Max Walker è Golden Boy. Bello, intelligente, campione nello sport, amico perfetto, figlio perfetto, il rubacuori della scuola. È perfino affettuoso e adorabile con suo fratello. Karen, la madre di Max, è un avvocato di grido, determinata a mantenere la facciata di naturale eccellenza che ha costruito in anni e anni. Ma ora che i suoi figli stanno diventando grandi e che lei sta perdendo il controllo su di loro, inizia a temere che quella facciata possa sgretolarsi. Ad aumentare la tensione, suo marito Steve ha deciso di candidarsi alle elezioni e i riflettori di tutti i media nazionali sono puntati sulla loro casa. I Walker hanno un segreto da nascondere. Max è speciale. Max è differente. Max è “intersex”. E quando un enigmatico amico d’infanzia ricompare per metterlo di fronte alla sua difficile identità, Max è costretto a guardare in faccia il suo ben protetto segreto. Perché i genitori non ne parlano? Cosa gli stanno in realtà nascondendo? Più si sforza di capire, e più Max si sente perso in un oceano di nuove domande, soprattutto ora che per la prima volta si è innamorato. Riusciranno i genitori, gli amici, la bella fidanzata ad accettarlo se lui non sarà più Golden Boy? Continueranno ad amarlo anche quando conosceranno la verità? Una è la domanda decisiva, la questione alla quale deve assolutamente trovare una risposta: chi è in realtà Max Walker? Abigail Tarttelin è nata a Grimsby nel 1987. Attrice, sceneggiatrice per il teatro e la televisione e editor di numerose riviste on-line, nel 2013 è stata premiata con il Power 1000, il premio per le 1000 personalità più influenti di Inghilterra (che vede ai primi posti la famiglia reale e diversi campioni dello sport). Collabora con i blog del “Guardian” e dell'”Huffington Post”. Golden Boy è il suo primo romanzo.
Titolo: Golden boy
Autore: Abigail Tarttelin
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 29 Aprile 2014
Voto: 4+/5
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Recensione
Purtroppo, ho scoperto che questa è l’unica opera di Abigail Tarttelin pubblicata in Italia. Un peccato perché, almeno a mio parere, quest’autrice ha molto da dire. Con Golden boy firma un romanzo di formazione di cui possono usufruire giovani e adulti, trattando una tematica delicatissima di cui non si sa molto, almeno nel nostro paese. A meno che la faccenda riguardi da vicino o interessi a scopo informativo, chi si andrebbe a studiare cosa è l’intersessualità? Ebbene, con la storia di Max, Tarttelin intrattiene il pubbilco e, in più, insegna qualcosa su tale condizione, molto più frequente di quel che si pensi. Ma andiamo per gradi.
Max Walker ha quasi sedici anni e tanta voglia di vivere. Affettuoso con amici e familiari, bravo a scuola e negli sport, educato e mai fuori posto. Già dall’inizio, ho intuito che il nostro protagonista avrebbe pagato a caro prezzo questa perfezione quasi fantascientifica.
Comunque, la famiglia di Max gli vuole molto bene. Entrambi i genitori sono persone conosciute e influenti in società (il padre vuole candidarsi al Parlamento), il suo fratellino Daniel lo adora follemente e, a forza di gentilezza e simpatia, si è guadagnato una discreta considerazione tra i coetanei. Ma Max nasconde un terribile, innominabile segreto: è intersessuale. Si tratta di una cosa che non sa nessuno, che i suoi hanno nascosto per proteggerlo, certo, e lo hanno cresciuto nell’inconsapevolezza di cosa significhi. Così Max si sente un ragazzo, ma qualche volta ha il ciclo ed è terrorizzato che la sua “ambiguità” venga scoperta. In pochissimi sono a conoscenza della sua intersessualità. I genitori, i medici specialisti che lo hanno seguito durante l’infanzia e la migliore amica della mamma con la sua famiglia. Hunter, figlio della donna e maggiore di Max solo per un anno, cresce con lui a stretto contatto. Il loro è un legame solidissimo, hanno fatto tutto insieme per un sacco di tempo. Max considera Hunter una specie di fratello più grande, e gli viene naturale obbedire a quel che gli dice.
Ma quando, una sera, dopo che non si vedono da mesi, si presenta in camera sua ubriaco e cerca di stuprarlo, la sua condiscendenza e lo shock lo rendono fiacco e spento. Il trauma si radica in lui profondamente, una cascata di radici velenose che imprigionano la sua spensieratezza in un reticolo instricabile. La giovinezza di Max si interrompe bruscamente. Per lui, cominciano i problemi. Non capisce più chi è, cosa fa e perché. Si sente sbagliato, un’accozzaglia di arti e geni senza una logica. Come se chi lo ha creato avesse pasticciato con la creta, costruendogli un corpo anormale. Così si percepisce Max, qualcosa di sbagliato, un errore, un incubo.
Hunter giura che non rivelerà a nessuno cosa è successo, né che Max è diverso, accalappiandolo in una sorta di ricatto meschino.
Solo, senza nessuno che lo possa comprendere, Max rifiuta il dialogo per l’ossessiva paura del giudizio altrui. Che cosa faranno i suoi amici, se si scopre che è intersessuale? E suo fratello, cosa penserà di lui? E il papà, che comincia la campagna elettorale proprio in quei giorni! Che scandalo sarebbe, se tutto quanto venisse fuori. E Sylvie, la ragazza meravigliosa e stramba per cui ha perso la testa? Non desidererebbe mai un fidanzato ermafrodita.
Da qui parte il faticoso viaggio di Max alla scoperta di se stesso.
Ma non è l’unico protagonista di questa storia. L’autrice, infatti, dà voce a diverse persone che girano intorno al golden boy del titolo. La madre, perfezionista e insicura, personalità controversa con cui non mi sono troppo trovata in sintonia pur comprendendo le sue scelte; il fratellino pestifero, così intelligente e appassionato di videogiochi da poter competere con i miei amici (e loro sono veri professionisti del gaming); Sylvie, amante del goth e delle poesie, che si isola dai compagni e dice quello che pensa senza farsi troppi scrupoli.
Tarttelin affresca un cast di personaggi che sembrano usciti fuori da una serie tv alla Sex education, dipingendo una realtà scolastica ad oggi un pochino antiquata ma pur sempre attuale. Questo microcosmo si innesta nel tipico paesino di provincia dove tutti sanno ogni cosa di chiunque. E così, le pressioni sociali ti soffocano, schiacciandoti sotto il loro peso, e l’opinione altrui si gonfia con l’acqua sporca delle dicerie superficiali. Sia Max che i comprimari sono ben identificati nel corso del romanzo. Si comprendono le ragioni che li muovono e ci si rispecchia nelle loro riflessioni.
Il povero Max mi è sembrato un agnellino innocente gettato sanguinante sotto gli artigli di rapaci affamati. Senza sapere nulla di sé, confuso e intimorito, pronto a spezzarsi sotto il peso della pubblica accusa. Vero è che le grinfie degli avvoltoi paiono molto più minacciose a causa della sensibilità che lo caratterizza. Max è cresciuto in una famiglia dorata e non vorrebbe mai far sfigurare i suoi genitori. Per tutta la vita, ha cercato di compiacerli. Ciò gli rende impossibile confessarsi con loro riguardo ciò che gli è capitato. La mancanza di un volto amico con cui confrontarsi getta Max nella disperazione più nera, spingendolo sull’orlo del baratro.
Lo stile di Tarttelin è pulito e semplice, adatto a chiunque. La sua è una narrazione veloce, che scorre e intrattiene il lettore dando comunque squarci della personalità intima dei protagonisti. Per questo, a fine romanzo, sembra di conoscerli come se fossero persone reali, con le quali si è discusso davanti a una tazza di té o ci si è imbattuti al supermercato. La narrazione dell’autrice è compensata dalla pesantezza delle tematiche che affronta: identità, violenza, depressione, drammi familiari. Golden boy è un romanzo leggero solo all’apparenza. E’ come uno scrigno dai colori vivaci che contiene le spirali fatali di un serpente.
Per chi è alla ricerca di un libro che intrattenga e affronti al contempo tematiche delicate senza appesantire, Golden boy è un’ottima risorsa. Nel panorama gender, una lettura da considerare, soprattutto se si vuole approfondire l’argomento dell’intersessualità (altro è Middlesex di Eugenides, prossimo in lista). Personalmente, leggendolo mi sono resa conto di quanto poco ne sapessi. Ho intenzione di rimediare. Credo sia importante conoscere il mondo in cui viviamo e le persone con cui entriamo a contatto quotidianamente, nella loro variegata multiplicità. Per poterci rispettare a vicenda e creare un’armonia distesa, gioiosa, nella speranza di una realtà migliore di quella in cui siamo immersi.
Voto: 4+/5
