Un uomo trovato morto nella sua villa. Una scena che sembra una rapina finita male. Ma qualcosa non torna.
Il vicequestore Tiburzi lo capisce subito: la vittima, rivela il medico legale, prima di essere uccisa è stata drogata con un insolito cocktail di medicinali. Perché? Se doveva essere uccisa perché complicarsi la vita drogandolo e in modo così raffinato? E la rapina come si inserisce nel delitto?
La vittima è un noto commercialista. Ricco, affermato, ma anche pieno di nemici. Una moglie elegante e distante. Un figliastro pieno d’odio. Un passato costruito su segreti e compromessi.
Mentre la città soffoca nel caldo estivo, le indagini fanno emergere le contraddizioni. Una relazione ambigua. Una vita doppia. Un piano studiato nei dettagli. O forse solo una tragica coincidenza?
“Una vita di inganni” è un giallo raffinato e avvolgente, dove ogni personaggio ha qualcosa da nascondere. E dove la verità si nasconde dietro le maschere quotidiane.
Un’indagine che scava a fondo nei legami familiari, nelle ambizioni, nei rimpianti. Perché, a volte, il movente non è solo l’odio o l’avidità. È anche l’amore tradito.
Titolo: Una vita di inganni
Autore: Maurizio Mos
Editore: CF editore
Genere: Giallo
Data pubblicazione: 31 Luglio 2025
Voto: 4/5
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Recensione
Oggi torno a scrivere per parlarvi di una nuova e bellissima collaborazione con un autore che sul blog conoscete ormai molto bene: Maurizio Mos, di cui trovate svariate recensioni.
L’occasione è l’uscita del suo ultimo, avvincente libro: “Una vita di inganni”, edito da CF editore. Un ringraziamento speciale va anche a Daisy Raisi per l’attività di editing e promozione che ha reso possibile questa presentazione.
Originario di La Spezia, Maurizio Mos si è goduto la pensione dopo una carriera in diversi enti pubblici, dedicando ora il suo tempo alle passioni. Trasferitosi nella casa di famiglia in campagna, ama le lunghe passeggiate ed è un vero cultore del genere giallo, tanto da possedere una collezione di oltre 200 volumi! Curioso aneddoto, l’autore ha anche una grande passione per le auto dei suoi vent’anni.
Ancora una volta, Maurizio Mos seduce il lettore con la sua firma inconfondibile: uno stile di scrittura fluido e avvolgente come sempre, che scorre via pagina dopo pagina, rendendo la lettura impossibile da interrompere. Ma in questo caso, la maestria narrativa è al servizio di un filo narrativo straordinariamente complesso e disseminato di veri e propri inganni, che trasformano l’indagine in un mistero continuo.
Il palcoscenico è una villa lussuosa dove un uomo viene trovato morto; una scena che grida alla rapina finita male. Ma la verità è molto più sfuggente. Il vicequestore Tiburzi non tarda a percepire la dissonanza: il medico legale rivela che la vittima è stata drogata con un insolito e raffinato cocktail di medicinali prima di essere uccisa. Perché questa complicazione? L’omicidio si inserisce in una rapina o la rapina è solo una beffa? È qui che il lettore comincia a porsi la domanda cruciale, una costante fino all’ultima pagina: “Ma sarà vero oppure no?”
La vittima, un noto commercialista ricco e affermato, è un nodo di segreti e compromessi, circondato da una moglie elegante e distante, un figliastro pieno di rancore e un passato costruito su ambiguità. Mentre il caldo estivo opprime la città, le indagini di Tiburzi fanno emergere una doppia vita, una relazione ambigua e i fili di un piano ordito nei dettagli.
“Una vita di inganni” è un giallo cerebrale, dove la realtà è una nebbia e ogni personaggio è una maschera, ognuno con qualcosa di cruciale da nascondere. L’indagine scava a fondo non solo nell’avidità o nell’odio, ma nei legami familiari più intimi, nelle ambizioni frustrate e nell’amore tradito, rivelando che il movente più profondo si cela spesso dietro l’inganno più sottile. Il lettore è costretto a dubitare di ogni testimonianza e di ogni indizio, in un gioco di specchi che alimenta il sospetto e non concede tregua.
Essendo ormai una lettrice abituale, la penna di Maurizio Mos mi è profondamente familiare, e anche in questo caso, la sua narrazione non ha tradito le aspettative.
L’unico appunto, puramente soggettivo, riguarda l’impaginazione dell’edizione. Ho trovato che il formato fosse un po’ troppo “stretto” per i miei gusti, con margini laterali molto ampi e un interlinea forse eccessivo. Non essendo abituato a questa configurazione, ho trovato la lettura lievemente più faticosa del solito.
Nonostante questo dettaglio tecnico, che nulla toglie al valore intrinseco del romanzo, il libro è assolutamente consigliato. Voto 4/5
