Per la mia generazione ciò che sta accadendo riguardo al Corona virus, in Italia e nel mondo non ha precedenti.
Oggi ho scritto a mia madre, chiedendole quanto tempo mia nonna fosse stata isolata in lazzaretto ( così si chiamavano nel milanese le strutture in cui venivano isolati i malati di tbc). Ricordo i racconti di mia nonna, che in quel periodo aveva circa 18 anni, ed è stata una delle poche tra le sue compagne di malattia a guarire. Mia madre mi ha detto che mia nonna rimase lì più di un anno e poté avere contatti strani dopo circa sei mesi.
Questo personale aneddoto mi ha fatta riflettere principalmente su due fronti: il vissuto individuale e unico che caratterizza oggi la mia, e la vita di molti di noi, ed i modi di reagire collettivi a questo isolamento forzato. Mi sono chiesta…”ma mia nonna come cavolo ha fatto? Io una settimana dentro casa e già impazzisco”. A volte ho paura, e dopo più di mezz’ora di tv accesa con dati e polemiche, devo dire che mi viene pure l’ansia. Ecco, tutto questo fa parte di un vissuto soggettivo che forse molti di voi condivideranno. Sapete, a volte l’isolamento mi rincuora, perché penso a quante cose posso osservare, alle quali solitamente non do molta importanza. Razionalmente lo vivo come una misura necessaria per motivi che reperiamo chiaramente. Vi linko un video:
Sempre razionalmente, ma con la consapevolezza che la mia vita prosegue, lo vivo come un momento per riflettere e per creare.
Quello che più mi spaventa, però, sono gli atteggiamenti collettivi. Checchè se ne dica, non siamo mai stati un paese attento alle esigenze della comunità, ma ora le esigenze della comunità coincidono con le nostre. E allora che cosa fare? La coda al supermercato, perché tanto non hanno messo un tizio che fa entrare a due a due? Oppure prendiamo su baracca e burattini, e corriamo da mammà, che tanto al sud siamo al sicuro? Ascoltiamo l’influencer di turno, che dice io me ne frego so figa so bella so fotomodella? La volete la spiegazione psyco? “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” di un certo Freud:
Come Le Bon, Freud afferma che come parte della massa, l’individuo acquisisce un senso di potenza invincibile che gli permette di agire istinti che egli avrebbe altrimenti frenato come individuo isolato.
Ed è ancora così. Non dico che il collante della massa sia la libido inconscia o il corona virus incombente, ma dico che per quanta ragione ed evoluzione professiamo ci comportiamo come esseri primitivi che non si rendono conto che, così facendo, non sono su un piano di realtà, bensì sul loro pianeta nel quale agire in questi modi è saggio, intelligente e li salverà… poi, come sempre, alla domanda “sì ma, gli altri?” “C…i l..o”. Mi auguro che il tipico menefreghismo all’italiana per una volta si metta a tacere e che si impari qualcosa da ciò che stiamo vivendo. Ad esempio che la cosiddetta informazione da Facebook non è un requisito intelligente per farsi un pensiero su qualcosa e di conseguenza agire o sbraitare opinioni. Ad esempio, ancora, capire quali sono i giusti valori: corriamo alla ricerca di personale sanitario che manca e ci appelliamo ai ricercatori ma quanto peso occupano realmente nella nostra società? Ce ne ricordiamo ora perché abbiamo paura e perché le nostre stesse azioni stanno determinando il concreto rischio di non poter garantire cure per tutti.
E partendo da mia nonna, ormai immancabile citazione dei miei post, a Freud e all’anello mancante dell’evoluzione, io spengo l’ironia per un momento. Si può essere vicini anche senza abbracci e si può esser soli con qualcuno sempre attaccato. Questo è solo un isolamento diverso rispetto a quello a cui siamo abituati, quello che ci siamo imposti senza nemmeno accorgercene.
Augurandomi che le mie riflessioni vi abbiano intrattenuto e dato qualche spunto, vi invito come sempre al dialogo nei commenti e vi abbraccio virtualmente.
A presto
Non avessi una cognata infermiera e amici medici e operatori, consiglierei di uscire, di godersi la vita e di fare un po’ di selezione naturale. Purtroppo dicono non sia eticamente corretto.
Detto ciò, tra il serio e il faceto, sta emergendo l’analfabetismo funzionale dei fenomeni italiani che vivono facendosi guidare dagli influencer. Io non sono spaventato, sono incazzato nero.
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Su ciò che sia etico meglio non aprire parentesi 😉 forse il pianeta cerca da solo di tornare ad un equilibrio…
Capisco la tua incazzatura ed in parte la condivido: ieri ho parlato su Instagram di un’influencer che dichiarava avrebbe preso misure di sicurezza solo se sarebbe morto qualcuno tra i 20 e i 30. I commenti che ho ricevuto sono stati: non parlare di lei che le aumentano i follower!
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So sad…
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