Elena De Simone e l’Ensemble Il Mosaico incantano con le arie di Gluck

Compositore tedesco (1714-1787), Gluck è famoso per la riforma dell’opera seria e per opere come “Orfeo ed Euridice” e “Alceste”. Nato in Germania, studiò musica fin da giovane. Viaggiò in Italia componendo opere, poi si stabilì a Vienna come compositore di corte. Collaborò con il librettista Ranieri de’ Calzabigi per riformare l’opera seria, dando priorità all’azione drammatica e all’espressione dei sentimenti. Le sue opere rivoluzionarono il genere operistico. Gluck influenzò compositori come Mozart e Beethoven. E’ considerato uno dei maggiori iniziatori del Classicismo.

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Questa raccolta di arie testimonia l’intensa attività operistica di Christoph Willibald Gluck tra il 1743 e il 1745. Il trentenne compositore, già affermato, scriveva opere per le principali città di Crema, Torino e Milano, senza sosta. Sembrava all’apice della sua carriera, ma non aveva ancora creato le grandi opere come “Orfeo ed Euridice”, “Paride ed Elena” e “Alceste”, che lo avrebbero legato alla riforma dell’opera teorizzata con Ranieri de’ Calzabigi e che lo avrebbero reso immortale nella storia della musica. Di queste arie non esistono più gli autografi, né le partiture complete delle opere. Solo alcuni brani, a volte con il solo accompagnamento del basso continuo, sono tutto ciò che resta dell’enorme successo che quegli spettacoli ebbero all’epoca.

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Come nasce questo progetto discografico?

Da tempo desideravo dedicare un Cd alla musica di C.W.Gluck, lo ritengo uno degli autori più significativi e più geniali del’700. Per tale motivo ho cominciato ad indagare sul repertorio di Gluck ancora sconosciuto e a selezionare delle arie. Il mio scopo era quello di incidere arie inedite, in modo da arricchire la conoscenza dell’opera di questo compositore, del quale resta sepolta ancora molta sua musica.

Qual è il filo conduttore che lega le arie del CD e che ci permette di conoscere meglio Gluck?

Le arie del Cd, registrate per la prima volta in tempi moderni, sono tratte dalle opere: La Sofonisba, Il Tigrane, Poro e L’Ippolito. Di queste non esistono più le partiture complete, ma soltanto alcuni frammenti. Gluck le scrisse quando aveva circa trent’anni, prima della sua Riforma dell’Opera. Seguono infatti i vecchi schemi musicali, come la struttura A-B-A delle arie. Nonostante non sia il Gluck della piena maturità, si riesce a distinguere la sua scrittura per la chiarezza melodica e la pregnanza espressiva delle sue arie. Si potrebbe quasi definire Gluck un “Bellini” dell’epoca settecentesca, in quanto fu un grandissimo genio della melodia assegnata al canto.

Le arie nel Cd sono in ordine apparentemente casuale, ho voluto tuttavia immaginare un legame tra le varie arie come a descrivere un’addio tra due amanti. La prima aria “Dirai all’idol mio” è di Ippolito, il quale chiede all’amico di informare la sua bella che sta andando a morte. Nella seconda aria “Tremo fra dubbi miei” Sofonisba rivela il suo turbamento e così via, fino all’ultima aria “Rasserena il mesto ciglio, non è ver, non vado a morte” in cui Tigrane si dichiara disposto a morire per liberare l’amante dal legame, affermando che quella morte sarà per lui non soltanto il compimento del suo destino, ma anche una rinascita verso i campi Elisi. Visto in quest’ottica, l’allontanamento definitivo tra i due amanti, favorisce la relativa rinascita di entrambi.

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Come si è avvicinata al repertorio di Gluck?

Ho sempre sognato di poter cantare Gluck, in quanto lo considero uno dei compositori più grandi del XVIII secolo, credo che nell’opera seria sia riuscito a toccare livelli di altezza tali da poter quasi essere paragonato a Mozart.

Quali sono le caratteristiche vocali che ritiene più adatte all’interpretazione di questo repertorio?

Ovviamente dipende dal personaggio e da chi era il cantante, o la cantante a cui era destinata l’aria.

E’ ancora l’epoca dei castrati, per cui buona parte del repertorio è stata scritta per una voce che oggi potrebbe essere identificata come un mezzosoprano.

Per cantare questo tipo di repertorio è importante la conoscenza musicale della scrittura dell’epoca, spesso ricca di abbellimenti e fioriture. La voce deve essere piena, ma il vibrato non deve mai eccedere, poiché risulterebbe appesantita la linea melodica, che invece deve essere sempre immaginata eterea e cristallina, quanto più possibile.

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Qual è stato il ruolo dell’Ensemble il Mosaico nel plasmare il suono del disco?

L’Ensemble Il Mosaico è la mia roccia. Il suo ruolo nel plasmare il suono del disco e la relativa interpretazione di tutte le partiture è cruciale. In particolare i Maestri Gian Andrea Guerra (I violino) ed Enrico Bissolo (clavicembalo) danno una precisa impronta all’esecuzione di ogni aria, scegliendone tempi, dinamiche e curando l’effetto timbrico finale.

Quali sono le differenze tra la Sofonisba di Gluck e quella di Maria Teresa Agnesi?

La Sofonisba è stata un’opera messa in musica da molti autori del ‘700. La differenza sostanziale tra la Sofonisba di Maria Teresa Agnesi e quella di Gluck è che nella prima versione la protagonista muore. Nel XVIII secolo era rarissimo che un dramma si concludesse con la morte di un personaggio, specie se protagonista. Si optava per un lieto fine, anche se questo poteva distorcere alcuni fatti storici (la vera Sofonisba muore avvelenata). Questo accadeva per non turbare il pubblico nobiliare dell’epoca, che non voleva in alcun modo che fosse messo in discussione lo stato di potere della sua classe.

La Agnesi fa morire Sofonisba come metafora della forza femminile di fronte al potere maschile, rendendo il suicidio della protagonista un atto di consapevolezza e di libertà. Dedica la sua opera a Maria Teresa d’Austria, anche se formalmente al marito, e paragona questa a Sofonisba in un momento in cui l’imperatrice si trovava a dover fronteggiare l’intera Europa per vedere riconosciuta la sua corona.

Gluck, invece, dipinge Sofonisba come una donna più debole, che fa degli errori nei confronti del romano Scipione, il quale per clemenza alla fine le salva la vita.

Anche la scelta della vocalità, un soprano per Gluck , un contralto per la Agnesi, disvelano chiaramente le differenze di carattere della medesima protagonista.

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Tra le arie incise per questo progetto, qual è quella che ti ha emozionato maggiormente e perché?

L’aria che mi ha maggiormente emozionata è stata “Se spunta amica stella” cantata dal personaggio Oronte nell’opera Il Tigrane.

E’ un’aria di una dolcezza incredibile e viene affidata all’antagonista di Tigrane. Oronte è un personaggio debole e arrivista, che vive all’ombra delle decisioni della sorella. Spera di sposare Cleopatra, futura regina, per poter acquisire potere.

Quando l’ho letta per la prima volta, ne sono rimasta stupita e mi sono commossa.

“Se spunta amica stella al timido nocchiero, sembra ridente e bella, perché nel suo sentiero la calma può sperar. Così quest’alma mia che al regio trono aspira, quella beltà sospira, col cui favor desia la sua brama contetar”.

Si sente nella musica una perenne atmosfera di attesa e nella melodia sembra emergere “la calma” che da lontano promette quell’unica stella che si vede nel buio della notte.

Gluck dipinge così un personaggio tanto negativo con un profondo rispetto, e in questa metafora fa emergere i timori e le speranze di chi “avvolto dall’oscurità” non riconosce la direzione del suo destino.

C’è stata un’aria che hai trovato particolarmente impegnativa da studiare e/o incidere? Se sì, quali sono state le difficoltà incontrate?

Sicuramente, due in particolare: “O frangi i lacci miei” e “Tremo fra dubbi miei”, entrambe arie di Sofonisba.

Di “O frangi i lacci miei” non riuscivo a capirne il tempo, non sapevo trovare un buon compromesso tra il “drammatico” e il “concitato”. In “Tremo fra dubbi miei” il problema è stato relativo ai numerosi abbellimenti.

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C’è stata qualche aria che hai dovuto escludere a malincuore dal progetto, a causa delle scelte di selezione?

Si, avrei voluto incidere un’aria tratta da Tetide, ma a causa di scelte di selezione è stata esclusa.

Quali sono le tue aspettative per questo disco?

Spero che piaccia, ma soprattutto lo ritengo un tassello in più per la conoscenza di Gluck e più in generale per quella della musica del XVIII secolo.

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In che modo la collaborazione con l’Ensemble il Mosaico può contribuire alla riscoperta e alla valorizzazione del repertorio barocco?

)Finora sono stata io in prima persona a dedicarmi alla riscoperta e trascrizione del repertorio barocco, ma non escludo che questo lavoro possa essere fatto in futuro anche da Enrico Bissolo e Gianandrea Guerra.

Progetti futuri?

Vorrei incidere un Cd dedicato ad una cantante, ho già trascritto diverse arie composte per lei da autori come Jommelli, Porpora ed altri ancora, fra cui Gluck.

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Elena De Simone è un mezzosoprano che ha affiancato alla carriera teatrale lo studio della prassi tardo barocca, specializzandosi nella riscoperta di inediti di musica vocale e operistica del ‘700. Vincitrice di numerosi Concorsi di canto, ha debuttato alcuni dei più importanti Ruoli per Mezzosoprano. Ha collaborato con Maestri di fama internazionale quali: Claudio Desderi, Leone Magiera, Roberto Zarpellon, Luca Mosca. Si specializza in seguito in opera barocca. Appassionata dell’opera del ‘700 interpreta alcuni ruoli del repertorio buffo, tra questi il ruolo di Eugenia nell’opera “Il Filosofo di Campagna” di B. Galuppi, Dirindina nell’opera “Dirindina” di D. Scarlatti, Vespetta nell’opera “Il Pimpinone” di T. Albinoni, Fidalma nell’opera “Il Matrimonio segreto” di D. Cimarosa, Mergellina nell’opera “L’uccellatrice” di N. Jommelli. Incide i DVD degli intermezzi Dirindina e Pimpinone per la casa discografica Dynamic.Si dedica così alla trascrizione di inediti di musica tardo barocca. Riporta alla luce alcune arie di indubbio interesse musicologico, tra le quali “Parto ma tu ben mio” di A. Hasse.

Incide nel 2018 per la casa discografica Tactus un Cd di arie inedite di A. Hasse. Nel 2020, per il trecentesimo anniversario dalla nascita di Maria Teresa Agnesi, incide per la casa discografica Tactus “Arie con istromenti” del 1749. Viene ospitata dal Festival Agnesi per cantare arie inedite della compositrice lombarda. E’ stata Ospite del Programma Ridotto dell’Opera, condotto dal musicologo Giorgio Appolonia, presso la Radio Svizzera (Rete Due), di Venice Classic Radio, intervistata da Massimo Lombardi e del programma “Musica Maestro” intervistata da Armando Torno. La sua voce arriva alla BBC Radio Tre, con un’aria di Maria Teresa Agnesi tratta dal Cd “Arie con istromenti 1749″ dedicato alla compositrice. Nel 2021 incide per la casa discografica Tactus il cd ” Arie dall’opera Sofonisba” di Maria Teresa Agnesi, che riceve 5 stelle dalla rivista spagnola “Ritmo” e dalla rivista americana “Fanfare”

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