
La stagione 2019/2020 continua a generare successi e ci regala una vera chicca da vedere e rivedere. Una miniserie di 8 episodi curata nei minimi dettagli; ispirato ad una storia vera, Susan Grant, ( già sceneggiatrice di “Erin Brockovich, forte come la verità” tra gli altri ) prende spunto da un famoso articolo apparso sulla testata giornalistica The Marshal project, vincitore del premio Pulitzer e crea un racconto forte e profondo, ma nel contempo non melodrammatico nè violento. E’ la storia di Marie, diciottenne di Lynnwood, cittadina nello stato di Washington, indotta a mentire sullo stupro subito, negandolo. Ma lo stupratore colpisce ancora e ancora e ancora. Mesi di indagini allo sbaraglio senza un filo conduttore finché per puro caso l’agente Karen collega i puntini. È l inizio di un thriller vero e proprio, un’escalation verso la scoperta del vero colpevole permeata dal senso di frustrazione di Marie, intelligente e dolce ragazza cui tutto è mancato per ribellarsi all’ignoranza, all’arroganza ed alla prepotenza di un sistema che la vuole incatenare al ruolo di povera folle. La vita però sa trovare le sue vie per salvarci e il duro lavoro delle due agenti Karen e Grave le consegnerà una rinascita, una nuova alba. Memorabile la sceneggiatura che non cede mai il passo al voyeurismo, alla violenza o al pietismo. Una storia così ben raccontata da sembrare filmata con veri protagonisti. Tutti ameremo Marie di quell’amore che lei non ha conosciuto e tutti la supporteremo ovunque sia ora, felice. Una serie dal tocco magico, immersa nell’empatia più realistica che ci fa piangere ed, infine, sorridere. Questa storia ha molto da insegnarci. A tutte le Marie, perché siano finalmente, libere.