L’etica nel mondo del lobbying: una professione in cerca di riconoscimento
Questo secondo capitolo del blog tour dedicato al libro “Faccio cose vedo gente” di Zeno Maria Pareli, affronta un tema centrale e complesso: il rapporto tra il lobbying e l’etica.
Il testo si apre con una barzelletta su un lobbista e Dio, che in modo ironico riassume il dilemma principale della professione: la difficoltà di essere accettati, apprezzati dai media e considerati etici, un traguardo che sembra irraggiungibile.
L’autore però, sfata il mito che il lobbying sia per sua natura un’attività “a-morale” e “a-etica”. Come in ogni professione, esistono individui scrupolosi e onesti che seguono le regole e codici di condotta, e altri che le violano per profitto personale.
La vera chiave del successo nel lobbying, suggerisce il testo, risiede nella qualità dei “contenuti”: ovvero, la capacità di proporre soluzioni concrete e ben studiate, piuttosto che basarsi solo su amicizie o “traffici di influenze”.
La riflessione si conclude sottolineando che, sebbene la strada verso la piena accettazione e la percezione etica della professione sia ancora lunga, il rispetto delle regole e il lavoro in team possono aiutare a navigare in un ambiente complesso. La speranza, come suggerisce la barzelletta, è che il riconoscimento di questa professione come etica arriverà, magari grazie a una futura legge sul lobbying.
