Titolo: Bucaneve nel regno sotterraneo
Autore: Paolo Fumagalli
Editore: DarkZone
Genere: Narrativa per ragazzi
Data pubblicazione: 19 Aprile 2018
Voto: 3,75/5
Cartaceo -> 12,90€ |Ebook -> 2,99 €
Sinossi
Bucaneve, colpita da una misteriosa malattia che nessuno sa spiegare, è una bambina che ama le storie raccontate dalla madre e i sogni a occhi aperti. Un’avventura più strana di qualunque fantasia la aspetta in un mondo notturno e misterioso, abitato da bizzarre creature legate alle tenebre e all’occulto. È l’inizio di una serie di incontri con gatti e corvi parlanti, streghe che vivono nella foresta, solitari becchini, cavalieri senza testa, scheletri e altri personaggi tanto sinistri quanto buffi e stravaganti. Conoscendo meglio le atmosfere oscure e divertenti del Regno Sotterraneo, Bucaneve scoprirà che anche la Morte in persona può sognare e cercherà un modo per tornare alla realtà…
Recensione
Questa favola in salsa grottesca é inusuale, poco ma sicuro. Non prende certo il buon umore leggendo le prime pagine e constatare che la piccola protagonista è in punto di morte, tanto grave è la malattia che la indebolisce e relega a letto. Bucaneve è una bimba intelligente e ben educata, che trascorre le ore vicine alla nanna ascoltando i racconti che la madre le legge con amore e di cui lei non ha mai abbastanza. È messa K. O. da una brutta sindrome che ha colpito una certa quantità di persone del suo paese e da come sono narrati inizialmente i fatti mai ci si aspetterebbe un finale come quello propostoci. Una notte Bucaneve si risveglia in un posto sconosciuto, alquanto stretto e dove il buio si mangia ogni centimetro di spazio; è stata sepolta viva? Pare proprio così, al che la piccina, scavatosi senza difficoltà un cunicolo per uscire una volta aperta la bara, si rende conto che c’è qualcosa che non quadra. Lontana dal suo caldo lettino e dalle mura di casa, la bambina apprende presto di trovarsi nel Mondo Sotterraneo, nel quale streghe, pipistrelli e scheletri vanno a passeggio. Sembra in tutto e per tutto una specie di oltretomba, luogo di ritrovo per creature fantastiche e persone decedute, ma la bambina non arriva (o forse non vuole arrivare) subito a comprenderlo.e sue avventure da esploratorice si susseguono con metodica precisione e curiosità grazie ad una narrazione all’apparenza semplice e pulita, molto chiara. Ho trovato alcune assonanze con i romanzi di Gaiman, come il fatto che la protagonista non si spaventi di fronte a delle fattucchiere gentili, sì, ma che vogliono pur sempre mangiarsi un bimbetto anzi si trovi in accordo con loro nel constatare quanto sia monello. Ancora gli animali prendono la parola spesso, senza che nessuno si sorprende e esordiscono in toni ironici o misteriosi; il gatto del focolare, ad esempio, incarna bene il concetto. Si tratta di un micione peloso che spunta quasi sempre nei paesaggi visitati dalla ragazzina e che sembra saperla lunga sul tetro ambiente nel quale i personaggi si muovono, oscuro e spaventoso ma reso quasi affascinante dalla tecnica narrativa utilizzata sapientemente. Ecco uno dei primi richiami ad Alice nel Paese delle Meraviglie: il gatto del focolare e lo Stregatto sembrano cugini di secondo grado, complice il loro modo enigmatico di esprimersi e il materializzarsi dal nulla. Vi è una scena nella conclusione che ha forti collegamenti con la partita a cricket giocata da Alice con porcospini e fenicotteri al castello della Regina, solo che qui si gioca con ossa e teschi. Anche nello stesso titolo il paragone col romanzo di Carroll viene spontaneo! Una marea di influssi dunque quelli che caratterizzano il romanzo che definirei sicuramente originale. Verso il finale, però, é stato un po’ pasticciato con il materiale a disposizione e mediante spiegazioni metafisiche si è giunti al punto in cui si scopre la natura dell’accaduto. Speravo che le bizzarre vicissitudini della bambina seguissero un altro corso, ho trovato il modo di risolvere il mistero principale della storia un po’ fuori luogo, come se fosse un tassello sbagliato forzato in un puzzle. Non che si balzi dall’horror alla commedia, certo, ma nonostante gli indizi che son stati disseminati fra le pagine penso che la nostra eroina si sarebbe meritata un lieto fine differente. Un libro che comunque merita un’occhiata, anche solo per la dose di surreale iniettata tramite l’inchiostro sulla carta bianca e la scrittura incredibilmente curata e precisa, che riesce a trasformare una situazione orrorosa e malinconica in una grande avventura!
Voto: 3.75/5

Grande Paolo!
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