Recensione “Tutti mi dicon Maremma” Storie maledette di Nello di Brancaleta di Francesco Tenucci 

Nello di Brancaleta è la memoria di Aiace, un paese nel cuore della Maremma dove pescatori, carpentieri, bracconieri, divisa e tonaca quotidianamente s’intrecciano e s’arruffano, come quella volta che Don Giglio sistemò il fantasma del cimitero con la sua burbera saggezza o quell’altra quando Maria imparò ad andare in motorino.

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Un libro per godere l’incanto della Maremma, una natura intatta ed arricchita di una storia così feconda di episodi leggendari come poche altre terre, e così diffusi tra il popolo e tramandati sin dai racconti della prima infanzia, da informarlo della loro stessa sostanza, da imprigionarlo in una nebbia solare fatta di miti, streghe, castelli, pirati, briganti e fantasmi di frati decapitati. Eroi quotidiani, paladini focosi, amori rubati, santi eremiti, assedi e miserie umane. Questo è Aiace, questa è la Maremma.

Titolo: Tutti mi dicon Maremma. Storie maledette di Nello di Brancaleta
Autore: di Francesco Tenucci 
Editore: Leucotea
Genere: Narrativa contemporanea
Data pubblicazione: 1 Gennaio 2013
Voto: 4/5

Classificazione: 4 su 5.

Cartaceo -> 12,90€ | Ebook -> 4,36€

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Recensione

Da maremmana, quando ho letto il titolo di questo romanzo ho sentito un colpo al cuore. Ero curiosissima di poterlo leggere, di potermi addentrare nello storie agrodolci della mia terra, convinta di potermi rispecchiare al cento per cento nel racconto. E infatti è stato proprio così: questo libro, che contiene tra le pagine una miriade di piccole scenette divertenti e, in un certo qual modo, realistiche della vita di Aiace, paesino toscano dalla storia antica che ancora respira dalle sue mura. In Tutti mi dicon Maremma conosciamo a poco a poco gli abitanti di Aiace, tra cui si annoverano pescatori, artigiani, uomini di chiesa e così via. Ognuno è al centro di una vicenda simpatica o comunque di un episodio che fa riflettere, come Nello, ragazzo confuso riguardo la sua vita che finisce per sbaglio nelle acque partenopee e, con astuzia e umorismo degne di un novel Boccaccio, torna al suo paesino fra mille peripezie.

Approfondire tutte le storie una per volta sarebbe interessante, ma non è questo il luogo adatto per farlo, anche perchè molta della loro magia, trasposta in parole sterili dalla mia umile recensione, andrebbe dispersa. Sì, perchè un altro punto forte di questo libro è il linguaggio nel quale sono narrati gli avvenimenti che si susseguono fra le pagine. All’inizio, sono rimasta stupita dal linguaggio quasi aulico dell’autore, che mi ha riportato un po’ ai tempi della quarta ginnasio quando studiavo l’Iliade e l’Odissea. Lo stile narrativo di Francesco Tenucci vibra di un bagliore antico e carezzevole, che rende questa lettura una favola di altri tempi. Sembra proprio di imbattersi in questo, in una bella favola agrodolce come la nostra terra brulla, nel quale ogni toscano può rispecchiarsi.

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Ho apprezzato molto il fatto che il focus del narratore si concentri sulle avventure di un paesino semplice e intimo, dove spesso ci si conosce fra vicini di casa e nel quale ancora non sono del tutto morti certi valori che ahimè, al giorno d’oggi, spesso rimangono sedimentati fra l’innovazione e la frenetica vita moderna. Mi è piaciuto anche tanto il fatto che la natura, la flora e la fauna in egual modo, abbiano un ruolo importante nel racconto, considerando anche le meravigliose descrizioni che l’autore fa delle scene più vivide della Maremma toscana, talmente ben narrate da ricordare degli affreschi dipinti con i migliori colori.

Veramente un bel libro, nel quale si discutono tematiche varie: amore, religione, natura e storia sono quelle che mi sento di dover citare senza pensarci due volte, anche se ridurre queste pagine a quattro concetti indefiniti sarebbe riduttivo. Immergetevi anche voi in questa lettura spensierata e ricca, cullati dalla narrazione magistrale di Francesco Tenucci e dal calore della Maremma!

Voto: 4/5

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