Benvenuti a questo incontro con Stefania P. Nosnan, una delle voci più dinamiche e versatili del panorama editoriale contemporaneo. Nata a Udine nel 1970, Stefania non è solo una scrittrice, ma una vera “artigiana della parola e della comunicazione”: direttrice editoriale, esperta di servizi editoriali e figura attiva nel tessuto culturale del Friuli-Venezia Giulia. Con un passato nel web design e una passione mai celata per la fotografia e la storia, l’autrice infonde nei suoi romanzi una precisione quasi informatica e una sensibilità visiva unica.
Oggi ci addentriamo nel suo “laboratorio creativo”, tra le atmosfere cariche di suspense che caratterizzano i suoi lavori. Conosciuta per le indagini del commissario Marcucci, Stefania è pronta a svelarci i retroscena dei suoi prossimi passi letterari, muovendosi con eleganza — la stessa che mette nel collezionare i suoi amati foulard — tra gialli classici, thriller regionali e suggestioni storiche.
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Il suo serial killer è estremamente meticoloso: forgia le proprie armi e usa le piume come sentenza. Da dove nasce l’idea di questo rituale così arcaico e simbolico in una Roma moderna?
Tutti i miei romanzi nascono da un momento o da un sentito. Anche “Leggere piume sui morti” è nato da un viaggio di lavoro nella capitale, ma desideravo qualcosa di particolare che unisse le due essenze: antico e moderno, anche se Roma continua a preservare la sua anima antica. Mi ha sempre affascinato la simbologia, quindi, é stato un processo di scrittura relativamente facile, inoltre mi è piaciuto molto documentarmi sulle armi antiche.
Essere una direttrice editoriale aiuta o ostacola il processo creativo? Riesce a spegnere l’occhio critico dell’editore mentre è immersa nella stesura di un suo romanzo?
Nasco prima come autrice, quindi non credo che il mio lavoro interferisca… anzi lo fortifica perchè mi fa comprendere le difficoltà degli autori. Inoltre, per me scrivere é un momento personale e catartico, un momento tra me e la mia fantasia.
Roma è una città che si presta a mille interpretazioni. Quale colore o sensazione voleva dare alla Capitale in questa storia?
Ho sempre amato Roma, poi ho avuto la fortuna di viverci per quasi dieci anni. Non é una città facile, ma si presta molto bene alla trama di “Leggere piume sui morti”. Forse non sono io che volevo dare qualcosa a Roma, ma è stata Roma a regalarmi molto… con i suoi odori, con la sua storia, con il suo entusiasmo, con i suoi rumori e i suoi colori.
Cosa arriva prima nella sua mente: il profilo psicologico del colpevole, l’ambientazione o il volto dei protagonisti?
Di solito nasce prima l’ambientazione poi da lì tutto il resto. Il luogo influisce sulla creazione dei personaggi, posso dire che li caratterizza e Roma è brava in questo.
C’è un autore o un’autrice di gialli (italiano o straniero) che considera il suo faro o che la ha spronata a intraprendere questa carriera letteraria?
Sicuramente leggere mi ha aiutato molto. Le mie letture spaziano tra Ken Follett, Agatha Christie, Wilbur Smith e James Patterson. Mentre la mia voglia di scrivere nasce un po’ per caso e soltanto perché mi avevano raccontato una vicenda realmente accaduta. Infatti scrivere “La bicicletta nera”, il mio primo romanzo, è stato impegnativo e difficoltoso. Devo dire che mi ha aperto il mondo magico della fantasia e mi offre anche la possibilità di creare e gestire un “mondo parallelo”.
Senza svelare troppo, ci può dire se sta già lavorando a un nuovo genere o se rimarrà nel solco del giallo e della suspense?
A dire il vero ho finito di scrivere un altro giallo sempre con il commissario Marcucci e questa volta niente serial killer. Mentre a novembre 2026 uscirà un thriller ambientato nella mia regione. Solo nel 2027 tornerò alla pubblicazione di un romanzo ad ambientazione storica… forse.
Ringraziamo Stefania P. Nosnan per questo viaggio attraverso le trame e i misteri che popolano la sua mente. Abbiamo scoperto che il futuro sarà ricco di brividi: dalla nuova sfida del commissario Marcucci, che questa volta dovrà misurarsi con un male più sottile di un serial killer, fino all’attesissimo thriller ambientato nella sua terra d’origine previsto per il 2026, senza dimenticare il possibile ritorno al romanzo storico. Un percorso letterario che riflette la complessità e la determinazione di una professionista che vive per e tra i libri. A Stefania va il nostro più grande “in bocca al lupo” per i suoi innumerevoli progetti e per le nuove storie che, siamo certi, sapranno ancora una volta tenerci con il fiato sospeso.
