
L’amore di Isabella per la musica è assoluto. Affronta il repertorio di musica classica con la stessa disinvoltura con cui attraversa il jazz, il rock, il pop e il rap.
Durante la sua incredibile e ricca carriera, ha lavoraro con una schiera di artisti come Dargen D’Amico, Pino Donaggio, Rui Massena, David Riondino, Luis Bacalov, Arnoldo Foà e molti altri.
In Italia è considerata una delle compositrici e pianiste più rappresentative di stile neoclassical new-age, con una capacità unica di trasmettere la musica al pubblico pur mantenendo l’integrità e complessità della sua ispirazione artistica.
Si è diplomata con lode al Conservatorio di Trento, sua città di residenza, e si è perfezionata con grandi pianisti quali Bruno Mezzena, Leonid Margarius, Anna Kravtchenko e, in Spagna, con Alicia de Larrocha.
Nel 2013 pubblica il suo primo album da solista, All Light, in cui esprime il suo stile classico-pop-jazz, ottenendo ottime recensioni.
Collabora con il violinista americano Albert Stern, con cui registra un CD di brani da lei composti per questa formazione (presso il Morning View Studios a Malibu, California), eseguiti con il famoso Violon Rouge “Mendelssohn”, Stradivari del 1720.
Nel 2014 realizza il suo secondo album Omaggio a Donaggio. Il CD contiene 13 composizioni create da Isabella e basate sull’elaborazione di temi, citati e ricomposti, tratti da colonne sonore di film del grande compositore cinematografico (De Palma, Troisi, Benigni, Dario Argento, Don Mancini).
Nel 2017 lavora con il rapper Dargen D’Amico all’album Variazioni, il cui scopo principale è quello di avvicinare il genere hip hop alla musica colta.
L’omonimo tour nazionale promosso dall’agenzia Ponderosa Music&Art è stato accolto con grande calore da un pubblico eterogeneo, soprattutto di giovanissimi, nonché dalla critica. I due artisti hanno partecipato a numerosi festival musicali. Degno di nota il concerto con Patti Smith al Teatro Ariston di Sanremo.

E’ uscito venerdì 29 maggio, “BIG BREAK” (Bluebelldisc Music), il nuovo album di ISABELLA TURSO, disponibile su tutte le piattaforme digitali per lo streaming e il download. L’uscita del disco sarà accompagnata dallo speciale videoclip del singolo “Sliding Doors”, realizzato al “MUSE – Museo delle Scienze” di Trento, sua città natale, che ha riaperto le porte appositamente per questa particolare occasione, per ricominciare a vivere attraverso la musica di Isabella. Il regista Joe Barba ha voluto ricreare visivamente il mondo sonorizzato dell’artista partendo dal concetto di “big break”, e raccontando per immagini un universo bloccato, fermo e in perpetua stasi in cui, a differenza del mondo animale, solo l’uomo, attraverso le vibrazioni dell’arte, può tornare a vivere profondamente il connubio con la natura, l’amore, il divino.
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Dicono di Isabella:
«Isabella fa una musica preziosa perché trasforma l’oscurità in sogno, rifiutando le banali manifestazioni di tecnica, scolpisce un mondo sganciato dal tempo, in cui la tecnologia non è un’unità di misura. Musica seria ma che non spara sentenze. E allora non è tutto perduto.»
Dargen D’Amico (2020, in occasione dell’uscita del disco “Big Break”)
«Voglio esprimere il mio apprezzamento per le elaborazioni pianistiche che hai realizzato basandoti su alcuni temi tratti dalle mie canzoni. Il progetto che intendi proporre mi pare molto interessante e stimolante per le sue caratteristiche, ovvero la congiunzione tra musica e immagine che sento molto vicina alla mia sensibilità»
Pino Donaggio (2013, dopo l’uscita del disco “Omaggio a Donaggio”)
Il videoclip del singolo “Sliding Doors”
Intervista esclusiva
Ben arrivata su muatyland.com Isabella. Iniziamo con qualche domanda: Il 29 Maggio ha visto l’uscita del suo Album “Big Break”, potrebbe illustrare questo nuovo progetto ai nostri lettori?
Big Break è il mio nuovo album per piano solo, dove riassumo in dodici tappe le svariate esperienze artistiche degli ultimi anni. Si tratta di un lavoro che rappresenta per me un passaggio importante, mette in evidenza una fase di cambiamento sia a livello artistico che personale.
Un titolo con un forte significato simbolico che può avere varie chiavi di lettura, qual è la sua personale?
Big Break significa grande pausa, grande rottura, ma anche grande occasione. Mi piace pensare che la fase di sospensione che ci sta coinvolgendo a livello globale possa rappresentare anche un’opportunità per mettere in discussione quanto fatto finora e per cambiare immediatamente direzione. Personalmente mi sono resa conto di quanto sia essenziale prendere in mano la propria esistenza e fare delle scelte per cambiare ciò che non funziona, senza se e senza ma. Ho creato una rottura con un passato che mi teneva ferma, ho realizzato di poterlo superare per sentirmi più libera e forte.
Contemporaneamente è uscito il videoclip del singolo “Sliding doors” girato al “MUSE – Museo delle Scienze di Trento”, come è nata la scelta per questa location?
Il MUSE è nella mia città, Trento, è una realtà culturale che conosco molto bene e che sento molto vicina alla mia sensibilità artistica, ma anche di appassionata di scienze naturali. Il museo raccoglie la storia del nostro pianeta, si lega perfettamente al concetto dell’album, che si basa su una forte sinergia tra musica e ambiente. Da sempre, e in questo momento più che mai, è necessario tutelare e rispettare la natura, le sue dinamiche, le sue richieste silenziose ma manifeste, e la musica può fare da cassa di risonanza a questo bisogno, è linfa per la cura del mondo.
Per cosa spera che questa incisione venga ricordata?
Per la sua autenticità a livello musicale e il suo essere una sorta di documento culturale in un momento di rinascita e rottura col passato e quindi venga ricordato anche per il suo valore morale. È il mio cuore che batte col cuore del mondo.
Tornando al principio, come si è avvicinata alla musica e quando ha capito dentro di sé che questa era la sua strada nella vita?
Fin da piccolissima strimpellavo gli strumenti che avevo in casa, mio padre era appassionato di musica e soprattutto del repertorio pianistico. Mi faceva ascoltare Horowitz, ho assorbito molto in quella fase e a nove anni ho chiesto di prendere lezioni. Da quel momento non ho più smesso e non ho mai avuto dubbi sul fatto che questa fosse la mia strada, con tutte le sue affascinanti deviazioni.
In Italia è considerata una delle compositrici e pianiste più rappresentative di stile neoclassical new-age. Lei come definirebbe il suo stile?
Se fosse per me non lo definirei in nessun modo specifico. E’ il mercato discografico ad imporre un’etichetta. Non c’è specificità in ciò che faccio, ma solo ricerca. Una cosa è certa, scrivo per immagini, e la musica strumentale in tal senso mi lascia grande libertà.
Lei ha lavorato con una schiera di artisti come Dargen D’Amico, Pino Donaggio, David Riondino, Luis Bacalov, Arnoldo Foà, Paolo Fresu, Renato Raimo e molti altri. Quali esperienze professionali l’hanno maggiormente arricchita? Potrebbe raccontarci qualche episodio a riguardo?
Ognuna di queste esperienze ha lasciato il segno, sono incontri artistici ed umani che ho vissuto intensamente. Posso dire che l’esperienza artistica più recente con Dargen D’Amico ha rappresentato un confronto e una sfida artistica che mi ha aperto nuove prospettive e aiutato anche a confrontarmi con nuovi linguaggi, apparentemente distanti.
In occasione della prima assoluta a New York presso l’Opera America Center, il compositore Maury Yeston l’ha definita una “classica-jazzista, che esegue i propri brani, scritti con un’evidente impostazione classica, come se fossero improvvisati”. Quando crede che la sua formazione classica appresa con il Diploma in Conservatorio prima e con il perfezionamento in seguito, abbia contribuito al suo stile esecutivo?
Il percorso accademico ha contribuito a rendere più completo e solido il mio bagaglio formativo tecnico e culturale. Grazie a queste basi posso sentirmi libera di sperimentare nel mio modo di eseguire ed interpretare la musica, anche fuori dalla zona di conforto, senza perdere troppo l’equilibrio.
Prossimi appuntamenti? Potrebbe darci qualche anticipazione?
Sto lavorando a progetti di live streaming, ad un progetto molto particolare che riunisce diversi artisti per il prossimo autunno e, ovviamente, alla promozione del mio Big Break.
Ha un sogno nel cassetto? Quali sono le sue aspettative per il futuro?
Che la mia musica possa essere conosciuta e apprezzata da un pubblico sempre più vario e che sia parte della colonna sonora della vita di chi l’ascolterà.
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