Recensione “Posto sbagliato, momento sbagliato” di Gillian McAllister 

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È appena scoccata la mezzanotte nei tranquilli sobborghi di Liverpool. Jen, affacciata alla finestra, sta aspettando che il figlio diciottenne torni a casa. Non ha rispettato il coprifuoco. A un certo punto ecco che il ragazzo compare, ma non è solo: si sta avvicinando a qualcuno, e ha qualcosa in mano. Impietrita, nel giro di pochi secondi Jen assiste a una scena che non si sarebbe mai immaginata: suo figlio accoltella un uomo. Non riesce a crederlo. Todd, un adolescente spiritoso e felice, ha appena ucciso uno sconosciuto, proprio lì, sulla strada di casa, sotto ai suoi occhi. Non sa chi sia. Non sa perché. Sa soltanto che il suo futuro è distrutto. Diverse ore più tardi, si addormenta sul divano, stremata. Ma quando si sveglia… è il giorno precedente. La scena da incubo a cui ha assistito non ha ancora avuto luogo. Questo strano viaggio a ritroso nel tempo comincia a ripetersi a ogni risveglio: è l’occasione, per Jen, di ripercorrere la loro vita familiare alla ricerca di indizi. Tassello dopo tassello, emergono dei particolari su suo figlio di cui era completamente all’oscuro, e la faccenda si fa sempre più inquietante. Da qualche parte, nascosta nel passato, c’è una soluzione, e Jen non ha altra scelta: deve trovarla.

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Titolo: L’uomo che perde i pezzi
Autore: Gillian McAllister 
Editore: Fazi
Genere: Thriller
Data pubblicazione: 4 Luglio 2023
Voto: 2/5

Classificazione: 2 su 5.
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Recensione

Ho visto spesso Posto sbagliato, momento sbagliato in giro per i social. Era descritto come un thriller che incollava alle pagine, un romanzo di quelli che non sei in grado di posare senza leggere qualche pagina in più, e poi un’altra, e un’altra…Cioé, nemmeno ce l’ho TikTok, non capisco perché mi lascio irretire dai caroselli di consigli che vedo su Instagram. Ho deciso: non sceglierò più nulla adocchiato sui social, senza aver approfondito ben bene di che si tratta.

Già dalla copertina, Posto sbagliato, momento sbagliato mi pareva un cupo e inquietante libro mystery, con di mezzo anche i viaggi nel tempo. Di cui non sono una fan, c’è da ammetterlo. Ma, se spiegata a dovere, questa tecnica narrativa non mi disturba troppo. Peccato che qui, il viaggio nel tempo sia proprio buttato a caso. E che il thriller non sia thriller, ma una sorta di polpettone romantico sull’amore materno e i mariti tenebrosi. Che noia.

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Già dall’inizio, la storia di Jen mi era parsa narrata a dovere, con un ritmo incalzante e leggero. Donna in carriera, è sposata con il bel Kelly, operaio scontroso con gli altri ma dolcissimo con lei. Vive con il marito e il figlio Todd in un paesino tranquillo. Todd è un adolescente gioioso, ma negli ultimi tempi si è un po’ chiuso: da quando è fidanzato e frequenta certi ragazzi a scuola, sembra essere cambiato. Jen, tuttavia, è troppo presa dal lavoro come avvocata per prestarvi attenzione.
La sera di Halloween, Todd compie un atto inconsulto e violento: accoltella un tipo nel giardino di casa. Jen è dolorosamente sorpresa, non riesce proprio a spiegarsi il gesto del figlio. Chi è il morto? Perché Todd lo ha fatto? Che cosa diamine sta succedendo alla loro vita perfetta?

Dopo aver superato lo shock iniziale, Jen e Kelly tornano a casa e si addormentano. Al suo risveglio, Jen non capisce subito che c’è qualcosa che non va. Tutto le sembra normale, fino a quando non comincia a rendersi conto di tanti piccoli dettagli che non quadrano. La verità si palesa in tutta la sua incredibile assurdità: è tornata indietro nel tempo. Todd è a casa, bello tranquillo, che si prepara per la scuola. La zucca che lei ha intagliato per Halloween è ancora intatta. Che succede?

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Da questo punto in poi, il romanzo è un percorso continuo all’indietro, in quello che ha tutto l’aspetto di essere un viaggio nel passato allo scopo di far scoprire a Jen il motivo dell’omicidio. Jen cerca di adattarsi alla stranezza della situazione (in un modo decisamente troppo facile, secondo me), indagando su Todd e le sue frequentazioni, scoperchiando tutto un intrigo che mai si sarebbe immaginata. Coltelli, criminali, identità dubbie, bambini scomparsi…Jen è finita in un gorgo di misteri e follie.

Però non so, ho trovato strana la presenza di così tante pecche in un libro osannato in questo modo.

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Altro appunto: questo non è un thriller. Non me lo pubblicate con una simile copertina, perché mi aspetto tutt’altro. Non parlate della trama così, perché uno poi si confonde. Questo romanzo è più un romance che altro. Fin dal principio, Jen non fa altro che parlare di quanto gli garba suo marito. E quanto è misterioso, e che bei capelli, ed è un padre perfetto…ho capito subito che c’era qualcosa che non andava, che nel corso della storia Kelly sarebbe stato una figura fondamentale nello scioglimento dell’intreccio. Ci si concentra moltissimo sulle emozioni di Jen, sulle sue insicurezze, sul rapporto con Kelly e, soprattutto, quello con Todd. Jen ci accompagna in un viaggio all’esaltazione delle gioie della maternità. Parla di quanto abbia sbagliato, a trascurare suo figlio. Non è stata una buona madre? Poi si rende conto che no, è stata una buona madre, che non si può essere perfetti e che Todd è un bravissimo ragazzo, a prescindere da tutto. Ogni cosa si conclude con un bel “E vissero felici e contenti”. La conclusione più zuccherosa del mondo. No, dai. Mi aspettavo di meglio. Sia nei contenuti che nel finale, mentre il ritmo narrativo non è del tutto da buttare. Non credo che leggerò altri romanzi della McAllister. Di sicuro, non quando sono alla ricerca di un romanzo che mi susciti qualche brivido.

Voto: 2/5

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