Disponibile su Prime Video, “L’ultimo Yakuza” è un film da non sottovalutare. Takashi Miike è un regista che oltreoceano si era fatto conoscere grazie alle sue opere controverse ricche di sangue e sesso. Qui di nuovo alle prese con una vicenda incentrata sulla famigerata mafia giapponese: la Yakuza.
La storia parte presentando quattro situazioni. Il giovane pugile Leo è costretto a terminare la sua carriera causa un tumore al cervello in stadio terminale. Monica, una ragazza tossico dipendente è costretta a prostituirsi per conto di una coppia di spacciatori affiliati alla Yakuza, Yosu e Julie, a seguito dei debiti lasciati dal padre nei loro confronti. Contemporaneamente, mentre la Yakuza è al centro di un conflitto con il clan rivale cinese, un suo membro dell’organizzazione, Kase, prepara un piano con il poliziotto corrotto Otomo per rubare una grossa partita di droga a Yosu. Gli eventi cominceranno a collidere l’un l’altro dal momento che Leo avrà la sfortuna di ritrovarsi in mezzo al piano di Kase e Otomo.
Il film è ricco di molti personaggi che riescono a rimanere in testa per la loro caratterizzazione. Kase prima di tutti, per i suoi modi di fare maldestri che alla fine, fortuna o sfortuna, riescono sempre. Allo stesso livello, Leo e il suo arco narrativo. Ormai persa ogni speranza affronterà il pericolo senza paura, consapevole di avere il destino già segnato diventa l’elemento inaspettato che farà capitombolare le vicende. Arco narrativo che per giunta si chiude benissimo, così come bellissimo il suo rapporto con Monica, dal momento che i due dovranno scappare insieme.
Il ritmo del film cresce progressivamente e i primi minuti servono a presentare il suo ampio contesto e i suoi tanti personaggi, ma più la narrazione va avanti più tutto si fa più serrato e dinamico. Da l’essere un dramma, tutto si trasforma in un folle action, come dice la locandina, a tratti molto tarantiniano, principalmente nel personaggio di Julie, che cercherà vendetta con la follia nello sguardo. Dal punto di vista di messa in scena, la regia di Miike è inattaccabile, così come la fotografia molto notturna ma comunque dai colori vivaci. Stupenda la parte della preparazione del piano di Kase e Otomo, narrata insieme allo svolgimento del piano stesso e ad altri flashback preparatori come nei migliori film del genere. Non da meno la lunghissima sequenza del combattimento finale, ironica, splatter ed emozionante. Degna di nota anche il divertente intramezzo in stile cartoon, per giustificare una scelta di trama surreale così da renderla plausibile e meno seria.
Il film, benché sia un action che si basa su pretesti drammatici, riesce ad essere leggero, intrattiene e si prende sul serio solo quando serve, risultando quindi anche ironico. Una bella alchimia, dove lo stile orientale si avvicina molto a quello occidentale creando qualcosa che funziona alla grande. Super consigliato.