sia) vengono deturpate

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    1. Muaty ha detto:

      Adoro leggerle anche io. Altre da consigliarmi?

      Piace a 1 persona

      1. Austin Dove ha detto:

        Finora purtroppo di decente ho letto solo La casa degli spiriti.
        Sai sono più prolifico coi film 🙃

        Piace a 1 persona

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