Recensione | La timidezza delle rose di Serdar Özkan

«Un libro fantastico.» Paulo Coelho

Diana è una bella ragazza poco più che ventenne. Tutto per lei sembra scorrere normalmente – amici, amori, studio – fino a quando una lettera sconvolge ogni cosa. La madre, infatti, prima di morire le ha scritto, rivelandole l’esistenza di una sorella gemella, Mary, che il padre, lasciandola, aveva portato via con sé.
Inizialmente Diana non ha voglia di mettersi alla sua ricerca, presa com’è dalla sua vita. Succedono però alcune cose che le fanno cambiare idea: le parole di un misterioso cartomante che la fanno riflettere sul suo destino (Diana sogna da tempo di diventare scrittrice, ma è avviata a diventare un brillante avvocato) e il ritrovamento delle lettere inviate da Mary alla madre, lettere che parlano di un «giardino delle rose» a Istanbul e di una certa Zeynep Hanim, che le avrebbe insegnato a capire il linguaggio di questi meravigliosi fiori.
La ricerca di Mary si rivelerà per Diana qualcosa di molto più profondo: un viaggio alla scoperta di sé e dei sogni accantonati, credendo nella possibilità che tutto possa accadere, persino udire la voce delle rose.

Titolo: La timidezza delle rose

Autore : Serdar Özkan

Editore : Baldini + Castoldi

Genere : Narrativa contemporanea

Data di Pubblicazione: 23 Aprile 2018

Voto

Classificazione: 5 su 5.
Cartaceo -> 16€ | Ebook -> 9,99€

Recensione

Questo libro mi ha toccato profondamente, al punto che in alcuni passaggi particolarmente significativi non ho potuto trattenere le lacrime. La storia è pregna di allegorie e metafore che il lettore può semplicemente scovare ma non voglio essere troppo esplicita, in quanto questo romanzo andrebbe letto da chiunque. Dà la possibilità di rendere leggere e al contempo molto gravi determinate situazioni della vita, con un linguaggio che sfiora il lirismo da quanto è delicato. Al contempo, però, lo stile della narrazione ci cattura e permette di identificarsi con la protagonista, Diana, giovane popolare in società e piena di “amici”. Con lei vive la madre, che la ragazza ama indescrivibilmente. Purtroppo, un giorno, la donna viene a mancare a causa della crudele malattia che troppo spesso strappa persone care alle loro famiglie. Diana si sente persa; non ha più punti di riferimento, le pare di essere sola al mondo, senza più uno scopo o un vero affetto a cui rivolgersi per sfogare il suo dolore. Nemmeno la scrittura, passione che coltiva a tempo perso per la poca sicurezza in se stessa, sembra tirarla su di morale. Tuttavia, una notizia sconvolge la sua triste quotidianità: sua madre, mediante una lettera, le comunica che Diana ha una gemella, Mary, fanciulla dal cuore nobile ma allo stesso tempo molto fragile dal punto di vista psicologico. Le due sorelle erano state separate alla nascita, finendo una con la mamma e una con il papà, in città differenti. Mary, una volta scoperta l’esistenza di sua madre, non morta come le era stato detto, si mette alla sua ricerca ma quando viene a sapere dell’accaduto dichiara, nella sua ultima lettera, di non voler più vivere senza di lei. La madre di Diana così le chiede di cercare la sua gemella e starle accanto, come ultimo desiderio.

Da qui in poi, dopo un rifiuto iniziale, iniziano le avventure di Diana alla scoperta di sè, in un turbinio di personaggi appena accennati ma che lasciano il segno, come il giovane pittore del parco, e di viaggi che la portano lontana dalla sua città e dalle sue credenze. Si scoprirà infatti capace di udire la voce delle rose con l’aiuto di una saggia donna che tempo prima aveva mostrato lo stesso metodo alla gemella Mary.

In un continuo gioco di paragoni fra persone e rose, viene comunicato quanto sia sbagliato adeguarsi al profilo che gli altri vorrebbero per te. Ognuno dovrebbe essere se stesso e far ciò che ama, seguire la sua strada senza peccare di orgoglio e disvalori morali. Le parabole raccontate dalle rose esplicano queste verità con la lievità di una favola e la graffiante potenza di parole cariche di significato. Ho adorato questo libricino, mi ha fatto molto riflettere e, come ho accennato prima, penso che ognuno di noi farebbe bene a dargli un’occhiata. Vedrebbe aprirsi un mondo da tempo dimenticato davanti ai suoi occhi, scovando tratti della sua personalità che ha inconsapevolmente accantonato o cercato di estinguere volontariamente per adeguarsi meglio ad un lavoro, ad un compagno, alla società.

Il messaggio urlato da queste pagine è: sii te stesso e sii fiero di esserlo, con umiltà.

Voto: 5/5

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