In questa tappa, l’autrice Stefania Lucchetti esplora il tema della sensualità non solo come strumento di connessione e comunicazione, ma come essenza stessa della poesia, un concetto ampiamente sviluppato nella sua silloge Pomeriggi di amore sospeso. Lucchetti osserva come, nel corso della vita, si tenda a smarrire il significato profondo della sensualità, che non è logica ma piuttosto “l’arte del non detto”.
Essa si manifesta nella grazia che si cela nei gesti inesplicati, nel linguaggio del corpo e dell’anima che sfugge al controllo della mente e al bisogno di definizioni precise. Per l’autrice, la sensualità è l’attenzione al momento, il respiro tra le parole, la pausa che racconta molto più di mille frasi. È un modo per onorare la nostra umanità, accogliendo movimento, presenza ed emozione senza l’urgenza di spiegare ogni dettaglio. Su queste basi, Lucchetti definisce la poesia come una “purissima forma di sensualità in parola”. La poesia vive nel suggerito, nella metafora, agendo come una soglia o un invito.
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Non offre risposte definitive, ma piuttosto apre possibilità e indica direzioni che accendono pensieri, riflessioni e domande. Permette di osservare gli angoli bui della vita con una lente nuova e di trovare un modo diverso di stare nel mondo. Infine, l’autrice lega la sensualità alla creatività: lasciarsi andare alla sensualità di un pensiero significa accogliere la vastità del possibile, rispondendo alla vita non attraverso i limiti, ma cercando attivamente le potenzialità di ogni situazione.
