
Beatrice Amadei, classe 1996, è nata e cresciuta in Lunigiana. Si è laureata in Scienze della comunicazione e successivamente in Semiotica all’Università di Bologna. Pesci rossi dentro un acquario è la sua prima pubblicazione.
Come è nata la tua passione per la scrittura?
“Penso sia qualcosa che è sempre stato dentro di me. Amo le parole da quando ne ho memoria; da quando da piccola scrivevo le poesie per mia nonna e poi, crescendo, quelle poesie sono diventate fiumi: racconti, storie, idee.”
Come descriveresti il tuo processo creativo? Ci sono delle tecniche o delle abitudini che ti aiutano a scrivere?
“Mi piace tantissimo scrivere mentre sono in treno, magari con la musica nelle orecchie mentre i paesaggi scorrono al di là del finestrino. Trovo tantissima ispirazione nell’emozione che mi trasmettono gli altri; che sia un libro, un film o appunto una canzone, se mi ha fatto emozionare fa venire una gran voglia anche a me di cercare di emozionare qualcuno. E allora scrivo.”
Com’è nata l’idea di “Pesci rossi dentro un acquario”? C’è stato un evento o un’ispirazione particolare che ha dato vita a questo progetto?
“Ho iniziato a scrivere questa storia quando avevo 16 anni e, per la verità, non sono neanche riuscita a cambiare più di tanto perché sono chiaramente un’accumulatrice seriale ed era troppo doloroso staccarmi da qualsiasi parola. Non ricordo neppur come mi venne l’idea ma questi personaggi mi hanno accompagnata per così tanto tempo che dentro di loro ho ricostruito tanti sprazzi di storie che ho ascoltato ed emozioni che ho visto. Se dovevo iniziare da qualche parte doveva essere per forza da questa storia. Anche perché si tratta di una promessa fatta a mia nonna: era il nostro segreto. Lei voleva che pubblicassi qualcosa di quello che continuamente mi vedeva scrivere e mi diceva sempre che avrebbe pensato a tutto lei senza bisogno di dirlo a nessuno. Non è riuscita a vedere che ci sono riuscita perché il mio regalo è rimasto incartato sotto l’albero di Natale, ma l’ho fatto per lei e niente mi rende più felice.”
Com’è nata l’idea di intrecciare le vite dei protagonisti di questi racconti? Cosa ti ha spinta a creare questa struttura narrativa?
“A me piacciono tantissimo le connessioni, anche quelle minuscole, appena percettibili, che ti sfiorano e neanche te ne accorgi; eppure per un secondo hanno fatto si che quella persona, di cui forse neanche hai percepito la presenza, ha camminato affianco a te. Quello che volevo creare era una sorta di catena in grado di svelarti come, alla fine, dato che tutte queste storie sono legate tra di loro, il risollevarsi della prima alluderà che tutte si risolleveranno.”
In che modo l’intreccio tra le diverse storie influenza la lettura e la percezione del lettore?
“Non a tutti piace questo tipo di narrazione, molti preferiscono le trame più lineari ma penso che camminare su questa specie di ragnatela che ho costruito possa rivelarsi interessante. Ti dà, forse una visione più ampia e ti lascia forse più possibilità di immaginare. Alla fine, in ogni storia c’è già il preambolo di quella successiva, talvolta manca solo la sua conclusione.”
Come hai gestito la scrittura di storie intrecciate, mantenendo coerenza e ritmo narrativo?
“Non le ho mai pensate come tante storie intrecciate ma, sempre, come una soltanto che continuava e andava avanti. Spero tanto di esserci riuscita.”
Secondo te, quali sono i tratti comuni che uniscono i tuoi personaggi?
“I miei personaggi sono tutti pesci rossi dentro un acquario. Per un motivo o per l’altro tutti quanti rappresentano un vuoto che li logora e sembra essere l’unico paesaggio al di là del loro finestrino del treno. Come se fossero chiusi tra pareti di vetro e fuori c’è qualcosa che pensano di non poter raggiungere. Ma c’è una cosa più importante, anche, che li lega: quell’impercettibile filo al quale disperatamente cercano di aggrapparsi e che li salverà, gli permetterà di vedere che, anche se pesci rossi, sono in grado di nuotare fuori da quell’acquario.”
Pensi che queste storie possano ispirare i lettori a riflettere sulla propria vita e sulle proprie scelte?
“Magari, più che altro, quello che mi piacerebbe è se qualcuno leggendo le mie storie possa ricordarsi di come si fa a respirare anche quando si è sott’acqua.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Sicuramente questo non è il mio punto d’arrivo. Io scrivo continuamente e la prossima storia è già quasi pronta tra le mie mani. Una storia d’amore, forse, all’apparenza normale, decadente, rumorosa, nostalgica, ma perché qualcuno allora dovrebbe leggerla? Perché tutto è molto più complicato di quello che sembra. E non ha nulla a che vedere con la storia d’amore. E a me le cose complicate piacciono.”