Recensione “Oltre il fiume” di Silvana Mulas

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Anna si trasferisce da Roma a Osini per completare la sua ricerca sull’alluvione del 1951 e sulla ricostruzione successiva, approfondendo la storia del paese attraverso le vite dei suoi abitanti. Entra in contatto con le persone del posto e le dinamiche storiche e sociali della comunità.
La ricerca si estende al paese di Gairo, attraverso interviste sul campo, documenti d’archivio e l’esperienza dell’insegnamento nei due paesi della valle, che le consente di osservare la vita quotidiana e i legami tra le diverse generazioni.
Al percorso di Anna si intrecciano le vicende dei tanti personaggi dei due paesi della valle del Pardu, costruendo una testimonianza dettagliata di com’era la vita nella valle prima e dopo il disastro causato dall’alluvione.

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Titolo: Oltre il fiume
Autore: Silvana Mulas
Editore: Catartica edizioni
Genere: Narrativa
Data pubblicazione: 27 Ottobre 2025
Voto: 4.5/5

Classificazione: 4.5 su 5.
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Recensione

Bentornati lettori! Oggi torno a scrivervi per una nuova, bellissima collaborazione con Catartica Edizioni. Protagonista di questo appuntamento è “Oltre il fiume”, l’ultimo lavoro di Silvana Mulas uscito a ottobre 2025.

L’autrice, nata a Ulassai e profondamente legata alla sua Ogliastra, è una voce che sa mescolare con delicatezza la passione per la storia e la sensibilità per il racconto umano. Dopo il successo del suo esordio nel 2023 con La frana, Silvana torna a esplorare le ferite del passato con questo secondo romanzo, ampliando lo sguardo sulla tragedia dell’alluvione del 1951: dai vicoli di Osini fino a quelli di Gairo.

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Esistono ferite che il tempo non riesce a rimarginare del tutto, ma che la letteratura può aiutare a comprendere. È il caso di una storia italiana poco conosciuta fuori dai confini della Sardegna, ma profondamente universale: l’alluvione del 1951 nella Valle del Pardu.

Oggi vi voglio parlare di “Oltre il fiume”, un romanzo che non è un saggio, ma che affonda le sue radici in eventi storici drammatici, portandoci per mano tra i vicoli di Osini e Gairo. La protagonista è Anna, una ricercatrice che si trasferisce da Roma a Osini per studiare la ricostruzione post-alluvione. Quello che inizia come un lavoro d’archivio si trasforma presto in un’immersione totale nella vita della comunità. Attraverso interviste, documenti e la sua esperienza come insegnante, Anna tesse una rete di legami che unisce il passato al presente.

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Il cuore del libro è la testimonianza di com’era la vita nella valle prima che una natura impietosa provasse a cancellarla. L’autrice ci racconta di un’epoca in cui intere famiglie furono costrette ad abbandonare le proprie case, le proprie mura, tutto ciò che possedevano, per mettersi in salvo.

Ma il libro brilla soprattutto quando ci mostra il ruolo sociale delle insegnanti dell’epoca: figure viste quasi come “salvatrici”. In un mondo dove pochi sapevano scrivere il proprio nome, queste donne portavano il sapere fin dentro le case di chi non voleva arrendersi all’abbandono, diventando ponti tra l’ignoranza e la speranza.

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La storia si muove in uno degli angoli più suggestivi dell’Ogliastra. La Valle del Pardu è una terra di contrasti spettacolari, dominata dai “Tacchi” (tipici altipiani calcarei) e segnata dai resti di Gairo Vecchio e Osini Vecchio. Questi paesi fantasma, abbandonati dopo il disastro del ’51, restano ancora oggi testimoni silenziosi di una natura che, in pochi giorni di pioggia incessante, cambiò per sempre il destino di un intero territorio.

Sebbene le protagoniste femminili siano frutto della fantasia dell’autrice, esse hanno il volto e la voce delle donne sarde incontrate durante la ricerca. Tra le pagine emergono storie dure, fatte di dinamiche sociali spietate che colpivano le donne senza colpa. Storie di violenze subite dai “padroni” e di fughe forzate per salvare l’onore e la vita. Un destino che allora segnava un’esistenza intera, molto diverso dalla realtà odierna.

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Leggere queste vicende ci ricorda quanto abbiamo conquistato in termini di diritti e dignità, e quanto sia fondamentale non cedere “nemmeno di un millimetro” su queste posizioni.

“Oltre il fiume” è il secondo romanzo di un’autrice che non conoscevo, ma che mi ha spinto a voler recuperare anche la sua opera d’esordio. Lo stile è denso ma mai pesante, oserei dire corposo al punto giusto.

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È una lettura godibile che consiglio a chiunque voglia scoprire una Sardegna intima, devastata dal disastro ma mai arresa. Una storia che parla di radici, di fango e della forza di chi, nonostante tutto, ha deciso di ricominciare.

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