Recensione “L’imperatore d’America: Storia favolosa del vagabondo che si fece re” di Errico Buonanno

Il 17 settembre 1859 uno strano proclama appare sui giornali di San Francisco: il signor Joshua Abraham Norton abolisce la repubblica e si autoincorona Norton I, imperatore degli Stati Uniti d’America. Di lì a poco diventa una celebrità cittadina, salutato da tutti mentre pattuglia le strade con la sua buffa divisa militare e il cappello ornato di piume di gallo. 

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Titolo: L’imperatore d’America, Storia favolosa del vagabondo che si fece re
Autore: Errico Buonanno

Editore: UTET
Genere: Saggio – Biografia
Data pubblicazione: 21 Giugno 2022
Voto: 4/5

Classificazione: 4 su 5.

Cartaceo -> 17€ | Ebook -> 7,99€

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Recensione

Ben tornati lettori, come avrete ben visto dal titolo, oggi vi parlo di una nuova pubblicazione di UTET facente parte del gruppo DeAgostini “L’Imperatore d’America” Storia favolosa del vagabondo che si fece Re, dell’autore italiano Errico Buonanno. Libro gentilmente inviatomi dalla casa editrice, il cui argomento è la storia di un bizzarro personaggio, un uomo che dalla sera alla mattina, il 17 Settembre 1859 riesce a far pubblicare su un giornale di San Francisco, il suo primo editto, in cui si autoproclama Norton I Imperatore degli Stati Uniti d’America e protettore del Messico.

A perentoria richiesta e desiderio di una larga maggioranza di questi Stati Uniti, io, Joshua Norton, un tempo cittadino di Algoa Bay, Capo di Buona Speranza, e oggi e per gli ultimi scorsi 9 anni e 10 mesi cittadino di San Francisco, California, dichiaro e proclamo me stesso Imperatore di questi Stati Uniti; e in virtù dell’autorità in tal modo acquisita, con la presente ordino ai rappresentanti dei diversi Stati dell’unione di riunirsi in assemblea presso il Music Hall di questa città, in data primo Febbraio prossimo venturo, e lì procedere alla modifica delle leggi esistenti dell’Unione al fine di correggere i mali sotto i quali questa nazione si trova ad operare, e in tal modo ripristinare la fiducia, sia in patria che all’estero, nell’esistenza della nostra stabilità e integrità. Norton I, imperatore degli Stati Uniti

Proclama del 17 Settembre 1859

Ma chi è costui? Joshua Abraham Norton (Londra, 17 gennaio 1819 – San Francisco, 8 gennaio 1880) è stato un imprenditore inglese naturalizzato statunitense, autoproclamatosi, con il nome di Norton I, imperatore degli Stati Uniti d’America e protettore del Messico. Un giovane emigrato dal Sud Africa alla California dopo aver perso uno dopo l’altro tutti i componenti della propria famiglia. Negli USA inizialmente diventa un imprenditore di successo e in poco tempo il proprio conto in banca cresce a dismisura, ma poi un affare riguardante l’acquisto di grandi quantità di riso, lo porterà alla banca rotta.

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Ma cosa accade nella sua testa, per portarlo ad una tale azione? Fu tutta una finzione o lui era convinto di essere veramente l’Imperatore degli Stati Uniti? Vi sembrerà strano, ma la seconda ipotesi è quella molto probabilmente più veritiera. Norton I infatti, nonostante diventi il beniamino del paese e i giornali facciano a gara a pubblicare i suoi strampalati proclami, non si arricchirà mai e continuerà a vivere al limite della povertà. Pagava la stanza che aveva in affitto solamente giornalmente con i pochi spiccioli raccolti in giornata. Quando si trovava nella posizione di aver bisogno di nuovi abiti correva a scrivere un nuovo editto in cui ordinava ai propri sudditi di provvedere ai bisogni del loro Sovrano. Pranzava e cenava nei ristoranti della città gratuitamente, pretendendo di essere ospitato e quasi nessuno si oppose a tali pretese. Era ben visto, si prodigava di andare a visitare i cantieri in costruzione e presenziava alle consegne dei diplomi o a dibattiti cittadini, vedeva tutto ciò come un dovere nei confronti dei propri sudditi.

Norton I, Imperatore degli Stati Uniti d’America e protettore del Messico

Chi ha avuto modo di conoscerlo, tuttavia, non lo descrive come un pazzo o una persona inferma di mente, ma come un uomo colto, davvero convinto del proprio ruolo di imperatore. Tra questi c’è Mark Twain, che abitava vicino alla pensione dove risiedeva Norton, e spesso prendeva le sue parti. Dopo la morte dell’imperatore, Twain modellerà il personaggio del Re ne Le avventure di Huckleberry Finn proprio su di lui. Ma anche Robert Louis Stevenson e Herbert Asbury lo citeranno nelle loro opere letterarie.

Nel 1859 ordinò al Congresso di sciogliersi, si nominò anche Protettore del Messico e soprattutto iniziò a stampare monete e banconote di piccolo taglio con la sua effige con le quali pagava i vari negozianti, che accettavano di buon grado il denaro dell’uomo. Una volta, durante una sommossa Anti-Cinese, il suo intervento fece placare gli animi: si mise fisicamente fra le fazioni pur di fermarli. La sua vita proseguì in modo bizzarro sino al 1880, quando Norton morì, e al suo funerale si radunarono 30.000 cittadini per dare l’ultimo saluto al loro imperatore. Morì collassando per strada in una pozzanghera, in tasca gli trovano pochi spiccioli, ma anche un telegramma dello zar Alessandro II che si complimenta per le sue imminenti nozze con la regina Vittoria.

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Potrei andare avanti ore a raccontarvi di aneddoti riguardanti la vita del finto Imperatore, ma chi meglio di Errico Buonanno potrebbe farlo? Vi consiglio quindi di comprare e leggere il libro, perché oltre alle informazioni generali che potrete trovare in internet, l’autore arricchisce il testo tramite ricerche e una bibliografia molto vasta. In più sono presenti diverse immagini e foto dell’epoca, testimoni di una realtà al limite della finzione, ma che fu accettata e sostenuta dagli abitati di San Francisco. Buonanno racconta una storia vera ma che sembra una fiaba, un grande allegoria sul potere esplosivo della fantasia: quando tutto ci crolla intorno, è possibile comunque inventarsi un impero, e convincere il mondo intero a crederci. Così è stato per Norton I. Grazie a DeAgostini per la pubblicazione del testo, una storia che purtroppo non conoscevo ma che ora poterò nella memoria per sempre.

Finché siamo sospesi tra un abisso e l’altro, e finché siamo, vale a dire, al mondo, possiamo sempre diventare imperatori delle nostre vite. Tra le due strade del bivio, possiamo scartare, camminare in mezzo, saltare tra una realtà e l’altra. E in questo modo recupereremo ogni cosa: ogni bacio non dato, ogni affare fallito, ogni progetto di vita andato a farsi benedire, come ogni anno apparentemente sprecato. […] Questa di Norton non è la mia storia […]Ma può appartenerci, se vogliamo. Tutte le volte che guardiamo il vuoto, e cerchiamo la forza per riempirlo di nuovo.

Errico Buonanno – L’Imperatore d’America
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