Diego Bernasconi: “Avevo in ballo altri progetti teatrali, ma mi è piaciuto da subito scrivere questo romanzo” #Intervista

il

Ben tornati a tutti lettori, oggi vi propongo l’intervista all’Autore Diego Bernasconi, di cui ho avuto il piacere di leggere e recensire “L’uomo che perde i pezzi” edito Be Strong edizioni.

Annunci

Quanto tempo ha impiegato a scrivere “L’uomo che perde i pezzi”, dall’idea iniziale alla stesura finale?

Circa un anno. La storia nasce da un racconto di un conoscente, ma visto che durante questo ascolto mi annoiavo, nella mia mente lo trasformavo e romanzavo in modo da renderlo interessante. Da qui la base del libro. Avevo in ballo altri progetti teatrali, ma mi è piaciuto da subito scrivere questo romanzo, quindi ogni minuto libero mi buttavo a capofitto, purtroppo solo un capitolo al mese, quindi l’ho visto terminato solo un anno dopo.

Come descriverebbe il suo stile di scrittura? Si identifica con un genere particolare o preferisce sperimentare?

Di indole umoristico e comico al momento sto ancora sperimentando. Cerco di scrivere in modo diretto, brillante, scorrevole e fresco. Ascolto interessato i lettori che mi leggono per capire cosa funziona e cosa va cambiato. Con “L’uomo che perde i pezzi” penso di essere arrivato a un buon equilibrio. Mi piace inserire una vena di giallo nella trama, così da incuriosire il lettore. Inoltre i personaggi che creo cerco di caratterizzarli in modo che ognuno possa riconoscerne un conoscente o amico. A sorpresa è stato affibbiato a questo libro l’aggettivo “distopico”, devo dire che calza a pennello: dei fatti ai limiti della realtà, ma che potrebbero capitare a chiunque.

Annunci

C’è un messaggio o una riflessione particolare che spera che i lettori portino con sé dopo aver terminato il libro?

In questo senso ho lasciato molte riflessioni a carico del lettore, nel senso che io ho raccontato i fatti, poi ognuno si può fare o non fare il proprio pensiero.

Il viaggio del gruppo si trasforma in un “pellegrinaggio spirituale”. Quali sono stati gli aspetti di questa trasformazione che le interessava maggiormente esplorare?

Può far sorridere il fatto che inizialmente sono partito dalla convinzione di raccontare come solo gli stupidi seguendo altri stupidi creano questi inutili viaggi o pellegrinaggi che dir si voglia. Scrivendo la storia e affiancandomi ai personaggi, mi sono reso conto che la stupidità non c’entra nulla e che alla fine ognuno di noi segue un percorso verso una meta e che non è importante questa meta, ma bensì il percorso fatto.

Annunci

Considerando il titolo della collana “Unreal”, come si colloca il suo romanzo all’interno di questa etichetta e cosa significa per lei il concetto in relazione alla sua narrazione?

Il mio romanzo si colloca esattamente a metà tra storia vera e surreale. La trama nasce da una storia vera, io l’ho resa interessante, leggibile, curiosa esagerandone i personaggi e ancor di più i fatti che accadono, ma senza mai sfociare nel surreale.

Se dovesse descrivere il suo libro con tre parole chiave, quali sceglierebbe e perché?

Luce, dito e amore. Per mancanza d’amore i nostri eroi partono seguendo una strana luce, con l’aiuto di un dito si arriva alla fine del libro ritrovando l’amore.

Annunci

Ci sono autori o opere che l’hanno influenzata in modo particolare nella creazione di questo romanzo?

Non direttamente, ma la mia passione per i romanzi di Arto Paasilinna dove con i suoi personaggi segue animali, persone e idee girando in lungo e in largo tutta la sua Finlandia, ha sicuramente avuto un peso.

Quali sono i suoi progetti futuri? Sta già lavorando a qualcosa di nuovo?

Proprio ora, aiutato dai commenti dei lettori, sto lavorando al prossimo romanzo…

Annunci

Segui muatyland.com su Instagram ->

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.