Stefania Tedesco:”Mi piace poter dar vita alle idee, vedere i miei personaggi e farli interagire” #Intervista

Ben tornati a tutti lettori, oggi torno a scrivere per una chiacchierata con l’Autrice di “Nuvole grigie” Stefania Tedesco.

Stefania Tedesco è nata a Roma nel 1987. Si è laureata come promotore turistico delle risorse ambientali e culturali. Ha lavorato in una libreria della sua città. Ha frequentato un corso di correzione di bozze, uno di scrittura presso la Scuola Holden e uno di editing presso l’Accademia di Scrittura. Nuvole grigie – Un’indagine per Cecilia Orlandi è la sua prima pubblicazione.

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Come descriveresti te stessa come scrittrice?

Ciao Martina e grazie per l’opportunità!

La prima parola che mi viene è “istintiva”. Ho scritto “Nuvole grigie” andando a braccio, senza una vera e propria scaletta, solo con un’idea vaga dei protagonisti e del povero assassinato. All’inizio non c’era neanche la mia commissaria…

Cosa ti ispira a scrivere?

Sono cresciuta con un padre e uno zio nell’Arma e un nonno in Polizia, non indosso la divisa ma sicuramente l’ispirazione non mi è mai mancata! Poi sono una lettrice onnivora, ma i gialli/noir/thriller sono sempre stata la mia passione, quindi forse era un po’ inevitabile buttarmi sul genere.

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Come è nato “Nuvole grigie”?

È nato in tre mesi precisi, senza pretese alcune, anzi! Non avevo mai scritto nulla prima di questo romanzo, né avevo ancora frequentato corsi di scrittura. Sfogliando il libro c’è qualche criticità dovuta all’inesperienza, ma senza dubbio sono orgogliosa di aver portato “qualcosa a termine”. L’idea è nata su suggerimento di una persona cara che ha visto in me una potenzialità dove io vedevo solo un grande vuoto.

Quali sfide hai dovuto affrontare nello scrivere?

Mah, devo dire che, siccome questo romanzo non è nato con l’idea di essere pubblicato, la prima stesura è andata abbastanza liscia, al netto di non aver lavorato con una scaletta e quindi di dover ogni volta rivedere le incongruenze che si creavano a mano a mano nella scrittura; quindi il grosso di lavoro l’ho fatto nella seconda stesura modificando qualche dettaglio ed eliminando tutti gli avverbi in “-mente” che erano la mia passione (evidentemente!).

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Cosa trovi più gratificante nello scrivere?

È un momento tutto per me, che non è poco! Mi piace poter dar vita alle idee, “vedere” i miei personaggi e farli interagire; mi piace che Cecilia possa essere libera di esprimersi come vorrei fare io, che però ho un carattere decisamente più timido del suo.

Qual è il tuo processo di scrittura?

Non ho una vera e propria routine, in genere cerco di isolarmi dal resto della casa (ma la mia gatta non è sempre d’accordo), cuffie e musica strumentale di sottofondo e scrivo al pc. Diverso il discorso se invece sono fuori casa e ho dei tempi morti: lì carta e penna diventano le mie migliori amiche. Poi ogni volta che vado avanti di qualche pagina mi confronto con mio padre che mi fa da consulente gratuito sulle questioni lavorative dei miei personaggi.

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Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con il personaggio di Cecilia?

Cecilia Orlandi è una donna all’apparenza forte, anche un po’ per il ruolo lavorativo che ricopre, essendo un commissario di Polizia; come tutte le persone al mondo però ha i suoi mostri interiori e le sue difficoltà, nello specifico ho voluto porre l’accento su due questioni: il conflitto familiare (è stata adottata da piccola, ha perso un fratello in un incidente di cui si sente responsabile, ha un rapporto difficile con la madre adottiva) e il disturbo alimentare. Se sulle questioni familiari spesso si scrive, penso invece che del tema dei DCA (disturbi comportamento alimentare) si parli sempre poco e male, magari per stereotipi. Purtroppo l’incidenza dei DCA è sempre più alta, ma spesso sono malattie non curate per vergogna, ignoranza o altro… Il mio messaggio è questo: i disturbi alimentari sono tanti e possono colpire chiunque. Mi sono avvalsa della consulenza di alcune Dottoresse di un centro qui a Messina proprio per trattare l’argomento in maniera appropriata.

Quale scena hai amato maggiormente scrivere?

Ho adorato scrivere il capitolo con gli interrogatori finali e la confessione dell’assassin*. È il capitolo che ha subito solo un editing stilistico e non contenutistico, in pratica si è scritto da solo. È stato fra l’altro l’ultimo capitolo a essere scritto in ordine cronologico, mi ricordo che l’ho terminato all’una di notte ed ero talmente gasata che poi non sono riuscita a prendere sonno!

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Quali sono i tuoi autori e/o libri preferiti?

Questa è LA domanda! Difficile perché come ti dicevo leggo davvero di tutto. Se parliamo del “mio” genere, allora non posso non citare Agatha Christie che per me è stata il colpo di fulmine sul giallo, ma poi i giallisti italiani come Andrea Camilleri, Maurizio De Giovanni, Antonio Manzini, Marco Malvaldi… Poi se devo andare “fuori pista” ti cito l’amore della vita che è la saga di Harry Potter che, avendo io una certa età, ho letto in concomitanza con la pubblicazione dei singoli romanzi e che mi hanno davvero accompagnata nella crescita dell’adolescenza.

Progetti futuri?

Ho già scritto un secondo romanzo con protagonista Cecilia e il suo commissariato. L’ho chiamato “Ciatu mei” ed è un po’ diverso da “Nuvole grigie”: sicuramente è un romanzo più maturo e meno amatoriale, diciamo. Sto ultimando il lavoro di editing, pur essendo io stessa editor mi sto facendo affiancare da una collega che è Giulia Giovannozzi. E ho cominciato il terzo della serie, ormai c’ho preso gusto e scrivere di Cecilia è come ritrovarsi con un’amica.

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Un tuo sogno letterario?

Una certa casa editrice di Palermo con le copertine blu… poi posso morire felice!

Ringrazio Stefania Tedesco per la chiacchierata stimolante e piena di positività.

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