Luxor. Valle dei Re, novembre 1922. Howard Carter, partito da Londra a soli 17 anni per l’Egitto, da molti anni al servizio delle più grandi spedizioni in una terra ancora piena di misteri, è alla ricerca dell’unica tomba reale che ancora manca all’appello: quella di Tutankhamun. Nonostante i suoi sforzi, la tomba non si trova. Il tempo della spedizione è quasi finito, così come i soldi per pagarla. Sembra che il sogno ormai si sia infranto. Ma proprio allora gli operai si imbattono in un gradino tagliato nella roccia. Poi ne trovano un altro, e un altro ancora: conducono a una porta murata nascosta in profondità nel terreno su cui si riconosce il sigillo reale e il nome del faraone bambino. Carter realizza di trovarsi di fronte alla più grande scoperta archeologica del Ventesimo Secolo. Oggi, cento anni dopo, l’egittologo Christian Greco ripercorre i passi di Carter e spiega come funzionava uno scavo archeologico a quell’epoca, quale fu il metodo di indagine seguito dopo l’apertura della tomba, come Carter abilmente decifrò le tracce del passato e salvò i reperti, ma descrive anche l’emozione e la gioia di posare gli occhi su meraviglie sotterrate per millenni. Tra tesori trafugati, visite notturne, sarcofagi sigillati dal tempo e fake news (come la celebre maledizione del faraone), questo libro vi conquisterà grazie al fascino intramontabile dell’avventura e delle grandi storie del passato che vivono ancora oggi. Prefazione Evelina Christillin.
Titolo: Tutankhamun – La scoperta del giovane faraone
Autore: Christian Greco
Editore: DeAgostini
Genere: Libro per ragazzi
Data pubblicazione: 3 Maggio 2022
Voto: 5/5
Cartaceo -> 13,90€ | Ebook -> 6,99€
Recensione
Ben tornati lettori, oggi vi porto alla scoperta di una mia grande passione: L’antico Egitto. La casa editrice DeAgostini mi ha dato la possibilità di leggere il volume Tutankhamun La scoperta del giovane faraone di Christian Greco . L’autore è il giovane Direttore del museo egizio di Torino e la prefazione è di Evelina Christillin Presidentessa del medesimo museo. Un libro che non potevo quindi non leggere.
Un libro pensato per avvicinare il pubblico dei più giovani al mondo dell’antico Egitto e in particolare alla frigura del giovane faraone Tutankamun morto prima di compiere 20 anni. Il volume è ricco di illustrazioni di Alessandro Ventrella. Nonostante il volume sia pensato per le giovani generazioni, ha saputo conquistare anche me. La novizia di particolari e il proseguire contestualizzando ed analizzando la vicenda e la storia sotto vari punti di vista, consentono al lettore, sia giovane che non, di essere tenuto per mano, proprio come se fosse guidato da una guida all’interno di un museo. Inoltre ci presenta la figure di Carter, l’egittologo che scoprì la tomba la perduta, facendocelo conoscere come uomo e poi come studioso meticoloso e attendo. Il suo metodo di analisi è studiato ancora adesso e ci ha permesso di seguire la scoperta analizzando ogni minimo ritrovamento.
Carter capì fin da subito che nonostante i numerosi manufatti rinvenuti, l’apertura della romba poteva creare stabilità e danneggiarli in maniera irreparabile. Fece quindi allestire nelle tombe vicine dei luoghi ponte dove ogni singolo oggetto veniva restaurato nel migliore modo possibile, andando ad agire sui materiali che si erano logorati nei secoli. Teniamo conto infatti che molto oggetti avevano un’anima di legno seppur rivestiti d’oro e quella stessa anima rischiava di disintegrarsi al tatto. In più erano presenti anche molti abiti e i fili si erano ormai distrutti nei secoli.
Tutto questo è stato possibile grazie ad un finanziatore esterno, un ricchissimo Conte inglese, Lord Howard Carnarvon, morto per un infezione poco dopo l’apertura della tomba. La vedova del Conte però credeva nella scoperta e continuò a finanziarla permettendo a tutto il mondo di vedere una tomba quasi completa.
Nonostante infatti la camera sepolcrale fosse rimasta intatta, le restanti camere in realtà furono saccheggiate ben due volte nella medesima epoca in cui la tomba fu sigillata. Fortunatamente i ladri lo fecero in maniera sbrigativa e nonostante riuscirono a rubarr il 60% dei gioielli del tesoro, furono poi scoperti e la tomba venne sigillata nuovamente. Nonostante questo furono ritrovati e catalogati migliaia di oggetti.
Quello che scoprirono poi fu sensazionale, il Faraone si trovava all’interno di un sarcofago d’oro massiccio, a sua volte dentro altri due sarcofagi di legno ricoperti d’oro. Tutankamun aveva poi una maschera d’oro sul capo, composta da due stradi d’oro saldati l’uno sull’altro. Mentre l’effetto finale di grande splendore è stato ottenuto tramite lucidatura. La maschera e la mummia, nei secoli si era sigillati insieme e il retro della mummia aveva avuto il medesimo destino insieme al sarcofago, fu infatti molto difficile separarli.
Ma l’altra stranezza è dove i vari sarcofagi matrioska furono messi. La camera funeraria infatti era molto piccola e al suo interno furono montati in tutta fretta (il Faraone morì prematuramente e la tomba fu ultimata solo in seguito) una sequenza di cappelle funerarie anch’esse a matrioska. Fu infatti molto difficile raggiungere il Faraone ma fu questo molto probabilmente il motivo per cui i ladri non lo raggiunsero, lasciando intatto la mummia e i gioielli d’oro fasciati nei vari strati.
Numerosi furono gli oggetti rinvenuti. Il trono d’oro, una delle sei sedie rinvenute nella tomba, ma la più bella, ricca e spettacolare. E’ di legno ricoperto di lamine d’oro e d’argento, tarsie in vetro, faience e pietre dure. Abbiamo poi il carro cerimoniale usato dal Re per percorrere le strade della capitale. Fatto di legno e pannelli stuccati e coperti di lamina d’oro. Un oggetto particolare di cui non si è capito appieno la funzione, è il busto di Tutankhamun. Un busto raffigurante la sola parte superiore e delle braccia. In legno stuccato e dipinto. Carter pensò si potesse trattare di un manichino, usato per appoggiare vestiti e gioielli del Re quando si preparava per le cerimonie religiose.
L’ultimo ritrovamento che vi cito non è quello di un oggetto, ma di altri due corpicini. Nella camera del tesoro infatti furono ritrovati due sarcofagi esterni rivestiti d’oro aventi un altro sarcofago di legno al loro interno. Ma chi contenevano? Due piccole mummie di bambine, nate premature. Le figlie del Faraone. La più piccola era nata prematura e morta subito dopo la nascita. La seconda era appena più grande ma anche lei nata prematura. Sepolte nella tomba del padre per ricongiungere nell’aldilà il Re e le sue figlie.
Testo assolutamente da leggere, non solo dai più piccoli per cui è stato pensato. Ma anche per noi adulti amanti dell’antico Egitto, la cui prossima tappa dopo la lettura, sarà assolutamente il Museo Egizio di Torino.
Voto 5/5
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