Tian Haifeng, l’ispettore capo dell’ufficio di pubblica sicurezza di Nanjing, ha ormai visto così tanti omicidi da non riuscire più a tenerne il conto. Eppure i resti mummificati di una donna estratti da una torbiera nella regione dello Xinjang catturano la sua attenzione. Il corpo è irriconoscibile, ma i tratti somatici appartengono indiscutibilmente a una donna di origini caucasiche. Purtroppo, il corpo viene distrutto da un incendio e con esso scompare ogni prova della sua esistenza. Insospettito da ordini superiori che gli imporrebbero di chiudere in fretta l’indagine, Haifeng decide di occuparsi comunque del caso. Presto comprende di aver portato alla luce molto più di una semplice mummia: i tratti caucasici della donna attesterebbero la presenza di colonizzatori ben prima dell’arrivo dei cinesi, un vero smacco per la propaganda governativa. Ma quando nuovi scavi portano alla luce mummie dai tratti somatici cinesi, Tian Haifeng capisce di essere coinvolto in un torbido intrigo politico dove la posta in gioco è altissima – forse troppo per un semplice ispettore. Ma la verità non può rimanere sepolta ancora a lungo…
Titolo: La donna della palude
Autore: Martin Long
Editore: Tre60
Genere: Thriller
Data pubblicazione: 7 Ottobre 2021
Voto: 3.5/5
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Recensione
Ben tornati a tutti lettori, oggi torno a scrivere per parlarvi di un libro recuperato in biblioteca, edito Tre60, il cui titolo è “La donna della palude: le indagini dell’ispettore Tian” di Martin Long.
Nel testo si racconta la storia di Tian Haifeng, un ispettore capo di Nanchino. Sebbene sia abituato a casi di omicidio, la sua attenzione viene catturata dal ritrovamento del corpo mummificato di una donna caucasica in una torbiera dello Xinjiang.
Poco dopo la scoperta, il corpo viene distrutto in un incendio, e a Tian Haifeng viene ordinato di chiudere le indagini. Sospettando che ci sia di più, decide di proseguire segretamente. Ben presto, scopre che la presenza di un corpo caucasico in quella regione potrebbe compromettere la narrativa ufficiale del governo cinese, che sostiene di aver colonizzato la zona per primo.
Quando vengono trovate altre mummie con tratti somatici cinesi, Tian Haifeng si rende conto di essere al centro di un complotto politico ad alto rischio. Nonostante i pericoli, è determinato a scoprire la verità.
La copertina di questo libro mi ha subito colpita, spingendomi a leggerlo il giorno stesso in cui l’ho preso in biblioteca. È stata una lettura piacevole, con una trama molto originale che mi ha affascinata fin dall’inizio.
Purtroppo, dopo un avvio promettente, la storia perde un po’ di slancio e diventa a tratti difficile e noiosa. Ho finito il libro solo per curiosità. Nonostante un’altra idea geniale verso la fine, ho avuto la sensazione che l’autore non l’abbia sfruttata appieno. È un vero peccato, e forse è per questo che altre sue opere non sono state tradotte in Italia.
Avrei desiderato anche che venisse approfondita maggiormente la sofferenza interiore del protagonista. Potrebbe essere un tratto culturale, dato che non ho molta familiarità con i thriller scritti da autori asiatici. In definitiva, è stata una lettura gradevole, ma non particolarmente brillante. Voto 3.5/5
