Recensione “Il deserto di Carcosa” di Fabrizio Valenza 

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A Verulengo, tranquilla cittadina di provincia, il quattordicenne Stefano Luschi conduce una vita normale tra amicizie, primi amori e piccole avventure con il suo gruppo, i B.R.A.V.I. Ma quando suo zio Giovanni, in coma dopo aver letto un misterioso volume intitolato “Il Re Giallo”, dà segni di risveglio, Stefano inizia a sospettare che forze oscure siano sul punto di tornare.

Mentre suo padre Roberto combatte una battaglia elettorale sempre più tesa contro il sinistro Salvati Saracco, Stefano e i suoi amici scoprono che l’antico libro è legato a Carcosa, una dimensione di pura malvagità che cerca di infiltrarsi nel mondo reale attraverso porte invisibili.

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Strani eventi iniziano a moltiplicarsi: creature mostruose appaiono nella palude abbandonata, l’ipogeo retico sotto la città rivela segreti sepolti da secoli, e una scia di tragedie colpisce la famiglia Luschi. La madre di Stefano viene ricoverata per un infarto, mentre suo padre subisce attacchi sempre più violenti dai seguaci di Saracco.

Stefano dovrà crescere in fretta, scoprendo dentro di sé un coraggio che non sapeva di possedere. Con l’aiuto degli amici e attingendo a leggende provenienti da culture diverse – dagli jinn della tradizione marocchina di Yaheya alle antiche superstizioni locali – il ragazzo si ritroverà a combattere una battaglia che va ben oltre la sua giovane età: una battaglia per proteggere non solo chi ama, ma l’intera realtà dall’invasione di Carcosa.

Titolo: Il deserto di Carcosa
Autore: Fabrizio Valenza 
Editore: Indipendente
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 2 Ottobre 2024
Voto: 3.5/5

Classificazione: 3.5 su 5.
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Recensione

Un pensiero ricorrente, durante la lettura de Il deserto di Carcosa, è stata: mi ricorda It di Stephen King. Valenza prende a piene mani dall’immaginario del Re, citandolo anche nel corso della storia. Il deserto di Carcosa è il racconto di un gruppo di ragazzini (si chiamano BRAVI, un po’ come il LOSERS CLUB) che assistono allo stravolgimento della loro quotidianità per mano di entità malvagie. Tocca a loro combattere le forze del male, che in King confluivano nella forma inquietante di Pennywise e qui, invece, prendono il volto del Re Giallo. Questo personaggio è presente nelle opere di Robert W. Chambers, pilastro fondamentale del weird, e qui è reso il Cattivo con la C maiuscola. Molti sono, dunque, gli echi letterari a cui Valenza attinge, e che plasma a suo piacimento.

La storia di Stefano e dei suoi amici intreccia tematiche importanti come la fiducia, l’amicizia e la famiglia. Realizzando una particolare fusione tra romanzo di formazione e cultura nerd (ho adorato i riferimenti a D&D), l’autore firma una storia che riesce bene a ricalcare le tracce di opere precedenti, dalle tematiche simili. Il deserto di Carcosa è sicuramente un romanzo che può essere apprezzato dagli amanti del genere, anche se alcune cose hanno un sapore un po’ frusto.

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La scrittura di Valenza è veloce, raramente descrittiva e adatta al genere del romanzo proposto. L’autore utilizza inoltre un lessico non scontato. Cosa che, personalmente, gradisco, ma che potrebbe provocare distacco in un pubblico alla ricerca di letteratura poco impegnativa.

Notevole è la rappresentazione dell’Italia di quegli anni, l’atmosfera di provincia e la collocazione dei personaggi in un contesto in cui ognuno si può ritrovare.

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Non guarderò mai più Gardaland allo stesso modo!

Voto: 3.5/5

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