Siamo felici di ospitare Zeno Maria Pareli, autore del romanzo d’esordio che ha fatto discutere: “Faccio Cose Vedo Gente”. Con uno sguardo disincantato e un umorismo affilato, Pareli ci trascina nel frenetico e spesso frainteso mondo del lobbying romano. Lontano dai cliché della “bella vita”, l’autore smonta miti e svela il sacrificio e la “traspirazione” che si celano dietro le porte chiuse dei palazzi del potere. In questa intervista, l’autore ci racconta la scelta di un titolo iconico, le dinamiche della sua coppia di protagonisti, il ruolo di Roma come “grande lobbezza” e il suo approccio stilistico unico. Preparatevi a scoprire il lato sardonico del mestiere più chiacchierato della Capitale.
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“Faccio cose vedo gente” è un titolo molto diretto e iconico. Come lo ha scelto? Rappresenta l’essenza superficiale o la vera e complessa attività del lobbista?
Lo abbiamo scelto con l’editor. Era un modo dissacrante e autoironico per raccontare, irridendolo, un luogo comune sulla mia professione, quello di non fare una benamata m…rivendicando solo entrature e conoscenze. Nulla di più lontano dalla nostra professione, che è fatta invece di traspirazione e sacrificio (=lavoro). Spero emerga.
Potrebbe descriverci meglio la dinamica tra Leo Nervino ed Enzo Gullotta? Sono due facce della stessa medaglia o rappresentano approcci diversi al mestiere?
In questo lavoro (come in quasi tutti) si vince insieme. E quindi Leo ed Enzo sono una squadra, una coppia che funziona, come Starsky & Hutch (questa è da boomer versione pro!); si trovano bene e quindi sì, sono lo yin e lo yang. Più in generale, avere accanto il punto di vista opposto al tuo, aiuta e fa crescere. Quelli che si circondano di “Yes man/woman”, alla fine, (epilogo sempre molto vicino), collassano.
La capitale e i suoi meccanismi sono una componente fondamentale. Che ruolo gioca Roma nella storia? È un semplice sfondo o è un vero e proprio personaggio, con le sue regole non scritte e le sue manovre frenetiche di bilancio?
Beh, Roma sta al lobbying, come il cacio nei maccheroni (o nella cacio e pepe, per restare nella Capitale); non li puoi scindere, questo (e forse solo questo) non è replicabile in altre città. Non è campanilismo, io peraltro non sono manco romano, ma è realismo. Roma poi si presta particolarmente in questo ruolo da “grande lobbezza” (oddio che brutto neologismo, ma lasciamolo va….)
Ci sono autori o generi letterari che l’hanno particolarmente influenzata nel tono cinico e umoristico del romanzo? O lo stile è emerso direttamente dalla sua personale percezione del mondo della politica?
No, in realtà, lo stile, il registro e il tono sono caratteristiche tipiche del Pareli, cioè il sottoscritto. Penso si addica alla storia e al contesto, oppure è solo una trasposizione autobiografica nel romanzo. Non sarei riuscito a fare un racconto di altro tipo.
Nella biografia ha dichiarato che ‘Faccio cose vedo gente’ sarà il suo “primo e ultimo romanzo”. È ancora di questa idea? La ricezione del libro e l’esperienza di scrittore le hanno fatto vacillare questa intenzione?
Se vincessi un premio, o se i lettori (tanti) me lo chiedessero con forza…ci ripenserei. Non mi pare il mio caso. In ogni caso, scrivere costa (tempo, denaro, fatica) e non è facile replicare.
Se dovesse riassumere in una frase il motivo principale per cui un lettore dovrebbe leggere questo libro, che cosa direbbe? Qual è l’insegnamento o l’emozione che spera rimanga al termine dell’ultima pagina?
Wow, no una frase no, mi farebbe davvero piacere che il lettore rimanesse un po’ affascinato e interessato a questo mondo, e mi piace pensare che lo possa fare con un sorriso, anche sardonico, in faccia.
Ringraziamo sentitamente Zeno Maria Pareli per aver condiviso con noi la genesi, le sfumature e la visione dietro le pagine di “Faccio Cose Vedo Gente”. La sua onestà intellettuale e il suo stile inconfondibile hanno illuminato la complessità di un mestiere spesso ridotto a un luogo comune. La speranza di un lettore affascinato da questo mondo, ma con un sorriso in faccia, è la migliore eredità che questo romanzo potesse lasciare. Invitiamo tutti a scoprire la squadra di Leo Nervino ed Enzo Gullotta e a perdersi nella Roma delle manovre frenetiche.
