Recensione “Codice Infranto” di Fabrizio Valenza

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Rocco Costanzo, Angelo Tiraboschi e Gustavo Nicolis sono insegnanti e colleghi presso una scuola di Verona. Nascondono un segreto tremendo: tutti e tre hanno commesso tremendi delitti proteggendosi con un codice di comportamento creato appositamente. Ma quando una domenica pomeriggio Angelo Tiraboschi infrange le regole per soddisfare i propri istinti, uccidendo un ragazzo che si prostituiva, il trio piomba nell’orrore. Angelo Tiraboschi è il primo a morire in modo violento e impressionante. La maledizione che l’ultimo giovane assassinato gli ha lanciato prima di spegnersi inizia a mostrare il suo alone di minaccia. E Rocco Costanzo, il leader del gruppo, comincia ad avere degli incubi, nei quali le loro vittime tornano a visitarlo.

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Titolo: Codice infranto
Autore: Fabrizio Valenza
Editore: Indipendente
Genere: Horror/Thriller
Data pubblicazione: 30 Aprile 2024
Voto: 3.5/5

Classificazione: 3.5 su 5.
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Recensione

Il nuovo libro di Fabrizio Valenza mi trascina nuovamente in un mondo che ho salutato da poco, vista la chiusura estiva: la scuola. Insegno nel liceo del mio paese e, se c’è una cosa che mi sta veramente a cuore nel mio lavoro, sono i ragazzi. Dunque, quando mi sono accorta che Codice Infranto parla di tre professori pedofili, mi sono sentita invadere da brividi di disgusto.

L’idea che persone incaricate di guidare i giovani in un percorso così delicato come l’adolescenza si trasformino in aguzzini, orchi, incubi viventi mi raggela. Eppure, dando fiducia allo scrittore, mi sono addentrata in un romanzo ricco di ombre e tabù infranti, proprio come il codice di cui parla il titolo. Un codice che Angelo, Rocco e Gustavo rispettano ormai da tempo: hanno seviziato e ucciso vittime innocenti, spalleggiandosi nelle loro attività criminali e coprendo i delitti e le perversioni di tre menti deviate.

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Quando, però, Angelo non rispetta le regole che il gruppo si è prefissato (non agire da soli, etc) tutto crolla inesorabilmente. Ed era anche l’ora, direi io. L’incontro con un giovane tossicodipendente dal viso d’angelo determina la fine delle malefatte dei tre pedofili, che piombano in un incubo fatto di sogni premonitori e richiami danteschi. Angelo muore in modo truculento e Rocco, che possiamo definire un po’ il protagonista del romanzo, ha una visione inquietante della sua dipartita. Presto comprende che non è al sicuro e con lui il suo segreto.

C’è infatti una creatura che bracca i tre assassini, un’entità mostruosa che ricorda Gerione, la bestia che dà un passaggio a Dante e Virgilio nell’Inferno. Il simil-Gerione vuole giustizia, quasi evocato da una misteriosa maledizione.

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Non dirò nulla del finale, se non che non è per niente scontato. Anche se, ammetto, avrei voluto che il libro durasse qualche pagina di più. Vista la delicatezza dei temi trattati e l’odio profondo nei confronti dei tre pedofili, avrei amato vederli soffrire all’infinito, proprio come i dannati all’interno dell’Inferno dantesco. Credo che la tematica affrontata mi abbia scosso nel profondo. Non vorrei apparire sanguinaria, dicendo questo, ma ho sperato fin dalle prime pagine che i protagonisti venissero trucidati tra le più atroci sofferenze. Di certo, una sensazione così viva e pungente scaturisce dal mio personale vissuto. Ma credo anche che l’autore abbia il suo merito nell’aver saputo provocare tali emozioni, descrivendo i tre in maniera concreta e cruda, senza veli e edulcorazioni.

Un piccolo appunto per quel che riguarda il mondo della scuola. Ho trovato alcuni dettagli un po’ inverosimili, forse perché vivo e insegno in un paesino piccolo e non so come funzionano le scuole di Verona, così grandi e cosmopolite. Poco realistico, di primo acchito, il fatto che ‘sti tre per anni hanno agito indisturbati e mai nessuno se n’è accorto.

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In conclusione, è stata molto coraggiosa la scelta dell’autore: scrivere un romanzo su tre pedofili e cercare di far empatizzare con loro è un’impresa complessa da morire. Forse anche per questo non sono riuscita ad apprezzare fino in fondo questo libro. Tuttavia, mi sento di elogiare come al solito a scrittura veloce e concreta di Valenza: riesce a disegnare l’universo narrativo con poche pennellate efficaci, regalandoci un noir breve ma intenso che si lascia leggere volentieri. A patto che abbiate uno stomaco saldo!

Voto: 3.5/5

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