Laura Serena: quando l’indagine poliziesca diventa consapevolezza relazionale #Intervista

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Benvenuti a questo incontro con Laura Serena, un’autrice capace di far dialogare con naturalezza il rigore del mondo aziendale con la sensibilità del coaching relazionale e della scrittura creativa. Manager di giorno e scrittrice nel tempo libero, Laura ha saputo trasformare la sua formazione multidisciplinare — che spazia dalle lingue al business, fino allo studio con grandi maestri della narrativa — in una voce letteraria distintiva. Con il suo ultimo romanzo, Così amano le donne. Un’indagine della commissaria Lara Alfieri tra passioni e segreti (Bookabook, 2025), ci conduce tra le pieghe di un giallo classico che è, allo stesso tempo, un viaggio profondo nelle dinamiche del cuore. In questa intervista esploreremo come la figura della commissaria Alfieri diventi il perno per analizzare il confine sottile tra amore sano e legami tossici, e scopriremo i segreti dietro un metodo di scrittura che richiede dedizione, silenzio e una profonda onestà intellettuale.

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Il romanzo intreccia un’indagine di omicidio con una profonda esplorazione delle dinamiche femminili. Come ha bilanciato la necessità di una trama gialla avvincente e ricca di colpi di scena con il desiderio di esplorare le complesse relazioni interpersonali?

Credo che inserire temi importanti, come la dinamica delle relazioni sentimentali, all’interno di un romanzo sia molto più efficace che affrontarli in un manuale. Come coach delle relazioni, ho pensato che per il lettore (uomo o donna) fosse più stimolante e coinvolgente leggere una storia piuttosto che un saggio sulle relazioni. Nel romanzo, infatti, i personaggi sono immersi in un contesto narrativo che rende i concetti chiari e, a mio avviso, anche di maggiore impatto. Inoltre, la lettura risulta più piacevole proprio perché calata in una trama, con personaggi e situazioni che permettono di immedesimarsi e riflettere.

C’è stato un momento specifico, un’idea o un’immagine che ha innescato la nascita di “Così amano le donne”, o è stato un processo di sviluppo più graduale?

È stato un processo graduale. L’idea alla base del progetto è stata quella di intrecciare un romanzo giallo con vicende sentimentali, inserendo al loro interno tematiche ed esercizi di coaching abilmente mascherati nella trama. Le cosiddette “domande potenti” del coaching compaiono nei dialoghi tra i personaggi, rendendo la lettura coinvolgente e al tempo stesso stimolante. In questo romanzo ho costruito l’intreccio scegliendo come tema centrale le relazioni, in particolare la contrapposizione tra amore sano e amore tossico. Per dare vita a questo confronto ho creato personaggi che incarnano le diverse sfumature di queste tematiche. Il romanzo si sviluppa attraverso tre trame che si intrecciano e si arricchiscono a vicenda: oltre all’indagine di polizia, ho costruito una contrapposizione potente e significativa tra due modelli di relazione di coppia: da un lato l’amore sano e rispettoso che lega la commissaria Lara Alfieri al suo compagno Marco; dall’altro, il legame tormentato e distruttivo tra Monica e Francesco, un uomo egoista e manipolatore, che poi si rivelerà per quello che realmente è: un narcisista patologico. Il romanzo, dunque, esplora in profondità diverse dinamiche psicologiche, mostrando quanto sia importante saper distinguere tra ciò che ci fa crescere e ciò che ci ferisce, tra chi ci ama davvero e chi ci usa per colmare i propri vuoti.

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Potrebbe descriverci una sua giornata o settimana tipo quando è impegnata nella stesura di un romanzo? Ha rituali particolari (luogo, orari, musica) che l’aiutano a entrare nel flusso creativo?

Nella vita lavoro come Manager in una multinazionale e quindi, quando inizio a scrivere un nuovo libro, mi ritaglio dei brevi momenti la sera, e poi concentro il grosso della scrittura nei fine settimana e nei periodi di vacanza (agosto e Natale, principalmente). Di solito, mi immergo nel romanzo il sabato e la domenica, iniziando verso le 10.00, per poi continuare a scrivere finché non sento arrivare i crampi della fame (normalmente intorno alle 16.00). Prima di iniziare, però, metto il cellulare in modalità silenziosa e lo lascio in un’altra stanza con la porta chiusa, in modo da non avere distrazioni. Aspettare una settimana per potermi immergere completamente nella scrittura è piuttosto faticoso, perché la voglia di andare avanti nella storia è molto forte, però mi sono resa conto che prendere dei giorni di stacco mi aiuta a vedere più lucidamente l’intreccio e ad avere una scrittura di maggiore qualità. Mi sono laureata lavorando, quindi sono abituata a concentrare le attività di scrittura e studio nel fine settimana. Certo, questo comporta una rigida organizzazione e tutta una serie di rinunce in termini di vita sociale, ma in questo momento sono felice così.

Ci sono autori o autrici del genere giallo o della narrativa sentimentale che hanno particolarmente influenzato il suo stile o la sua visione della narrazione?

Non mi sono ispirata a qualcuno in particolare, ma ho preso alcuni elementi che mi piacevano da due maestri del giallo: da Agatha Christie la mancanza di elementi cruenti; c’è un cadavere e bisogna capire chi sia il colpevole. Il romanzo, quindi, si basa sull’indagine, sul ragionamento, per arrivare a scoprire l’assassino. L’altro autore a cui mi sono ispirata è Andrea Camilleri, per la struttura del Commissariato: c’è un commissario di polizia (nel mio caso, donna), il suo vice e l’ispettore. Una struttura che i lettori e le lettrici di gialli possono sentire familiare e che trovo funzioni molto bene.

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Senza svelare troppo, ci sono già altri progetti letterari in cantiere? Ha intenzione di esplorare generi diversi in futuro?

Attualmente sto scrivendo un racconto ispirato alla vita della scrittrice francese Marguerite Duras, che verrà pubblicato a maggio all’interno dell’antologia di racconti intitolata Ritratti di Donne 4, curata da Sara Rattaro, edita da Morellini Editore. Sto inoltre scrivendo il secondo romanzo della serie dedicata alla commissaria Lara Alfieri. Questo è un progetto che si articola in sei libri di cui Così amano le donne. Un’indagine della commissaria Lara Alfieri tra passioni e segreti è il primo, ma potrei scriverne di più, se dovesse continuare a piacere alle lettrici e ai lettori. Il pubblico, infatti, lo ha accolto molto positivamente e le recensioni sono state ottime; pertanto, sono molto ispirata a continuare a scrivere di Lara e delle sue amiche. Prima di questo romanzo, nel 2017 ho pubblicato su Amazon Imprevedibili occasioni, la storia di una pierre milanese, Michelle Rossi, alle prese con una trasformazione personale che le cambierà, in meglio, tutta la vita, dal lavoro alla sfera affettiva. Questo è stato il mio primo romanzo, e il fatto che sia arrivato finalista al Concorso Letterario Nazionale “Il Mio Esordio 2017”, selezionato dalla Scuola Holden di Torino, quella fondata da Alessandro Baricco, mi ha motivato ad andare avanti con la scrittura. Così è nata poi l’idea di scrivere un romanzo giallo con un commissario donna, Lara Alfieri di Così amano le donne.

Oltre ai romanzi e ai racconti, nel 2014 ho pubblicato su Amazon un prosa poetica, cioè una storia d’amore raccontata attraverso delle poesie anziché una normale narrazione in prosa, intitolata Un pezzo di Paradiso. Diario di un amore (estivo), anch’essa arrivata finalista al Concorso Letterario Nazionale “Il Mio Esordio 2017”, nella sezione poesia. Negli anni, ne ho scritte altre, ma non le ho ancora pubblicate. Lo farò senz’altro, quando sentirò che è arrivato il momento giusto.

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Qual è l’augurio o il messaggio che spera resti più impresso nei lettori una volta terminata l’ultima pagina di “Così amano le donne”?

Il mio intento, oltre a intrattenere il lettore con una trama avvincente, essendo anche una coach delle relazioni certificata, è quello di diffondere consapevolezza sulle relazioni, in particolare su quelle sentimentali: è fondamentale imparare a riconoscere una relazione sana rispetto a una che non ci fa stare bene. In questo romanzo ho parlato del narcisismo, inteso come disturbo di personalità, un disturbo serio che può riguardare sia uomini che donne, offrendo alcuni spunti che aiutano a comprenderne il funzionamento e lasciando alle lettrici e ai lettori, alla fine del libro, un bibliografia di titoli utili per approfondire l’argomento. Capire come certe dinamiche possano essere tossiche rappresenta il punto di partenza per acquisire consapevolezza, difendersi o decidere di farsi aiutare da dei professionisti. Attraverso la lettura, è possibile sviluppare una maggiore capacità di distinguere ciò che rende una relazione sana da ciò che invece non lo è, e riflettere consapevolmente sul tipo di legame e di persona che si desidera avere accanto. Per prima cosa, quindi, bisogna sapere quello che si vuole – e nel libro ne parlo- ; poi bisogna farsi delle domande, e darsi delle risposte in grande onestà. Una maggiore consapevolezza su quello che si vuole riguarda non solo le relazioni di coppia, ma anche le amicizie: avere accanto amicizie vere e sincere è qualcosa di altrettanto importante per il nostro benessere e la nostra felicità. Perché gli amici sono la famiglia che ci scegliamo, e possono fare un’enorme differenza nella qualità della nostra vita.

Nel ringraziare calorosamente Laura Serena per la generosità con cui ha condiviso la sua esperienza, emerge chiaramente come la sua scrittura sia molto più di un semplice esercizio narrativo: è uno strumento di consapevolezza messo a disposizione del lettore. Attraverso le indagini di Lara Alfieri, l’autrice non solo ci regala una trama avvincente, ma ci offre le “domande potenti” necessarie per riflettere sui nostri legami e sull’importanza di scegliere persone che nutrano il nostro benessere. In attesa di ritrovare la commissaria nel prossimo capitolo della serie e di leggere il suo contributo nell’antologia Ritratti di Donne 4. Grazie, Laura, per averci ricordato che la felicità passa sempre attraverso la conoscenza di sé e il coraggio di guardare in faccia la verità dei sentimenti.

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