Non più musa ma guerriera, la voce lirica di Stefania Lucchetti nella silloge La poesia è cyberpunk si muove tra codici e coscienza, tra dati e desiderio, attraversando un mondo in cui la distopia non è più una previsione, ma un presente che ci riguarda. In questa raccolta bilingue, la parola si fa atto di resistenza e insurrezione, innestando umanesimo e tecnologia, ribellione e tenerezza, intelligenza artificiale e carne viva. L’autrice affonda la penna nella rete, hackerando le convenzioni poetiche e riscrivendo l’identità nel cuore di un sistema disumanizzante. Versi chiari e taglienti come vetro, nutriti da una lirica metallica e dialogica, celebrano la fragilità dell’individuo e il riscatto dell’anima nel caos esistenziale. Tra coppe e denari, algoritmi e sogni, Lucchetti sfida la retorica del progresso per cantare una poesia postumana, sensuale, radicale. Nel solco tracciato da Haraway, Gibson e Dick, La poesia è cyberpunk è molto più di un titolo, è una filosofia. Un atto poetico di sopravvivenza. Una voce che non si piega.
Titolo: La poesia è cyberpunk
Autore: Stefania Lucchetti
Editore: Albatrod Edizioni
Genere: Raccolta di poesie
Data pubblicazione: 5 Settembre 2025
Voto: 4.5/5
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Recensione
Torno a scrivere per condividere con voi i dettagli di una nuova e stimolante collaborazione che mi vede al fianco dell’autrice Stefania Lucchetti e dell’agente letterario Matilde Bella. Al centro di questo progetto c’è la raccolta di poesie “La poesia è cyberpunk”, pubblicata, come la precedente, da Albatros Edizioni.
L’autrice, nata a Verona nel 1975, vanta un percorso notevole: ha pubblicato la sua prima poesia a soli 13 anni, durante un periodo trascorso negli Stati Uniti con la famiglia, esperienza che l’ha resa bilingue. Nonostante la sua vocazione poetica, Stefania Lucchetti è laureata in Giurisprudprudenza presso l’Università Cattolica di Milano e lavora attivamente nel campo del diritto internazionale
La silloge bilingue “La poesia è cyberpunk” di Stefania Lucchetti presenta una voce lirica guerriera che si confronta con un presente distopico dominato da tecnologia, dati e algoritmi. Lucchetti “hackera” le convenzioni poetiche e il sistema disumanizzante, trasformando la parola in un atto di resistenza e insurrezione. La sua poesia, definita “metallica e dialogica”, unisce umanesimo e tecnologia, ribellione e tenerezza, celebrando la fragilità dell’individuo e il riscatto dell’anima.
Navigando tra intelligenza artificiale e “carne viva”, l’autrice sfida la retorica del progresso, offrendo una poesia postumana, sensuale e radicale, in linea con pensatori come Haraway, Gibson e Dick. “La poesia è cyberpunk” non è solo un titolo, ma una filosofia e un atto poetico di sopravvivenza che si rifiuta di piegarsi.
Questa è la seconda raccolta di poesie che leggo dell’autrice e, ancora una volta, ne sono rimasta piacevolmente colpita. Si tratta di componimenti che aprono concretamente gli occhi su eventi, pensieri e sensazioni; sono poesie facilmente comprensibili e per nulla astratte. Sebbene la possibilità di diverse chiavi di lettura sia intrinseca alla poesia, la concretezza e la verità dell’autrice sono sempre molto palesi, rendendo l’esperienza di lettura fresca e veritiera.
I versi sono chiari e taglienti come vetro. Anche in questo caso, la raccolta è presentata in formato bilingue (testo a fronte italiano e inglese), una scelta che apprezzo moltissimo, specialmente perché le traduzioni sono curate dall’autrice stessa. Leggerla è come guardare fuori da una finestra, attraverso quello che a volte può sembrare uno schermo azzurro. Voto 4.5/5
