Recensione “Fragile” di Andrea Carbone

La nascita di due gemelli, la perdita della madre al momento del parto, e un padre ormai stanco di reggere l’enorme responsabilità che il suo ruolo da sovrano comporta. Due fratelli, profondamente diversi, scopriranno troppo giovani quanto il tempo possa essere violento nel mutare le persone. In un attimo verranno catapultati in un lungo inverno, che li costringerà ad intraprendere strade diverse, solitarie ed infinite, fino all’avvento di un’epoca nuova, più luminosa e serena, apparentemente svuotata della fragilità che contraddistingue la natura umana.

Titolo: Fragile
Autore: Andrea Carbone
Editore: Santelli ediozioni
Genere: Fantasy
Data pubblicazione: 25 Gennaio 2019
Voto: 4++/5

Classificazione: 4 su 5.

Cartaceo -> 14,90€


Recensione

Questo romanzo mi aveva inizialmente preoccupato per la sua mole, lo ammetto. Inoltre, era molto tempo che non leggevo fantasy e la cosa mi intimoriva, poiché temevo di trovarmi davanti ad un’epopea di eroi e mostri, e in un certo senso è così. Ma aspettate, non saltiamo a conclusioni affrettate.

La storia comincia con la nascita di due principi gemelli, Jar e Rinò, seguita dalla morte della madre che soccombe durante il parto. I bambini hanno la pelle bianca come la neve dell’inverno che presto si mangerà il loro regno, e sono molto diversi. Se Rinò è sensibile, pensieroso e empatico, il fratello è incredibilmente freddo e distaccato, interessato solamente alle armi, al combattimento e al divenire un cavaliere. Infatti, ancora ragazzo, lascia la sua famiglia e parte per essere addestrato a trasformarsi in uno degli eroi che tanto ammira. Rinò rimane al castello con il padre, re che presto vede il suo potere sfumare nel nulla, divorato dall’inverno che ha ridotto il suo popolo in punto di morte, denaturando i concittadini del Regno degli Alberi. Il rapporto fra i due ragazzi, così diversi eppure così legati dal vincolo della fratellanza, fa da apertura alla storia. I personaggi che si aggiungeranno ai principi sono molti, e tutti ben caratterizzati. Mi è piaciuto colui che viene riconosciuto come La Bestia, descritto ottimamente e con un background particolare, ma anche Dalìa e i suoi capelli focosi, Merò, nipote del cavaliere Morgar, colui che addestrerà Jar inizialmente. Ognuno, per un motivo o per l’altro, si fa ricordare.

Il romanzo prosegue articolando momenti di riflessione eterea, speculazione e sogno con scene di combattimento violente e avvincenti. Gli intrighi sono molti e le battaglie e gli scontri fisici descritti in modo magistrale. La scrittura fluisce fresca e piacevole, adattandosi al momento e all’evento narrato, alternando prima e terza persona e cambiando tempi verbali per meglio incastrarsi con le vicende raccontate.


Fragile non è solamente un romanzo fantasy, è molto di più. È uno scontro tra la magia, la natura e l’umanità contro la tecnica che rende l’uomo brancolante senza una guida, che corrompe tradizioni, credenze e ideali, tutto ciò di cui ci nutriamo fin dalla nascita.
Qui le divinità presenti, prime fra tutte il Sole e la Natura, sono indifferenti all’uomo, seguendo un po’ la linea leopardiana di pensiero. Sono divinità potentissime a cui si deve tutto, che sanno trasformarsi in madri e padri benevoli al bisogno e crudeli e freddi aguzzini quando serve. In esse sono contenuti il male e il bene, che in questo caso ma anche in tutto il romanzo in generale si mescolano in un’unica amalgama grigiastra che si spande su qualunque personaggio.
Ma le divinità hanno vita breve.

La moralità, nel mondo di Fragile, di cui spesso vengono narrati approfondimenti e dettagli molto interessanti che aiutano a comprendere meglio la storia, non esiste. Gli eroi, che dovrebbero essere senza macchia e senza paura e al completo servizio delle forze del bene, sono egoisti e rincorrono i loro obiettivi.
Le divinità, che dovrebbero occuparsi delle loro creature, sono indifferenti e spesso crudeli.
Gli animi buoni devono scontrarsi con la ruvidità del mondo in cui vivono, soffrendone e stentando a trovare il loro posto.

Che dire, mi ha veramente molto affascinato la storia in generale, come ho detto oltre il fantasy, in quanto approda ad uno stadio superiore. Mi è piaciuto sia il racconto in generale che alcune scene, che mi sono rimaste impresse a fuoco nella mente, come l’attacco dei corvi carnivori di cui purtroppo non posso parlare, ma che ritengo una scena incredibilmente cinematografica.
Bella trama, dunque, bei personaggi e soprattutto bello il messaggio che arriva dritto al cuore dei lettori.
Scrittura meravigliosa, scorrevole e dolce quando serve, cruda e gretta in altre occasioni, sempre perfettamente armonica e adatta a ciò che viene narrato. Ho davvero molto apprezzato lo stile narrativo, il modo dell’autore di raccontare i fatti e la delicatezza e la cura con cui sono descritti i personaggi.


Unica pecca, accidenti, è l’editing. Ci sono alcune cose che avrebbero bene potuto essere corrette grazie ad un editing più accurato, che qui risulta carente. Sono diverse le sviste presenti o i refusi ed è un peccato, perché il romanzo è veramente bellissimo. Io a queste cose non guardo troppo, sono più interessata al “succo” del libro, quindi ci sono tranquillamente passata sopra, ma c’è chi è più puntiglioso al riguardo.
Gli amanti del fantasy e non solo, comunque, dovrebbero dare un’occhiata a questo romanzo intrigante e avvincente, super consigliato. Non lasciatevi spaventare dalla lunghezza, ne vale la pena!

Voto: 4++/5
 

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