Recensione “Due bambine in Karakorum” Crescere viaggiando di Renata Farina

Marta e Elena hanno rispettivamente cinque e sette anni quando, sul retro di una jeep, in cammino o a cavallo, trascorrono due mesi tra le montagne del Pakistan. I genitori, sempre presenti, le lasciano fare: le osservano mentre si approcciano a queste terre incontaminate, mentre inventano giochi sulle strade polverose o cercano un contatto con i locali, di cui ne conquistano facilmente la simpatia. La mamma, Renata, è colei che racconta, che prende appunti sulle loro avventura di famiglia, mentre Luca, il papà, immortala con la fotografia i momenti più belli di questa esperienza. Per due anni consecutivi hanno viaggiano per mesi tra le montagne del Karakorum, tra ambienti severi e spazi essenziali.

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Hanno sperimentato la condivisione del pane appena cotto, decine di incontri nei paesi attraversati, ma anche tanto silenzio, come la volta in mezzo ai ghiacciai. Renata e Luca vogliono che le loro figlie crescano viaggiando, e infatti quello in Karakorum non è né il primo né l’ultimo viaggio lungo che faranno. Le fanno vivere il più possibile in natura affinché sentano i cambiamenti del clima e il passare delle stagioni direttamente sulla pelle. Le educano alla bellezza e alla diversità, sicuri del fatto che questi insegnamenti le lasceranno libere di apprezzare, valutare e scegliere negli anni a venire. E così è stato: oggi Marta ed Elena sono due ragazze adulte e hanno voluto contribuire attivamente, con ricordi e riflessioni, a questo libro che non è solo l’accumularsi degli appunti intimi della madre, ma è uno scorcio della loro infanzia, libera e felice, che le ha rese le donne forti e capaci di oggi.

Titolo: Due bambine in Karakorum – Crescere viaggiando
Autore: Renata Farina
Editore: Alpine Studio
Genere: Viaggio
Data pubblicazione: 1 Aprile 2021
Voto: 4/5

Classificazione: 4 su 5.

Cartaceo -> 16,80€

Recensione

Ben tornati lettori, oggi vi parlo di una delle letture da me fatte nel mese di gennaio. In questo caso si tratta di un diario di viaggio, inviatomi dalla casa editrice Alpine Studio. Ho accettato perché ogni tanto è bene andare fuori dalla proprio confort zone e andare oltre la portata del nostro sguardo.

La Nazione in cui veniamo catapultati è il Pakistan. Una nazione tristemente nota al mondo occidentale, ma sconosciuto ai più, una terra incastonata tra il mare e le alte vette. La nostra viaggiatrice, assieme al marito e alle due figlie viaggia nella parte nord, quella della vette, quella confinante con l’Afghanistan e la Cina. Un viaggio non organizzato con un tour operator, ma un viaggio “selvaggio” che porta i protagonisti a vivere tra la gente, cercando di condividere i loro usi e cercando di capire la loro cultura. Un diario scritto con il cuore. Renata Farina infatti non è una turista che scatta foto frettolose ed indifferenti, ma guarda, osserva e ci consegna una terra vera, con le sue bellezze e le sue contraddizioni.

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Un diario/non diario, non abbiamo infatti la descrizione di una quotidianità che avrebbe potuto annoiare, ma un resoconto di fatti salienti. Sicuramente un’esperienza incredibile per le bambine, ma incredibile quanto rischiosa. E’ proprio questo il tasto dolente del resoconto. L’incoscienza dei genitori nel portare due bambine tanto piccole in una terra tanto pericolosa è a mio avviso enorme. Molto spesso le bambine vengono addirittura lasciate sole o affidate ad abitanti di villaggi locali. Con il senno di poi tutto ciò finisce sicuramente in secondo piano perché sono passati ormai 20 anni e le bambine hanno potuto vivere un’esperienza al limite della realtà, che le ha sicuramente formate e portate ad avere una mente molto più aperta e ricca rispetto ai loro coetanei. Ma a mio avviso nonostante l’esperienza, il rischio è stato troppo alto.

Non ho mai perdonato alle maestre della mia bambina di aver perduto il diario di viaggio scritto da Marta.

Tralasciando quindi la pericolosità del viaggio, il testo consente al lettore sentirsi parte di un’esperienza di viaggio/esplorazione unica. Terre incontaminate quanto spesso arretrate negli usi e costumi, ma la cui testimonianza permette di aprire una finestra su realtà a noi contemporanee ma lontane anni luce. Come la figura della donna velata che non gode degli stessi diritti della turista la cui penna la descrive.

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Sono le stesse bambine a riconoscere la disparità di trattamento e prospettive di vita assai diverse rispetto ai bambini con cui hanno giocato nei due viaggi in Pakistan. Ma una cosa li accomuna, la purezza d’animo e la capacità comunicativa. Bambini che parlavano lingue diverse ma totalmente autonomi nel giocare e capirsi.

Renata Farina scrive di un viaggio indimenticabile al limite del possibile ma attraverso le cui pagine permette anche a noi di compiere.

Voto: 4/5


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