Recensione “L’amico ammucciato”di Paola Baia

Il romanzo è ambientato in un immaginario paesino dell’entroterra siciliano, Roccaserrata, a partire dal secondo dopoguerra e fin quasi agli anni Novanta. A Roccaserrata e attorno all’attività della sua più importante azienda agricola, la masseria Contiforte, si incroceranno le storie di tre personaggi molto particolari: da una parte Carmelo, giovanissimo stalliere dalla incontenibile inventiva, e dall’altra Agata e Alfredino, figli del barone Contiforte e futuri eredi della masseria. I protagonisti, capitolo dopo capitolo, attraverseranno anni intensi e complicati, vivranno i fermenti degli anni Sessanta, assisteranno allo sbarco sulla Luna e ai primi moti di ribellione dei siciliani nei confronti del fenomeno mafioso, cresceranno in età e consapevolezza e apriranno gli occhi sul mondo. Per di più Carmelo e Agata, oltre a una storia d’amore contrastata, si troveranno ad affrontare, ognuno a proprio modo, il dolore e lo sgomento per la prematura scomparsa di Alfredino, cui i paesani attribuiranno la disgrazia di essere stato «ammucciato»: nascosto e abbandonato al proprio destino per una tragica combinazione di eventi.

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Titolo: L’amico ammucciato
Autore: Paola Baia
Editore: Scatole parlanti
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 12 Dicembre 2022
Voto: 5/5

Classificazione: 5 su 5.

Cartaceo -> 17€

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Recensione

Ben tornati a tutti lettori, oggi sono qui per parlarvi del primo libro da me letto della casa editrice “Scatole parlanti“. L’amico “ammucciato” di Paola Baia è il testo in questione e mi ha colpita dalla trama per la sua ambientazione di paese, molto lontano dalle grandi città dove mi hanno portata ultimamente le mie letture.

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Ci troviamo in Sicilia e i personaggi principali sono 3. Carmelo un giovanissimo stalliere che ha abbandonato la scuola per lavorare. Pratica usuale ai tempi. Il Barone concede al giovane di partecipare alle lezioni private seguite della figlia Agata. La giovane avrà un legame duraturo e molto importante con Carmelo. Un legame non privo di crisi o problematiche causate dalla differenza di ceto sociale. Un legame infatti inusuale ma che crea molti spunti di riflessione e dà possibilità alla storia di arricchirsi molto senza banalizzare mai.

L’ultimo è Alfredino il figlio maschio del Barone, un giovane molto fragile in un mondo tanto grande e pericoloso per chi come lui è nato con un molto probabile “ritardo mentale” che comporta un’invalidità costante. La purezza d’animo di Alfredino però attira Carmelo il quale si affeziona molto al bambino.

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Ad Alfredino piace “Ammucciarsi” cioè nascondersi. Lo fa costantemente costringendo l’amico e gli altri a cercarlo molto spesso per ore. Ogni volta però il bambino spunta fuori e tutto si risolve sempre per il meglio. Un giorno però Alfredino non si trova più, passano le ore, passano i giorni e di lui non vi è alcuna traccia. Dopo parecchio tempo viene dato per “perso” e di lui si conserva solo il ricordo di un bambino tanto caro che ha lasciato un enorme vuoto alla masseria.

Carmelo però vede oltre e comunica con il bambino, lo cerca in lungo in largo per anni, fino al fatidico epilogo.

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Un libro di legami profondi, di amicizia e lealtà. Siamo nella Sicilia del dopoguerra, gli anni in cui i nostri nonni erano bambini ed era consuetudine lasciare la scuola in quinta elementare. Un ragazzino povero al servizio del Barone ci insegna l’inclusione, parola abusata negli ultimi anni. Ma che qui troviamo nella sua forma più pura. La cura che Carmelo ha nei confronti dell’amico durante tutta la vicenda è emozionante, esattamente come un piccolo fiore in un campo sconfinato, perfetto, limpido, bello nella sua interezza e fragilità, ma altrettanto alla mercé di ciò che lo circonda. Basterebbe infatti una grandinata, un cagnolino a passeggio o altro, per perderlo e non averne più traccia. Ed è proprio quello che accade ad Alfredino. I lettori più sensibili non potranno che emozionarsi.

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Un libro che mi ha colpita. Da un lato abbiamo una storia vera che ha del soprannaturale, scritta con uno stile ricercato ma non esagerato. Dall’altra abbiamo i sentimenti messi alla prova dalla perdita e dal ceto sociale, resi per iscritto con sapienza e realismo. Sembra infatti di provare noi stessi i sentimenti dei lettori. Con essi sorridiamo, scherziamo, amiamo, ci arrabbiamo, proviamo paura, risentimento, sofferenza o amore.

Un testo che fa sentire il lettore vivo in un mondo grande in cui però il singolo è ancora importante. Un mondo in cui c’è un giovane Alfredino che viene protetto, amato e incluso. Un modo che si emoziona con lui e con la sua purezza d’animo. Un mondo in cui ogni giorni un bambino insegna ad un altro essere umano a sorridere ancora e ad emozionarsi.

Voto 5/5

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