Mirco Goldoni: “Nella mia concezione di fantascienza tutto ruota attorno all’Uomo e ai suoi profondi timori e contraddizioni” #Intervista

Ben tornati a tutti lettori, oggi sono qui per condividere con voi l’intervista all’autore Mirco Goldoni, di cui ho avuto il piacere di leggere e Recensire “Progetto Mnemosyne” e “Progetto Dedalo” di cui trovare le recensione qui->

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Potrebbe parlarci un po’ dell’origine dei progetti Dedalo e Mnemosyne? Cosa ha acceso la scintilla creativa per queste opere?

Il fascino che ha sempre esercitato su di me il cervello con le sue capacità. Ci consente di ragionare, pensare, ricordare, creare deduzioni logiche, oltre alla gestione ‘nascosta’ del nostro corpo. I ricordi poi mi affascinano. Mi sono più volte chiesto come facciano milleduecento centimetri cubici di materia ad assimilare tante nozioni. Non è solo un fatto di spazio, ma anche di funzionalità.
A tutto questo si aggiunge il valore che noi attribuiamo ai ricordi.
Come volontario di Protezione Civile mi sono trovato più volte a liberare cantine e scantinati da oggetti che i proprietari avevano relegato laggiù. Foto, coppe, quadri, quaderni… quando li sottrai dal fango e li devi inevitabilmente gettare, vedi i loro occhi riempirsi di lacrime, capisci che i ricordi sono ingombranti e solo quando scopri che ti stanno per lasciare assumono nuovamente tutta la loro importanza.
Quindi mi sono chiesto: cosa succederebbe se fosse possibile navigare nei ricordi anche di altre persone? Sarebbe un successo o una condanna? E come sarebbe possibile farlo? Siamo sicuri che il nostro cervello sia il magazzino dei ricordi e non ‘solamente’ la chiave per raggiungerli? Potrebbero essi essere stoccati altrove?
Sono un ingegnere informatico: il cloud insegna…

Potrebbe descriverci il suo processo di scrittura? Inizia con un’idea generale, un personaggio, o un’ambientazione specifica?

Solitamente parto con un’idea. La domanda principale per me è il classico ‘What if?’ cosa succederebbe se… Da questa creo i personaggi che, nel mio intento, devono far risaltare specifiche emozioni e contraddizioni dell’essere umano, solo alla fine immergo tutto nell’ambientazione che più mi pare consona alla storia. Progetto Mnemosyne e Progetto Dedalo si ambientano a Boston, sede del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, una delle più importanti università di ricerca del mondo e nell’area51, ripulita da aloni extraterrestri ma che accredito di esperimenti al limite del possibile.
Nella mia concezione di fantascienza tutto ruota attorno all’Uomo e ai suoi profondi timori e contraddizioni, perché è l’Uomo l’Universo ancora da esplorare.

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Quanto tempo dedica alla ricerca per i suoi libri, specialmente considerando i nomi evocativi come Dedalo e Mnemosyne che rimandano alla mitologia greca?


Tantissimo. Sono un appassionato di mitologia. Mi affascina come gli antichi greci e romani avessero personificato tutto ciò che li circondava e non riuscivano a spiegare. Così come impiego ore e ore a navigare per le strade di città che non ho mai visitato, perché tutto deve essere realistico. Nei progetti, infine, tantissimo studio l’ho dedicato alla morfologia e funzionalità del cervello. Ogni termine utilizzato (p.es. le tubuline che cito in più occasioni) esistono realmente. Ho solo alzato l’asticella attribuendo loro funzionalità immaginarie, perché tento di trasformare il possibile in probabile e infine verosimile.

Come sviluppa i suoi romanzi? Si ispirano a persone reali o sono frutto della sua immaginazione?


I miei personaggi sono dei puzzle di persone esistenti. Fisionomia di qualche vicino, abitudini del collega di lavoro, tic di perfetti sconosciuti, caratteristiche inventate… metto tutto nel frullatore e… insomma, mi immedesimo nel moderno Prometeo.

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Ci sono autori o opere letterarie che hanno influenzato il suo stile o la sua visione narrativa?

In primis Asimov. Una fantascienza con la ‘S’ maiuscola, più che la ‘F’. Enorme dettaglio alla trama con i personaggi che diventano parte dell’ambientazione. Philip K. Dick, con le sue profonde domande introspettive e Dan Brown con i suoi ritmi incalzanti. Questi scrittori hanno sicuramente lasciato un segno nel Mirco Goldoni lettore, la versione scrittore è ancora in fase di maturazione.

Se potesse incontrare uno dei suoi personaggi, chi sceglierebbe e cosa gli/le direbbe o chiederebbe?

Penso che tutti gli scrittori mettano un po’ di loro nei personaggi che creano. Frank Torricelli, uno dei protagonisti dei Progetti è il Mirco giovane: curioso, insofferente dei confini, ma allo stesso tempo rispettoso delle regole. Mi piacerebbe incontrarlo e chiedergli: cosa provi quando raggiungi i ricordi delle persone? Non ti sembra di violentarle nei loro intimi segreti? Fin dove è giusto spingere la ricerca scientifica?

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Progetti futuri? Cosa devono aspettarsi i suoi lettori?

Sicuramente il terzo volume dei progetti: Frank ha risposto alle mie domande che ho riportato sopra…

Nel frattempo ho pubblicato un altro romanzo: L’era dei Badb – Edizioni Effetto.
Anche qui la mitologia è presente, i Badb erano i portatori di sventura nella mitologia celtica, (le nostre cornacchie, in pratica) e in un lontano futuro attaccano una Terra sull’orlo del baratro climatico e demografico. Il nemico comune però rinsalda lo spirito dei terrestri perché i Badb sono il male comune, i cattivi perfetti, i capri espiatori di tutti i nostri fallimenti. E il protagonista scoprirà che porre fine a quella guerra sarebbe per l’Uomo più devastante che lasciarla continuare…

Grazie Martina per queste stimolanti domande che mi hanno permesso di spiegare come vedo la fantascienza: un misto di paura e speranza, un viaggio nell’Universo in gran parte inesplorato dell’essere umano.

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