Recensione “Il segreto del carillon” di Fausto Serra

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Che cosa si nasconde dietro un gesto? La realtà è molto diversa da ciò che appare, perché l’animo umano nasconde anfratti così abissali da risultare, talvolta, impossibili da raggiungere. Condannato all’ergastolo per omicidio plurimo, Ardito indaga nella sua anima torbida alla ricerca della ragione profonda che lo ha spinto a tale gesto e ripercorre, raccontandosi, i momenti salienti della propria esistenza fino a risalire all’origine del male che lo ha segnato per sempre. Una storia dura ma anche infinitamente umana in cui il protagonista subisce ignaro le ripercussioni di una vita lontana, che quasi non gli appartiene, della cattiveria umana e del fatto che spesso le “colpe” dei padri, come dicevano i greci, ricadono sui figli.

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Titolo: Il segreto del carillon
Autori: Fausto Serra
Editore: Scatole Parlanti
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 2 Maggio 2024
Voto: 4/5

Classificazione: 4 su 5.
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Recensione

Ben tornati a tutti lettori, oggi sono qui per parlarvi di un’altra collaborazione con la casa editrice Scatole Parlanti e del libro “Il segreto del carillon” di Fausto Serra.

Condannato per omicidio, Ardito intraprende un viaggio introspettivo alla ricerca delle radici del male che lo ha portato a compiere atti così atroci. Attraverso un doloroso percorso di autoanalisi, scopre come le ferite del passato e le ingiustizie subite possano corrodere l’anima e spingere un individuo verso la perdizione.

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In un parco avvolto da un’atmosfera di quiete e malinconia, si intrecciano le vite di due uomini. Ardito, un ex detenuto, è un’isola solitaria, un naufrago in un mare di ricordi. Seduto su una panchina, l’ex detenuto, con lo sguardo perso nel vuoto, sembra custodire un mondo intero dentro di sé. Nelle sue parole, frammentate eppure intense, si dipana la trama intricata di una vita segnata da un tragico evento: un quadruplice omicidio. Ma dietro le sbarre di quella storia, così cruenta e definitiva, si cela un mistero inesplicabile, un segreto celato nelle note di un carillon.

Il nome ‘Ardito’ è un’ironia della sorte. Assegnato al piccolo con la speranza di un futuro audace e pieno di promesse, diventa invece il marchio di un’esistenza segnata dalla paura e dal silenzio. Lo vediamo bambino, stretto tra le braccia di una madre che sogna per lui un destino diverso dal proprio. Un’infanzia segnata dalla semplicità della vita di paese. In un luogo dove tutti sanno ma nessuno parla. Le menzogne e le minacce sono l’aria che si respira, un veleno che avvelena le relazioni e distorce la verità. Ardito, un uomo semplice, diventa così il capro espiatorio perfetto, facile bersaglio di accuse e sospetti. La sua storia è un grido muto contro l’ingiustizia e la violenza, una denuncia di un mondo dove la verità è spesso sacrificata sull’altare dell’opportunismo.

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Perché “Il segreto del carillon”? Un titolo apparentemente innocuo che cela un mistero profondo. Il carillon, con le sue note dolci e melodiche, diventa in questo romanzo un simbolo potente, una sorta di “sliding door” che ha deviato il corso della vita del protagonista, Ardito. Un evento, un attimo fugace, che ha innescato una catena di eventi tragici, portandolo a scontare un ergastolo. Ma il carillon è anche molto altro: è la chiave per comprendere il suo animo tormentato, un enigma che si disvela lentamente, pagina dopo pagina.

Un romanzo che ci invita a riflettere sulla fragilità dell’esistenza e sull’impatto che anche il più piccolo gesto può avere sul nostro destino. Un carillon, un crimine, un ergastolo. Tre elementi apparentemente slegati tra loro che, nel romanzo di Serra, si intrecciano in modo inestricabile. Attraverso le sue vicende, l’autore ci invita a riflettere sulla natura del male, sulla responsabilità individuale e sul ruolo della giustizia. Un romanzo che è un grido di protesta contro un sistema che spesso condanna senza comprendere, e che ci ricorda l’importanza dell’empatia e della solidarietà verso il prossimo. Voto 4/5

Inoltre le illustrazioni di Walter Venturi sono un’ode alla creatività. Con la sua arte, ha saputo catturare l’essenza della storia, rendendola tangibile e palpitante.

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