Non ho mai letto i libri della serie di Lupin ma da bambina non ho perso nemmeno un episodio del cartone sul ladro gentiluomo. Per cui, appena mi è apparsa la serie tra i suggeriti di Netflix, mi ci sono fiondata a capofitto. Partiamo ripetendo che non avendo io letto nemmeno un libro della serie, sono impossibilitata da farne un paragone. Né parlerò quindi senza fare riferimenti alla serie originaria, di cui vi lascio qui la recensione del primo volume, a cura di Chiara.
Torniamo alla serie, o meglio, miniserie, perché è molto breve….ma intensa. Conosciamo subito il protagonista, il cui padre fu accusato di aver rubato un gioiello molto prestigioso, l’uomo firma una lettera in cui dichiara la sua colpevolezza e poi si impicca nella cella del carcere in cui era trattenuta fino al processo. L’uomo è quindi cresciuto credendo che il padre fosse colpevole, ma con quella vena di incertezza e speranza che lo ha fatto andare avanti e lottare per la verità. La verità, questa sconosciuta, tanto bramata, quanto pericolosa. Una verità che rischia di portargli via tutto, ma che ha già iniziato portandogli via l’amica, la giornalista che ha cercato di portare a galla la nefandezza dell’uomo che tutto ha causato. Lui, tanto potente e corrotto da poter riscrivere la “verità” a suo piacimento.
Da un lato il figlio, dall’altro il padre e marito. Due facce della stessa medaglia dell’uomo che è oggi il nostro Lupin. O meglio, colui che si spaccia per esso con l’uso di nomi anagrammati ma che riportano sempre al protagonista e all’autore stesso. Un agente di Polizia ipotizza ciò, ma è una strada troppo pericolosa da percorrere perché c’è chi preferisce che i casi di rapina restino irrisolti, perché vi starete chiedendo? Molto semplicemente perché solleverebbero un vespaio su un passato che rischia di ribaltare le fondamenta stesse della giustizia.
Una trama fitta, ricca di colpi di scena, in cui non mancano assolutamente le scene d’azione alla Lupin, in cui la linea sottile tra bene e male è valicata ripetutamente, portando chi segue, a domandarsi, ma sarà lecito ciò? Qual è il limite entro cui non spingersi per ottenere la verità? A quale costo poi?
Sarà proprio quest’ultima domanda a lasciarci in sospensione, con l’amaro in bocca, pensando….e ora? Ma lo scopriremo solo nella prossima stagione.
Voto 5/5
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