“New York 1941. Forse” non è un libro. È un viaggio attraverso lo specchio che inganna il lettore, conducendolo lungo una spirale fatta di suspense e continui colpi di scena, fino a una verità sconcertante. In apparenza, Frank Logan è un giornalista di denuncia che sta conducendo la sua indagine più complessa e pericolosa, all’indirizzo dell’uomo più potente di New York, sindaco e probabile futuro presidente degli Stati Uniti. Lo fa con l’aiuto della sua compagna Dorothy e del detective Jim Ross, il suo migliore amico. Un romanzo noir, sapientemente hard boiled, parrebbe al lettore. Ma qualcosa non va, qualcosa di oscuro, inquietante, terribile. Tutto parte dagli interrogativi. Perché il passato dei protagonisti sembra essere legato da un comune tratto di avvenimenti tragici? Come mai i ricordi di ognuno dei personaggi mostrano delle inspiegabili lacune? Dove sono finiti i momenti più rilevanti del passato di Frank, Dorothy, Jim, come a dire che in questo romanzo nulla è mai come sembra? Il lettore si troverà a seguire la vicenda improvvisamente in più direzioni, fino al momento in cui non sarà più in grado di orientarsi, né di staccare lo sguardo dalla storia, fino all’ultima, attesissima pagina. Come si chiamava tua madre, Frank?
Titolo: New York 1941, forse
Autore: Luca Giribone
Editore: Europa edizioni
Genere: …sta a voi scoprirlo
Data pubblicazione: 30 Dicembre 2016
Voto: 5/5
Cartaceo -> 9,50€ | Ebook -> 5,49€
Recensione
Ben tornati a tutti lettori, oggi vi parlo di un libro molto particolare, la cui recensione ha dovuto sedimentare per una decina di giorni prima di essere scritta, perché? Lo capirete tra poco…
New York 1941, forse già dal titolo un qualche barlume di mistero aleggia e forse a posteriori era già possibile intuire la chiave di lettura del libro. Un titolo infatti a mio avviso azzeccatissimo che consente di capire la genialità dell’autore. Ma andiamo per gradi.
Il protagonista Frank Logan è un giornalista di denuncia che insieme alla sua fidanzata Dorothy e all’amico detective Jim Ross indaga su un uomo molto potente di New York. Nella big apple lontani dalla guerra che sta mietendo vittime in Europa, si vive e si combatte contro i gangster, il contrabbando e la corruzione. Ad ognuno la propria sciagura.
Capitoli che ci narrano della vicenda sono costantemente intervallati da altri, scritti in corsivo, dove l’inquietudine inizia a palesarsi. Qualcosa nei racconti dei protagonisti non torna, o meglio, sembra andare in una direzione, per poi invece, svoltare in tutt’altra. Sarà proprio la voce dei protagonisti a farlo e qui quel “forse” del titolo inizia a pesare come un macigno nella mente del lettore.
Il mio pensiero è stato “Cosa sto leggendo? Cosa sta accadendo?”. La mia attenzione è stata proprio in questo frangente rapita totalmente dalla penna dell’autore. In questo momento del libro infatti il lettore si trova ad un bivio: lasciarsi alle spalle ogni convinzione, aspettativa o schema mentale, oppure, allontanarsi dal testo e perderne interesse.
Un libro di rilievo, non adatto quindi a lettori momentaneamente svogliati, poco concentrati o semplicemente non ben disposti alla lettura di un libro che richiede tanta concentrazione quanta eliminazione di preconcetti che ogni lettore ha di default. Un vero e proprio salto nel buio che permette però di vivere un’esperienza unica nel suo genere al lettore che si abbandona alla lettura.
Un noir, un mistery con i fiocchi in cui in parallelo vi sono innumerevoli altri intrecci. Al lettore fin proprio alla fine è data possibilità di pesare ognuno di essi, di decidere in maniera autonoma quali siano utili alla narrazione e quali possano essere invece come il vapore che esce dai tombini di New York.
Banchi di nebbia che sembrano volermi rivelare qualcosa, ma per attimi tanto brevi da far svanire i miei stati di trance prima di rivelare alcunché. La grande potenza della visione della propria vita che scorre tutta davanti a noi quando siamo di fronte al momento estremi è nella sintesi. La vediamo tutta. E con un certo nostalgico distacco, una saggezza superiore.
I personaggi sono avvolti da questa specie di caos che non è un espediente letterario per creare suspense, ma un elemento fondamentale del libro, il cui senso è tutto racchiuso in cinque lettere: FORSE
Un testo che mi ha colta alla sprovvista, come una doccia gelata in pieno inverno. La narrazione scorre in un “oltre” non definito nello spazio e nel tempo ma che forse è invece nella testa del lettore stesso. Creando ogni volta un libro diverso rispetto al testo che potrebbe leggere un altro lettore.
Una recensione non facile perché da un lato non posso parlarvi della trama e dall’altro non è facile mettere per iscritto il pensiero di un lettore che ha letto il libro e lo ha apprezzato. Perché vi starete chiedendo? Perché: come può una realtà riflettersi su un’altra realtà? E come possono essere entrambe vere?
Libri consigliatissimo ai Lettori con la L maiuscola che non hanno paura di leggere libri impegnativi o fuori dagli schemi. Voto 5/5