“Baby Driver” 2017 di Edgar Wright

Se vi piacciono i film carichi di adrenalina con inseguimenti d’auto e tanta action, allora “Baby Driver” è il film che dovete assolutamente vedere. A differenza dei film di questo genere però, che spesso si portano dietro sceneggiature debolucce e interessate soltanto ad intrattenere con spettacolarità visive pompando il tutto di tanta tamarraggine, qua assistiamo sicuramente ad un lavoro più elegante ed accurato. Questo grazie anche all’ottima caratterizzazione dei personaggi.

Baby (Ansel Elgort), così si fa chiamare, è un ragazzo che guida le auto durante le rapine. Attende fuori da una banca che i suoi colleghi abbiano finito di svaligiarla e quando questi finiscono, li fa salire e parte a tutto gas in fuga dai poliziotti. E’ il migliore sul campo e Kevin Spacey, suo tutore nonché Boss, se lo tiene stretto come un portafortuna. Mai un colpo è andato male con Baby alla guida, il quale sfoggia il suo talento guidando a tempo con la musica che tiene nelle cuffiette.

Dal punto di vista tecnico il film fa la stessa cosa: le sequenze action, sia nel montaggio che nei movimenti dei personaggi e dell’auto, sono sincronizzate con la colonna sonora. Difatti, il regista ha esposto che il film va considerato essenzialmente un musical in quanto le scene sono dopotutto state scritte in relazione alla musica e non il contrario. Tutto ciò offre come risultato una fluidità e un ritmo trascinante a tutti gli inseguimenti. In realtà scorre benissimo anche la narrazione di tutto il resto del film. Gli elementi della trama sono ben giostrati e tenuti in equilibrio, sia nel dramma che nelle sequenze sentimentali. In poche parole, la storia non si limita a volere estasiare il pubblico con il movimento.

Come dicevo, la scrittura del protagonista e degli altri personaggi va molto a fondo e non rimane in superficie facendo si che si crei quella meravigliosa magia che in qualche modo ci fa anche affezionare agli antagonisti, che sono umanizzati e non macchiette. Faccio leva su questo discorso proprio perche film di questo tipo raramente danno peso alla storia ma “Baby Driver”, nonostante rimanga super adrenalinico, oltre ad intrattenerci e tenerci con il fiato sospeso tutto il tempo ci colpisce con con una storia che non è tirata via e che sa emozionarci in tutti i suoi aspetti. La presenza di Kevin Spacey e di Jamie Foxx, che interpreta “Pazzo”, criminale della peggior specie, fa si che il livello si alzi notevolmente grazie alle loro sempre impeccabili interpretazioni. Ciò che più mi ha colpito della storia è però il protagonista, così misterioso nel suo non parlare mai, con il suo passato drammatico e la persona che è riuscito a tirarne fuori. Il suo rapporto con Debora, la cameriera del ristorante e con il suo padre adottivo sordomuto, Joseph, sono cariche di una dolcezza disarmante e tanto ci dicono sulla sua personalità.

In conclusione, “Baby Driver” è l’esempio di film che non solo ci tiene in piedi sulla sedia mentre lo guardiamo, ma che racconta qualcosa di più e che di nuovo dimostra che l’intrattenimento e l’azione possono essere raggiunti anche da una storia ben costruita molto più profonda ma ugualmente cool in confronto ad esempio a “Fast and Furios”, dove narrazione e interpretazione vengono meno di fronte all’eccessiva frenesia visiva che, tirate le somme, ci fa solo spegnere il cervello.

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