Piccola premessa: questo articolo comprende contenuti e immagini che potrebbero impressionare i lettori. Niente di tremendo, però volevo avvertirvi.
Eccola qui, la solita serie tv sui supereroi.
Sarà l’ennesimo prodotto Marvel o DC, di sicuro, ancora una volta mi ritroverò a sorbirmi tizi con il mantello che volano in alto nel cielo e salvano famiglie da case in fiamme, che combattono contro i cattivoni.
Paladini d’America (ovviamente d’America), anime pure, redenti, illuminati, magari anche in squadra per proteggere meglio noi poveri umani.
AHAHAHAH, ehm, ahahah, ehm, ah. Ok, la smetto. Cominciamo con l’articolo.
Vi confesso che sono una grande amante dei supereroi, non tanto affascinata dai più famosi in circolazione – ripudio le major in questo ambiente, tranne qualche eccezione -, quanto perché diamine, se mi sarebbe piaciuto avere delle capacità speciali a mia volta. Non so quante storielle ho scritto incentrandomi su questo tema, inventando sempre poteri più strani e peculiari o trascorrendo ore intere a leggere sull’argomento, anche solo studiando a fondo le pagine Wikipedia dei personaggi che mi piacevano di più.
Crescendo, la mia passione per i supereroi è maturata, prendendo definitivamente la tangente verso la direzione che, fin dal principio, era ovvio avessi in mente.
Dire che amo Batman, Captain America, Scarlett Witch e tutta la roba che va per la maggiore adesso tra Marvel e DC non sarebbe corretto. Avengers e Justice League so a malapena cosa sono, i film a riguardo non li ho praticamente visti e le uniche cose mainstream, diciamo, che hanno attirato veramente la mia attenzione nel corso del tempo sono i cari vecchi X-Men, The Suicide Squad -quella di Gunn, per intenderci- e il primo de I Guardiani della Galassia. Ok, confesso anche il primo Antman e Moon Knight, ma solo perchè trovo “interessanti” Pau Rudd e Oscar Isaac, e non mi sentirò in colpa per questo.
Comunque, quelli che piacciono a me non sono i classici supereroi senza macchia e senza paura. Non parteggio per quei perfettini antipatici – perchè ditemi quello che vi pare ma non prendiamoci in giro, sono quasi sempre così – che mettono il bene della Terra di fronte al proprio, sfidando ogni logica del comportamento umano. Per me, i tipi come Superman o Spiderman possono anche girare a largo, comprese le storie d’amore stra scontate che si portano dietro nel loro arco narrativo.
A me i Super piacciono scorretti. E realistici, soprattutto. Quello che cerco in un prodotto supereroistico deve essere per lo meno verosimile, farmi divertire e riflettere. Non riesco proprio a empatizzare con personaggi stereotipati o costruiti apposta per piacere alle masse, che magari se ne escono con battutine idiote dal nulla – sapete a chi mi riferisco – o che non cadono mai seriamente in tentazione. Cappero, ma se da un giorno all’altro scopri di riuscire a contenere un’energia impossibile tra i palmi delle mani o che so io, a volare, ad alzare un tir con una schicchera, a teletrasportarti da camera tua su una spiaggia dei Caraibi, mi vuoi veramente far credere che riuscirai a mantenerti umile e a usare le tue nuove capacità per scopi superiori? Sul serio devo bermi la solita solfa dei “grandi poteri, grandi responsabilità”, o che tu sia subito in grado di padroneggiare il tuo soprannaturale talento nel giro di una settimana?
L’universo dei Super è incredibilmente edulcorato e, arrivata a un certo punto della mia adolescenza, ho detto: No, qui non ci siamo. Io voglio qualcosa di vero. Paradossalmente, eh, visto che si sta parlando di prodotti di fantasia… Purtroppo.
Così, mi sono orientata più che supereroi, sui mitici antieroi, piuttosto. E quindi largo a Invincible, Kick Ass, The Tick, Misfits, Chronicle, Hancock, La Leggenda degli Uomini Straordinari, Watchmen, Heroes, The Umbrella Academy – solo la prima – e così via.
Ma la migliore in assoluto, almeno per quel che riguarda me, è The Boys.

Quando vidi per la prima volta The Boys correva l’anno del Signore 2019, non avevo mai sentito parlare – purtroppo – del fumetto da cui è tratta la serie tv e mi stavo riprendendo da poco dal finale di stagione di Vikings.
Uscì questo nuovo titolo e io mi incuriosisco subito. Così, decisi di cominciare la serie completamente a scatola chiusa, senza leggere nulla che potesse spoilerarmi il contenuto degli episodi. Sapevo soltanto che si trattava di una serie su supereroi che non si comportano più di tanto bene, e questo mi bastava per lasciarmi tentare.
SBAM
Amore a prima vista. The Boys entrò di prepotenza nella mia top 3 delle serie tv, accanto a Vikings, Peaky Blinders e Misfits che scivolò subito sotto, a far compagnia a Shameless e Modern Family -perchè ho un lato sentimentale anche io, va bene?-
Non voglio continuare a lodare The Boys senza avervi parlato un attimo della trama, quindi partiamo subito. Non scenderò nei dettagli, perchè se tollerate il sangue e le scene “osé”, mantenendoci sul generico, dovreste veramente dargli un’occhiata.
The Boys si ambienta in un America a prima vista idilliaca, dove le persone camminano sicure e tranquille per strada sapendo che su di loro vegliano i Super, tizi dotati di poteri fuori dal comune sempre pronti a trarle in salvo da possibili pericoli. Soprattutto i Sette, una squadra che ricorda tanto gli Avengers o la JL, garantisce il controllo del crimine e la protezione dei comuni mortali, rendendo il mondo un posto migliore. I Sette sono gestiti dalla Vought International, una società di prodotti farmaceutici che ha puntato in alto.
Fin qui nulla di strano, pare.
All’inizio della prima stagione ci viene mostrato uno dei protagonisti, Hughie, un ragazzo semplice impiegato in un negozio di elettrodomestici, che passeggia tranquillo sul marciapiede con Robin. Progetta di andare a convivere presto con la sua bella, sono felici. Hughie le tiene le mani, è sereno e innamorato e così anche lei, solo che a un certo punto si sente colpire il viso da qualcosa di caldo e dall’odore nauseante. Succede tutto in un millisecondo. Stordito, si guarda intorno e vede A-Train, uno dei Sette dotato di super velocità, che ricambia la sua occhiata con uguale stupore e turbamento, poi balbetta una scusa e riparte a corsa manco gli stesse partendo l’autobus.
Hughie abbassa lo sguardo sulle mani intrecciate, le dita sue e di Robin come un unico prezioso incastro, e si accorge che sono le sole cose rimaste di lei. Il resto della sua fidanzata è polverizzato in aria e spiaccicato sull’asfalto, perchè A-Train, poverino, non l’ha vista mentre correva e stava andando veramente di corsa, così l’ha travolta e uccisa.

Che inizio, eh? Dopo questa scena, a parte dispiacermi per Hughie, ho capito di trovarmi davanti a una serie spregiudicata e violenta, senza peli sulla lingua. E in effetti, The Boys è proprio questo: racchiude in sé la profonda critica per una società dove ognuno si volta le spalle, si tradisce, agisce con l’unico scopo di raggiungere il suo benessere.
I supereroi che tutti decantano qui sono caricature grottesche dei paladini Marvel e DC, prendendo spudoratamente spunto da certi personaggi nel modo di vestire o di atteggiarsi, nel loro talento e capacità. Qui i Super non sono buoni e carini e coccolosi, sono degli egoisti narcisi che si beano del loro potere e lo utilizzano come più piace loro, fregandosene dei più deboli e bisognosi, evitando di impegnarsi per le giuste cause, vivendo tra lusso sfrenato e sregolatezze.
Ovviamente, tutto questo non viene mostrato alla gente comune. Il popolo non sa cosa si cela dietro la patina dorata dell’universo creato dalla Vought, non ha idea di chi siano in realtà i loro eroi, quelli di cui comprano le action figures, guardano film dedicati e venerano come dei.
Il marcio del mondo dei Super rimane inguainato in una rete di vergognosa ipocrisia e menzogna, e mentre loro tolgono di mezzo chi non li aggrada, sacrificano innocenti per i loro scopi segreti e se la spassano alla grande ai danni dei cittadini, questi ultimi li inneggiano a gran voce e anelano una foto con il paladino di turno.
Non tutti, però, credono alle bugie della Vought International e ai bei faccini dei super. Ci sono persone che hanno visto da vicino la loro vera natura, toccato con mano quanto sono crudeli e spietati e menefreghisti e la mole di segreti che viene trattenuta in bilico, come un enorme castello di carte pericolante, dai professionisti del settore. Ad esempio, il povero Hughie, privato della sua fidanzata per sempre, senza nemmeno una spiegazione.
Cercano di metterlo a tacere con il denaro, ovviamente, ma lui non ci sta. Conosce – o meglio, viene assoldato – da William Butcher, un inglese particolarmente violento e spietato quasi quanto i super, che cova rancore nei loro confronti per via di quel che gli è accaduto in passato. Insieme a lui ci sono LM e Frenchie, suoi compagni facenti parte de I Boys, un gruppo di ex agenti della CIA che avevano il compito di farla pagare ai Super per i loro eccessi. Butcher sta cercando di rimettere insieme il gruppo e, dopo un iniziale tentennamento, Hughie accetta.
Da qui in poi partono le avventure dei nostri beniamini, scapestrati e violenti criminali che si occupano di ripagare con la stessa moneta i supereroi che abusano del loro talento. Ce ne sono alcuni, però, che sono intoccabili. Per esempio, i membri dei Sette, quelli paradossalmente più malvagi e riprovevoli nei loro comportamenti. E, tuttavia, proprio coloro ai quali vuole arrivare Butcher, specialmente a uno di questi. Patriota è il capo dei Sette, una palese copia sociopatica e malata di Captain America, tanto paterno e sorridente di fronte alle telecamere quanto spietato lontano dal pubblico. Abisso è un Aquaman tonto e perverso, che abusa delle donne e delle sue colleghe, A-Train è un tossicodipendente drogato di velocità e successo, Black Noir è un omone che non parla mai ma possiede una forza e una capacità letali che impiega nell’esecuzione dei nemici.

Non tutti i super, tuttavia, sono da buttare.
Secondo la famosa regola del “Non fare di tutta l’erba un fascio”, ci sono anche alcuni di loro che hanno buon cuore, e sono veramente interessati al bene comune e a proteggere i più deboli. Prima fra tutti una delle protagoniste indiscusse della serie, Starlight, una giovane bionda supereroina che per anni ha subito l’educazione pressante della madre, che ambiva a farla entrare nei Sette. Ora che c’è riuscita, grazie al suo potere soverchiante e al suo faccino pulito, si deve scontrare con la verità: il mondo edulcorato che le è stato sempre imboccato fin da piccola non corrisponde alla realtà. I Super sono cattivi e senza scrupoli, e non importa loro niente di nessuno se non di loro stessi. Starlight, o Annie, dovrà fare i conti con la dura realtà. Nonostante sia traumatizzata, non si spezza e continua a perseguire il suo obiettivo: lei è entrata nei Sette per offrire il suo aiuto e operare in nome del bene, ed è proprio ciò che farà. La sua storia si intreccerà con quella de I Boys, ma non vi sto a dire di più perchè non voglio assolutamente fare spoiler.

Che dire, ci sarebbe molto altro da accennare, per lo meno, ma questa serie è talmente sconfinata e mi entusiasma talmente tanto che temo di far danno e rivelarvi qualche dettaglio importante. Mi capita solo quando sono veramente tanto presa da qualcosa, e sono sicura che non sono l’unica. The Boys ha ricevuto un grande apprezzamento da parte della critica ed è subito divenuta una serie cult. Certo, non per tutti. La dose massiccia di violenza che presenta molto spesso e certe tematiche trattate – e come vengono trattate – fanno sì che non sia adatta al largo pubblico.
Su Amazon Prime, la piattaforma che la ospita, gli episodi sono vietati ai minori di diciotto e contengono un sacco di disclaimer. Tuttavia, nel caso ve la sentiate e se vi piacciono i supereroi anomali e le serie tv che rapiscono dal primo episodio, non potete non provarla.
Grazie alla narrazione discorsiva e ritmata della storia, si rimane presto invischiati nel mondo di The Boys, ci si affeziona ai personaggi e si parteggia per l’uno o per l’altro. Sì, anche per gli antagonisti certe volte, perchè sono rappresentati talmente bene e così sfaccettati che è impossibile non empatizzare anche con loro – a volte -. Anche perchè, non sempre i cattivi sono cattivi al cento per cento.
The Boys diverte, elettrizza, è il corrispondente di una botta di adrenalina sparata direttamente al centro del petto. Ma non è solo questo. Fa riflettere, pensare, fare paragoni con gli avvenimenti fittizi che si susseguono episodio dopo episodio e la realtà nella quale viviamo. Ci sono parallelismi ovvi che vi susciteranno molte domande su cosa sia giusto e sbagliato e su quanto, riviste in chiave supereroistica, certe dinamiche presenti nella serie possano rivelarsi applicate anche nella nostra quotidianità.
L’ipocrisia della società, di certi personaggi e loro atteggiamenti è lo specchio distorto di quel che ci circonda nella vita di tutti i giorni. Nei Super egoisti si possono ritrovare colleghi di lavoro, conoscenti, falsi amici, per non parlare di figure di spicco del mondo dello spettacolo o che detengono il potere a piani più, diciamo, alti.
La portata critica di questo prodotto è impressionante e, anche per questo motivo, l’ho così tanto apprezzata. Si fonda su livelli di biasimo differenti, incidendo più a fondo e sbattendoci in faccia quanto sia corrotta la società in cui viviamo, o rimanendo superficiale e colpendo bersagli più innocui. Ci si scaglia contro la politica americana e le major cinematografiche, tanto per dirne un paio. Si tratta di consumismo, chirurgia estetica, maschilismo tossico, nazismo, perbenismo, sogni infranti e scale di priorità sballate, saltando da un argomento all’altro con violenta potenza di un cazzotto.
In The Boys si combinano alla perfezione spessore morale e intrattenimento, in una serie tv da otto episodi a stagione che culminano sempre in fuochi d’artificio e cliffhanger pazzeschi che ti fanno desiderare di riceverne sempre di più.
Per me una dei migliori prodotti supereroistici in circolazione al momento, non può far a meno che conquistarvi dal primo episodio. Se tollerate la crudezza eccessiva e siete tanto, tanto arrabbiati, o ancora vi trovate in disaccordo con il mondo che vi circonda e non sopportate la falsità e i bugiardi, The Boys potrebbe essere il vostro medicinale catartico, proprio a portata di click.
-
Recensione | Wolf like me
Riuscire a far combaciare i miei gusti e quelli dei miei genitori è sempre un disastro. Ammetto che io ho preferenze un po’ particolari, che vanno dall’horror all’animazione giapponese al dramma pesante, mentre giro a largo dalle commedie italiane becere e dai film americani a lieto fine fin dal primo minuto, però anche loro sono……
-
The Boys – Gli antieroi che ci piacciono
Piccola premessa: questo articolo comprende contenuti e immagini che potrebbero impressionare i lettori. Niente di tremendo, però volevo avvertirvi. Eccola qui, la solita serie tv sui supereroi. Sarà l’ennesimo prodotto Marvel o DC, di sicuro, ancora una volta mi ritroverò a sorbirmi tizi con il mantello che volano in alto nel cielo e salvano famiglie……
-
Selling Sunset Stagione 5 | Netflix
Ben tornati lettori, oggi per voi un articolo un pochino più frivolo. Ho terminato pochi giorni fa la quinta stagione di Selling Sunset appena pubblicata. Avevo deciso che non avrei continuato dopo la quarta stagione perché piena di litigi inutili e mi ero stancata e annoiata moltissimo. Sembrava quasi che la serie avesse perso la……