Sognare è vivere #Film

sognare__vivere_2015

  • DATA USCITA: 
  • GENERE: Biografico, Drammatico
  • ANNO: 2015
  • REGIA: Natalie Portman
  • ATTORI: Natalie Portman, Gilad Kahana, Amir Tessler, Ohad Knoller, Makram Khoury, Shira Haas, Tomer Kapon
  • PAESE: Israele, USA
  • DURATA: 95 Min
  • DISTRIBUZIONE: Altre Storie
  • SCENEGGIATURA: Natalie Portman
  • FOTOGRAFIA: Slawomir Idziak
  • MONTAGGIO: Andrew Mondshein, Hervé Schneid
  • MUSICHE: Nicholas Britell
  • PRODUZIONE: Avi Chai fund, Gesher Fund, Handsomecharlie Films

Scritto, prodotto, diretto e interpretato da Natalie PortmanSognare è vivere segna il debutto alla regia di un lungometraggio per il grande schermo dell’attrice israeliana. Tratto dal romanzo autobiografico di Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra, che è anche l’opera più ambiziosa dell’autore, racconta l’infanzia dello scrittore a Gerusalemme negli anni che precedono la nascita dello Stato di Israele. Come molte altre famiglie ebree tra gli anni trenta e quaranta del ‘900, anche quella del piccolo Amos (Amir Tessler) é sfuggita alle persecuzioni trovando rifugio in Palestina, insieme con la speranza di un futuro migliore. Scampati alla guerra, i genitori di Amos non sono però immuni alla sofferenza che questa si porta dietro: ne è colpita la madre Fania (Portman), poetica e sognatrice, la cui indole fantasiosa viene a poco a poco soffocata dalla vita matrimoniale e dalla monotonia quotidiana, fino a scivolare nella solitudine e nella depressione. La donna riconosce un compagno di giochi e un complice intellettuale nel figlio Amos, per il quale inventa storie di avventure e viaggi nel deserto, e con il quale condivide la sua puerile visione del mondo. Da lei Oz riprende quel gusto per la lingua e il lieve tocco ironico che da adulto influenzerà la sua scrittura. Sognare è vivere, come il romanzo al quale è ispirato, è una dichiarazione d’amore per un Paese, una lingua, un popolo, una madre.

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Voto film: 4/5

Pellicola di livello autobiografica e drammatica al punto giusto. Tutto ciò che vediamo colpisce e nulla è lasciato al caso. Un bambino ferito che cresce troppo in fretta, una donna che sfiorisce sotto le persecuzioni e la guerra, un uomo che non si abbandona al dolore e che preferisce voltarsi dall’altra parte anzichè affrontare la realtà. Il tutto in una cornice etnica e culturale che troppo spesso additiamo come stantia.

Tratto dal Romanzo autobiografico di Amos Oz Una storia di amore e di tenebra

Citazioni

C’era una volta un villaggio abbandonato da tutti i suoi abitanti [..] il villaggio rimase silenzioso anno dopo anno, la pioggia batteva sulle strade, spazzando via qualsiasi traccia umana, quando la pioggia smise di cadere, stormi di uccelli invasero il villaggio erano così numerosi che quasi ricoprivano il cielo, era buio tutto il giorno, ma poi da una piccola casa, uscì dalla porta un ragazzino, era l’unico che era riamsto nel villaggio.

Mia madre aveva 38 anni quando morì, all’età che ho adesso potrei essere suo padre. A Gerusalemme sono successe tante cose, la città è stata distrutta e ricostruita, distrutta e ricostruita nuovamente, è arrivato un conquistatore dopo l’altro che ha governato per un pò, si è lasciato dietro torri, mura, spaccature nelle pietre e poi è scomparso come la foschia del mattino sulle colline. Gerusalemme è una vedova nera che divora i suoi amanti mentre ancora sono dentro di lei.

Mia madre è cresciuta nella citta di Rofma, che allora era in Polonia e adesso in Ukraina, la sua infanzia lì fu formata da parole come lamapadari, servitù, mistero, romantica maliconia, Mentre l’antisemitismo si diffondeva per l’Europa mia madre sognava Israele come la terra del latte e del miele, dove i pionieri facevano fiorire il deserto. Immaginava il pioniere come un poeta, un contadino un rivoluzionario, nato sia per i campi che per i campi di battaglia, ma anche come un essere sensibile ed intellettuale. Dopo che mia madre e la sua famiglia erano fuggiti dall’europa […] aprirono il fuoco e uccisero 23mila ebrei i due giorni, uccisero quasi tutti quelli che mia madre aveva conosciuto.

E’ meglio essere sensibili che essere sinceri.

I nostri figli non si rendono conto di quanto possono ferirci.

Ricordare è come cercare di ricostruire un edificio con le pietre delle sue rovine e le pietre hanno memoria.

Due figli dello stesso padre violento non diventeranno necessariamente alleati. Spesso oguno di loro vede in suo fratello il volto minaccioso del padre.

L’unico modo per mantenere un sogno integro e mai deludente e non provare mai a viverlo. Un sogno realizzato è un sogno deludente. Questa delusione è nella natura dei sogni.

 

Trailer

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