Luna appartiene alla generazione di mezzo, quella dei trentenni schiacciati tra le aspettative dei genitori e le nuove libertà acquisite dai ventenni. È un’appassionata pittrice che non crede fino in fondo nel suo talento e che non riesce mai a ritrarsi. La sua infelicità, che si concretizza in crisi bulimiche, è causata dal conflitto con il padre, ma, soprattutto, dal compiere sempre le scelte che gli altri si aspettano da lei. Luna lascia Napoli e l’Italia alla ricerca di sé stessa e di una serenità tanto agognata, seguendo la scia di quei giovani che emigrano all’estero sperando di trovare maggiori opportunità. Inizia quindi un doppio viaggio: all’estero e dentro di sé. A Lisbona, Luna incontra Aurora, grazie alla quale scoprirà l’amore e la libertà, nel vero senso della parola. In un mondo distopico in cui il lavoro e la produttività annullano le identità degli individui e l’amore viene vissuto secondo i dettami stabiliti dallo Stato, Luna riuscirà a trovare il suo posto andando contro tutto e tutti, anche la legge stessa.
Titolo: Aurora by night
Autore: Michele Renzullo
Editore: Morellini editore
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 24 Marzo 2023
Voto: 5/5
Cartaceo -> 17€ | Ebook -> 9,99€
Recensione
Questa non è la prima volta che leggo un libro di Michele Renzullo, e ciò mi conduce alla mia prima riflessione riguardo il suo nuovo romanzo, Aurora By Night: WOW. Più che subire una crescita, sembra che l’autore abbia mangiato il pasticcino con su scritto “Mangiami” de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Non mi aspettavo una storia simile (o meglio, forse sì, ma dipinta con altre tonalità) e sono rimasta letteralmente stregata dopo le prime pagine sfogliate. Una narrazione forte, che ti colpisce come un cazzotto dritto sul naso. Lì per lì fai: “Ahia, che cavolo, non me lo meritavo!”, ma poi guardi bene quel pugno e ne osservi le dita chiuse, delicate e flessuose, e ti rendi conto che, forse, di quel colpo ben piazzato ne avevi effettivamente bisogno, perchè ora vedi tutto in modo più lucido. La botta ti ha svegliato, in un certo senso. Ma procediamo con ordine.
Luna è una giovane donna rinchiusa in un matrimonio che si trascina sui gomiti da diversi anni, sta tutto il giorno seduta a una scrivania a parlare con i clienti di Nozama (vi ricorda per caso qualcosa? Dai, riordiniamo le lettere e…) e ha definitivamente scaraventato in un cassetto, serrato a doppia mandata, il sogno di diventare una pittrice. Suo padre e Valentino, il marito, che se ne stanno entrambi a Napoli mentre lei è scappata a Lisbona a cercare di rimettere in sesto una relazione deragliata, non la comprendono. Paiono capire il suo malessere più le paste di cui si ingozza, che rigetta subito dopo, che la sua famiglia. Luna lo sa; la madre, che non ha mai conosciuto, le starebbe accanto. Lei non c’è ora che la ragazza ha perso la presa sulla sua vita, che rotola come una balla di sterpi secchi nella solitudine triste della sua quotidianità.
Solo Aurora pare infondere un certo interesse in Luna. La bella islandese è così diversa da tutti gli altri, proiettata verso un futuro luminoso e, in qualche modo, impermeabile al fango con cui la vita si diverte a bersagliare chiunque, prima o poi. Luna prova nei suoi confronti un sentimento viscerale, differente dall’emozione che sperimenta quando pensa a Valentino. Lui, sì, è buono e la fa sentire al sicuro, ma… non è abbastanza. Come per mille altre cose, Luna si è adattata a lui, che la faceva sentire protetta ed era gentile. Si è accontentata di un lavoro che non la soddisfa, di relazioni umane sterili, di non deludere gli altri piuttosto che seguire veramente il suo cuore.
Questo decide di fare, forse per la prima volta, dopo essere arrivata al limite. E, per lei, niente sarà più come prima. Balza da una città all’altra, da una professione alla successiva, conoscendo persone nuove e attingendo a ognuna di queste a piene mani. Soprattutto Aurora, per lei, sarà un faro luminoso di abbacinante luce celeste. È l’islandese a indicarle la strada che, tuttavia, sta solo e soltanto a Luna sostenere, per essere davvero libera.
Prima il dovere e poi il piacere, dicevano, quindi eccomi qui a elencare quel che, durante la lettura, mi ha fatto un po’ storcere il naso o, comunque, mi ha lasciato un senso di vaga insoddisfazione alla base dello stomaco.
In realtà, è presto fatto: avrei voluto sapere qualcosa di più del padre di Luna, così come della madre. Se il primo, una figura piuttosto negativa per la protagonista, è sempre visto come un genitore asfissiante e coercitivo, la mamma rimane avvolta dalle tenebre del mistero. Avrei desiderato conoscere meglio il signor BabbodiLuna, per empatizzare di più con lui. Ogni volta che spuntava in scena, mi preparavo a una scivolata delle sue, di quelle che fanno sentire l’altro interlocutore come un vermicello grassoccio che a malapena alza la testa dal fango. Si tratta del tipico padre ancorato a una mentalità arrugginita e antiquata che contagia la figlia con la sua apprensione. Si capisce che lo fa perchè è schiacciato dal peso del suo ruolo. Infatti, è l’unico genitore rimasto a vegliare su Luna. La madre della protagonista, invece, è una figura sfumata e inafferrabile, una donna sicuramente amorevole e sensibile che ha amato la figlia con tutta se stessa. Almeno, così è come me la sono immaginata. Non mi sarebbe dispiaciuto avere più informazioni su di lei, formando la mia opinione su dati certi. Ho sperimentato quasi la stessa brama di Luna nel voler sapere di più sulla mamma.
Lo stesso discorso fatto per i due coniugi Esposito potrei averlo pensato per Mariasole. So che è la migliore amica di Luna, una persona che le è stata vicina a lungo, ma le mie conoscenze a riguardo si fermano qui. Certo, è pur vero che la ragazza non appare troppo, durante il romanzo. È un po’ il prototipo di donna di famiglia: sposata, tranquilla e con un figlioletto in arrivo. Ma poi? Chi è davvero Mariasole? Quale è stato il suo ruolo nella vita di Luna, prima che la distanza rendesse labile il legame che le collega? Sostanzialmente, mi rendo conto che tutto quel che segnalo del libro è da ricondurre alla sua brevità. Probabilmente, se il romanzo non fosse stato duecento pagine ma quattrocento, non so se avrei trovato qualcosa da ridire. Tuttavia, in quel caso, magari mi sarei lamentata di altro. Essendo una narrazione breve, mi ritengo oltremodo soddisfatta.
A parte questo, l’ultima cosa che ho da dire non è proprio un consiglio o una critica. Piuttosto, voglio considerarla come un’evidenziata, un dettaglio che deve spiccare di fronte a chi si approccia a questa lettura. Come ho già menzionato, Aurora By Night è un libro crudo. Ti apre a metà mentre leggi, gocciolando fino nei più profondi recessi dell’anima, e lo fa per due motivi: le tematiche trattate e lo stile narrativo.
Non ci si deve sorprendere se, già nei primi capitoli, si affronta la bulimia che affligge Luna da tempo. Nè quando salta fuori il discorso dell’autolesionismo, nè nel momento in cui viene mostrata la prima scena d’amore spinto o si discute di prostituzione, scambismo, violenza, feticismi, suicidio, droga. Questo è il mondo in cui viviamo, cari lettori, e Renzullo non ha paura di svelarlo di fronte agli occhi di tutti. Ho trovato questa scelta coraggiosa e scellerata, ma funziona. Certo, ci sta che qualcuno possa sentirsi turbato da determinate scene o argomenti (anche io, sullo scalino dell’autolesionismo, sono inciampata per qualche istante). Personalmente, ho trovato tutto in linea con la storia che l’autore ha voluto raccontare, dopo aver concluso l’opera: una disperata via di fuga dalla morte dell’anima e la riconquista della propria vita.
Scioccare è un ottimo metodo per far concentrare il pubblico su quel che viene narrato e far riflettere sul sottotesto che giace in controluce. Renzullo permette al lettore di guardarsi dentro, confrontandosi con i demoni di una società in rovina e con i propri lati più oscuri. E lo fa alla grande, con una prosa fresca e carismatica, un andamento veloce e ritmato che tiene incollati alle pagine. So che è un’espressione che si usa molto ma, credetemi, Aurora By Night me l’ha fatta ridefinire.
Sono stata in perenne agonia intellettuale finché non ho letto l’ultima parola di questo libro meraviglioso, che insegna tanto e concede innumerevoli spunti di riflessione. Sono rimasta profondamente toccata dalla storia di Luna. Il suo è un viaggio alla riscoperta di se stessa, nel quale tenta di riacciuffare una felicità sconosciuta. Aprendosi alla vita, la ragazza si trova di fronte a scelte difficili, per le quali dovrà perdere una parte di sè per conquistarne di nuove, più autentiche. Non tutto va per il verso giusto, più e più volte si trova esausta in cima a montagne ripidissime, con niente in mano e soltanto uno slittino sgangherato per scendere a valle, ma non demorde. Luna ha l’enorme coraggio di abbracciare i suoi desideri, per raggiungere le mete che, una dopo l’altra, si delineano sul suo percorso. Deve affrontare dei rischi? Come no. Si fa male? Ovviamente. Ne vale la pena? Assolutamente sì.
Nella nostra società frenetica, dove un click sui social può renderti famoso come decretare la tua condanna, Luna percorre la tortuosa strada sulla quale si trova un’intera generazione. Come dice l’autore, nè troppo vecchi nè troppo piccoli, i giovani devono scontrarsi con una realtà che sembra essersi battezzata loro nemica capitale. Vengono lanciati a tutta birra in un vortice di responsabilità, impieghi aziendali, richieste di amicizia, sì e no categorici, tasse da pagare… sono sommersi, barcollano come se fossero appena scesi dal più adrenalinico e folle giro sulle montagne russe del mondo.
Mi ci metto in mezzo: ho venticinque anni e ancora non ho capito chi voglio essere da grande. Sento il peso delle aspettative dei miei cari e dei coetanei, della società intera, e ho paura. Da una parte trovo schierata l’alternativa rassicurante (e sempre più inconsistente) della volontà di trovare un posto fisso, dall’altra luccica in una vetrina variopinta l’impulso a seguire i miei sogni. Vorrei sentirmi leggera e non colpevole, decidendo di intraprendere un nuovo cammino, quello che potrebbe condurmi alla felicità. Eppure, ho troppa fifa per provare a spiccare il volo e fare quel salto che mi terrorizza tanto.
Ecco, Luna, quel balzo, l’ha fatto. Non è atterrata benissimo, ma comunque adesso è in piedi sull’altra sponda, con un bel sorriso sul volto e le mani aperte lanciate contro il cielo azzurro.
Voto: 5/5